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Varazze. Sorpresa assoluta negli ambienti politico
amministrativi varazzini per la decisione della procura di
aprire un'indagine sulle opere residenziali-commerciali del
porto di Varazze. Ma intanto riprende voce la posizione di
quelle forze che, pur favorevoli all'ampliamento portuale,
hanno sempre contestato la mancanza di contropartite per la
città, nonostante le ampie assicurazioni in merito. La
procura della Repubblica di Savona, intanto, ieri ha
nominato un architetto perito del tribunale. Si tratta di un
professionista proveniente da da un'altra regione che si è
subito messo al lavoro per verificare assieme ai magistrati
Vincenzo Scolastico e Chiara Paolucci, i documenti già
acquisiti. L'indagine sulla "Marina di Varazze" si presenta
complessa e punta sulla concessione demaniale rilasciata a
settembre 2002, su verifiche dell'Accordo di programma dello
stesso anno, sulle possibilità di utilizzo di siti dell'ex
demanio marittimo per usi privati, e pure sui finanziamenti
europei ottenuti per realizzare l'intero complesso. Antonio
Ghigliazza, sindaco di Varazze, è cauto. «Apprendo la
notizia dell'indagine dai giornali - dice - e scopro proprio
dal Secolo XIX che nel mirino della magistratura ci
sarebbero anche atti amministrativi, che sono plurimi,
compiuti dal Comune. Sono sorpreso, perchè non abbiamo avuto
comunicazioni in merito. Tuttavia siamo sereni, sicuri e
attendiamo eventuali comunicazioni».La notizia ha scosso
vari ambienti, da quello politico a quello commerciale e
artigianale. «Non contestiamo l'opera in sé - osserva
Giovanni Delfino, capogruppo di "Libera Varazze", movimento
di opposizione - , ma ricordo che da anni denunciamo le
mancate contropartite alla collettivà che sarebbero dovute
derivare dall'intervento. Inoltre, rilevo come, rispetto al
progetto del 1989, siano comparse volumetrie residenziali
allora non previste e che, al tempo stesso, siano spariti i
contributo per nuove vasche dell'acquedotto, alla piscina
olimpica e al teatro all'aperto, oltre al mantenimento dei
posti barca comunali, alla fine ridotti da 240 a meno di
100».
18/06/2006
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