Ferrania centrale  IL SECOLOXIX
 
Cairo. Il carbone è il combustibile scelto dalla proprietà di Ferrania per alimentare l'eventuale centrale termoelettrica che potrebbe sorgere sulle aree attualmente occupate dal circolo ippico della Marcella, già oggetto di sfratto.
È la scelta senza tanti giri di parole - definita la più redditizia dal punto di vista economico - con cui si conclude lo studio di fattibilità, previsto dagli accordi di programma, presentato nei giorni scorsi alle istituzioni dallo staff dell'amministratore delegato Giovanni Gambardella. Il voluminoso dossier sull'ipotesi centrale (660 megawatt a carbone, o due impianti da 400 l'uno a gas metano) dopo essere stato consegnato a Roma agli uffici ministeriali è attualmente al vaglio della segreteria tecnica degli enti locali, formata da consulenti del Comune di Cairo, Provincia e Regione. Esperti chiamati a fornire un parere sul progetto alle istituzioni di riferimento. Nel dettaglio lo studio, una comparazione sulle due ipotesi di centrale realizzata da una società americana, prevede un centinaio di occupati che possono salire di 30/40 unità con l'indotto legato alla gemella mini-centrale a biomasse forestali. Il sito scelto sarebbe l'area sportiva verso il colle del Vispa. L'opzione indicata come la più idonea è il carbone secondo i consulenti della Fitra. L'alimentazione a carbone (o meglio a "polverino di carbone") andrebbe a discapito dell'ipotesi del gas metano a ciclo combinato, perorato dagli enti locali. Una delegazione di sindacalisti della fabbrica e della sezione Ds di Ferrania, dopo aver incontrato a Genova il ministro per la ricerca e università Fabio Mussi, a cui hanno esposto il caso -Ferrania chiedendo lumi sulle possibilità di sviluppo per un eventuale polo tecnologico dell'azienda, ribadiscono "come il punto principale era e rimane il rilancio industriale dell'azienda e l'occupazione in Valbormida. Dopo che sarà garantito questo, si potrà discutere di centrale" è il monito lanciato da Roberto Romero, dipendente Ferrania e segretario dei lavoratori Ds che insieme alla Filcem -Cgil ha aperto un altro fronte di confronto con l'azienda, segnalando i mancati, previsti, aumenti salariali. «'ultima busta paga gli aumenti sanciti dagli accordi del nuovo contratto nazionale di lavoro non sono stati applicati. La Ferrania spa ha assunto unilateralmente la decisione di non pagare ai lavoratori gli aumenti previsti» dichiarano alla segreteria Filcem.
La questione verrà discussa in un incontro con la dirigenza previsto per domani nella sede dell'Unione Industriali a Savona. Intanto, mentre per martedì prossimo è stato convocato un consiglio comunale urgente a Cairo sulla vertenza Ferrania, il comitato ambientalista "Liberare la Valle Bormida e la Provincia di Savona" ha organizzato un corteo anti-centrale per il 1 luglio a Cairo sul tema "No al partito degli affari".
Alberto Parodi

21/06/2006