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Cairo. Il carbone è il combustibile scelto dalla proprietà
di Ferrania per alimentare l'eventuale centrale
termoelettrica che potrebbe sorgere sulle aree attualmente
occupate dal circolo ippico della Marcella, già oggetto di
sfratto.
È la scelta senza tanti giri di parole - definita la più
redditizia dal punto di vista economico - con cui si
conclude lo studio di fattibilità, previsto dagli accordi di
programma, presentato nei giorni scorsi alle istituzioni
dallo staff dell'amministratore delegato Giovanni
Gambardella. Il voluminoso dossier sull'ipotesi centrale
(660 megawatt a carbone, o due impianti da 400 l'uno a gas
metano) dopo essere stato consegnato a Roma agli uffici
ministeriali è attualmente al vaglio della segreteria
tecnica degli enti locali, formata da consulenti del Comune
di Cairo, Provincia e Regione. Esperti chiamati a fornire un
parere sul progetto alle istituzioni di riferimento. Nel
dettaglio lo studio, una comparazione sulle due ipotesi di
centrale realizzata da una società americana, prevede un
centinaio di occupati che possono salire di 30/40 unità con
l'indotto legato alla gemella mini-centrale a biomasse
forestali. Il sito scelto sarebbe l'area sportiva verso il
colle del Vispa. L'opzione indicata come la più idonea è il
carbone secondo i consulenti della Fitra. L'alimentazione a
carbone (o meglio a "polverino di carbone") andrebbe a
discapito dell'ipotesi del gas metano a ciclo combinato,
perorato dagli enti locali. Una delegazione di sindacalisti
della fabbrica e della sezione Ds di Ferrania, dopo aver
incontrato a Genova il ministro per la ricerca e università
Fabio Mussi, a cui hanno esposto il caso -Ferrania chiedendo
lumi sulle possibilità di sviluppo per un eventuale polo
tecnologico dell'azienda, ribadiscono "come il punto
principale era e rimane il rilancio industriale dell'azienda
e l'occupazione in Valbormida. Dopo che sarà garantito
questo, si potrà discutere di centrale" è il monito lanciato
da Roberto Romero, dipendente Ferrania e segretario dei
lavoratori Ds che insieme alla Filcem -Cgil ha aperto un
altro fronte di confronto con l'azienda, segnalando i
mancati, previsti, aumenti salariali. «'ultima busta paga
gli aumenti sanciti dagli accordi del nuovo contratto
nazionale di lavoro non sono stati applicati. La Ferrania
spa ha assunto unilateralmente la decisione di non pagare ai
lavoratori gli aumenti previsti» dichiarano alla segreteria
Filcem.
La questione verrà discussa in un incontro con la dirigenza
previsto per domani nella sede dell'Unione Industriali a
Savona. Intanto, mentre per martedì prossimo è stato
convocato un consiglio comunale urgente a Cairo sulla
vertenza Ferrania, il comitato ambientalista "Liberare la
Valle Bormida e la Provincia di Savona" ha organizzato un
corteo anti-centrale per il 1 luglio a Cairo sul tema "No al
partito degli affari".
Alberto Parodi
21/06/2006
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