MARTEDÌ, 20 GIUGNO 2006 La Repubblica |
Savona, una giunta "dimagrita" col ritorno di Caviglia vicesindaco |
Il sindaco Berruti "taglia" due assessori. Polemiche e veleni |
Nominato anche il city manager: è Nanni Ferro presidente dell´Ips |
Esclusi dal governo Comunisti Italiani e Gente di Liguria: polemico Pittaluga |
Venti anni dopo l´amico di Teardo è anche presidente del consiglio comunale |
Rapporti tesi con la Provincia per la nomina di Tuvè al posto di Giraudo |
LUCIANO ANGELINI |
SAVONA - I giochi sono fatti. Ecco
la giunta. Federico Berruti, 39 anni, moglie (Claudia, olandese di
nascita), due figli Alberto 5 anni, Marco 3), commercialista uscito
dalla Bocconi, allievo di De Matté, letture preferite Alessandro Manzoni
e Ken Follet, sindaco di Savona da meno di un mese, ha scelto la squadra
per governare la città fino al 2011. Salvo incidenti di percorso o fughe
per lidi più ambiti, vedi il suo predecessore Ruggeri. Ma quanta fatica.
Quante manovre. Quanti veleni. Un percorso che credeva meno tortuoso,
forte di quel 60 per cento dei suffragi che gli ha consentito di
spazzare via gli avversari. Certo non aveva fatto i conti con gli
appetiti della pletora di alleati e con le faide all´interno dei partiti
e delle correnti. Primo ostacolo, la volontà di "dimagrire" la giunta da dieci a otto assessori. Due posti in meno alla tavola di Palazzo Sisto IV con malumori e tensioni a più livelli. Con grande scorno per chi si è trovato fuori dalla porta: Comunisti Italiani e Gente di Liguria. E se i primi, pur delusi, hanno fatto buon viso a cattivo gioco, la lista che fa riferimento all´assessore Pittaluga non l´ha presa bene. Aveva prenotato per Chigo Gaspari, ex di Forza Italia, il posto di assessore al turismo e il taglio deciso da Berruti ha scatenato la bagarre. Pittaluga è sceso in campo in prima persona con un attacco frontale al sindaco. Con l´accusa di «comportamento opportunistico». E con un avvertimento: «Oggi sei forte, se non ubriaco del successo elettorale. Ma verranno tempi diversi. Ti renderai conto allora che in politica la reputazione e la credibilità personale sono caratteristiche decisive. Oggi la tua credibilità presso di me, pare anche presso altri (il riferimento, come vedremo, riguarda i rapporti con il presidente della Provincia e con la Margherita a livello regionale, ndr), è pressoché nulla». Parole pesanti come pietre. Berruti ha preso, incartato e portato a casa, andando avanti per la sua strada. «Mi dispiaccio, ma rivendico le mie libere, autonome scelte». Ed ecco i suoi otto assessori otto: 4 ai Ds (Livio Di Tullio, segretario generale della Camera del lavoro, lavori pubblici e trasporti; Luca Martino, segretario comunale ds, bilancio, finanze e sport; Franco Aglietto, già assessore all´urbanistica con Ruggeri, commercio e sviluppo più turismo; Lucia Bacciu, segretario generale al comune di Vado Ligure, welfare e politica del territorio); 2 alla Margherita (Franco Lirosi, già vice sindaco reggente, quartieri; Rosario Tuvè, dirigente di dogana, urbanistica), uno a Rifondazione (Jorg Costantino, ambiente), uno alla Rosa nel pugno (Paolo Caviglia, vice sindaco) più fa presidenza del consiglio comunale (Marco Pozzo in pole, Renato Giusto in seconda fila, deciderà Il partito). Per Paolo Caviglia, parlamentare nei primi anni ‘80, finito nell´inchiesta Teardo, arrestato e poi prosciolto, un´ulteriore rivincita, sia pure a distanza di vent´anni. Il sindaco gli ha disegnato un ruolo che ha definito pomposamente di «ministro degli esteri». «Ma mi sento anche un po´ ministro degli interni, dovendo occuparmi di sicurezza, e per l´attuazione del programma», si è allargato scherzosamente Caviglia subito dopo l´investitura. Berruti, tanto per fare buon peso, ha tenuto per sé la cultura, settore su cui ha intenzione di puntare ad una sinergia con il turismo, ma soprattutto la pianificazione del territorio svuotando in parte il delicato e chiacchierato settore dell´urbanistica. Ma il colpo (nemmeno troppo) a sorpresa Berruti se lo è riservato con la decisione di darsi un city manager. La scelta è caduta, non a caso; sull´ingegner Nanni Ferro, presidente dell´Ips, la società per gli insediamenti produttivi su cui molto si punta come volano per il rilancio dell´economia savonese. Un´operazione-escamotage. Consentirà infatti a Ferro di mantenere la guida dell´Ips e al tempo di stesso di lavorare fianco a fianco con il sindaco, un po´ braccio destro, un po´ consigliere e guardaspalle. Una specie di tela di ragno per il controllo di settori nevralgici della città. Fatta la squadra ora Berruti dovrà trovare il modo di ricucire gli strappi con una fetta consistente della Margherita. In particolare con il presidente della Provincia, Bertolotto, suo grande sponsor in campagna elettorale, e con il vice di Burlando, Massimiliano Costa. I due non hanno gradito per nulla il giro di valzer che ha portato Rosario Tuvè alla guida dell´urbanistica. a spese di Livio Giraudo, fortemente sponsorizzato da Palazzo Nervi per frequentazione politica e spessore professionale. Bertolotto l´ha presa come un tradimento. E tra Palazzo Nervi e Palazzo Sisto IV è calato il gelo. Ma anche i rapporti con la Margherita a livello regionale non è che siano idilliaci. Anzi. |