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Dopo Bofill, a Savona ci tocca parlare dell'architetto
Fuksas. Ma non per dire se il suo progetto è bello, perché
non è questo il punto. Il punto è chiederci se sono utili la
nuova torre e un'altra quota di posti barca. E per
domandarci quali oneri Savona dovrà sopportare per la
viabilità, per la crescita dei prezzi delle case, per
l'impatto ambientale. Parte della risposta è già contenuta
nella provocazione di Fuksas sul costo di costruzione del
faro: 1250 euro al metro quadro. E il prezzo di vendita
delle case? Almeno otto volte maggiore... Ovvio: nessuno gli
ha chiesto di progettare case popolari. E nessuno contesta
la sua correttezza professionale nel rispondere alle
richieste della committenza, come nessuno contesta il
diritto dei privati a realizzare i maggiori guadagni
consentiti dalla legge. Il limite deve essere posto dagli
enti che rappresentano la società civile, soprattutto nella
cura degli ambienti naturali, per proibire nel modo più
assoluto la loro urbanizzazione: il mare è proprietà di
tutti; il tratto di costa tra Savona ed Albissola è l'unico
ancora integro e su di esso c'è un vincolo ai sensi della
legge 1492/39; e poi esiste la proposta di un Sic (sito di
interesse comunitario). Ricordiamo che nel territorio di
Savona sono già stati approvati interventi privati su aree
che secondo la nostra associazione sono di tutti (demanio e
Comune), e che la Procura di Savona ha avviato indagini per
le verifiche del caso. E questo vale sia per Savona che per
Varazze, dove si tratta di "soli" 30 alloggi. Siamo ormai
abituati alle originalità, per non dire stranezze, dei
grandi nomi dell'architettura. Ognuno le valuta secondo i
suoi criteri estetici. E' indubbio, però, che spesso i
grandi nomi vengano strumentalizzati per portare avanti
interessi particolari. Italia Nostra auspica che i temi qui
appena accennati vengano dibattuti con tutta la città.
Ing. Mauro Dell'Amico presidente Italia Nostra
22/06/2006
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