La delegazione ligure al ministero dell´Economia incassa una ulteriore dilazione dei tempi prima dell´aumento di Irap e Irpef |
Sanità, appesi a un filo di speranza |
La Repubblica |
Strategia di rientro dal deficit entro giugno, altrimenti scatteranno le tasse |
PRIMA il patto per la salute tra
regioni e governo, poi l´esame dei singoli casi, con un tavolo tecnico
venerdì 16 giugno e la decisione finale, quella politica, il 22 giugno
con la conferenza stato-regioni. Nella sera romana la delegazione ligure
esce dall´incontro al ministero dell´Economia un po´ più distante
dall´imposizione forzata di Irap ed Irpef ai massimi livelli, ma con un
grande dubbio in testa: ce la faremo a indicare tutta la strategia di
rientro entro il 30 giugno? «Abbiamo iniziato una discussione
impegnativa» commenta Vasco Errani, presidente della conferenza delle
regioni, e la valutazione vale per tutti. «La Liguria? E´ in una
posizione di bilico, ma migliore di altri» azzarda G. B. Pittaluga,
l´assessore al bilancio che, con il collega alla sanità Claudio Montaldo
e i dirigenti Domenico Crupi e Giuseppe Profiti, è appena uscito dalle
due ore e più di incontro. Politico e non tecnico, con tre ministri -
Padoa Schioppa, Turco e Lanzillotta, cioè economia, salute e affari
regionali, il sottosegretario alle finanze Visco e gli amministratori
delle altre cinque regioni - Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia -
ognuno con l´ansia di veder accettare le proprie proposte per risanare i
deficit del 2005. Ma cosa vi hanno chiesto? «Più rigore e più qualità
dei servizi» dice Pittaluga. Cioè, con gli stessi soldi, far girare
tutte le ruote del mondo sanitario, stringendo sulla parte territoriale
- quindi anche con la chiusura di ospedali da trasformare in servizi di
base - e recuperando efficienza un po´ ovunque. «Padoa Schioppa ha
detto: se c´è qualcuno che sa andare in bicicletta vuol dire che si può»
sospira l´assessore al bilancio. Come dire: se invece voi non siete
capaci, vedete di imparare. Comunque un´impostazione positiva, dice
Montaldo. «Bisogna aumentare i livelli di assistenza, bisogna utilizzare
più rigore - spiega - anche se non si è entrati nel merito delle singole
regioni. L´impegno è trovare la soluzione per i soldi del 2005». Ma c´è,
la soluzione? Perché di soldi per il rientro del deficit i ministri non
ne hanno parlato. Da qui l´ansia che attanaglia la delegazione ligure
anche se, come già detto, sembra che la situazione della nostra regione
sia più gestibile che altre. Domani, intanto, ci sarà il primo confronto politico in maggioranza, come chiesto dalle forze minori (Prc, Pdci, Verdi) che hanno criticato pesantemente la gestione del tandem Ds-Margherita, soprattutto per quanto riguarda le informazioni da condividere. «Quale piano presentano a Roma gli assessori? Quello che non è stato ancora discusso dalla maggioranza»? Per Marco Nesci (Prc) non vanno bene né metodo né scelte, e annuncia: non voteremo nulla, se non saremo d´accordo. Il Pdci ha consegnato la lettera formale per chiedere la riunione urgente sul piano di risanamento, dal cui esame i Comunisti Italiani decideranno cosa fare al momento del voto. Non ci piacciono decisioni ristrette su temi chiave, insiste Cristina Morelli (Verdi): mentre intanto Rifondazione si dice contraria alla dismissione dell´ex manicomio di Quarto, all´esternalizzazione di alcuni servizi e chiede di intervenire sul tariffario delle prestazioni che, con un ribasso del 10%, porterebbe al ripiano del deficit 2005. sarà vero? Intanto, dall´opposizione, Luigi Morgillo (Forza Italia) accusa i numeri sempre diversi del "buco" del 2004, che sarebbero solo un´occasione per imporre le tasse. (d. al.) |