LA NECESSARIA STRATEGIA CONTRO IL DIABETE
di Aldo Pastore versione stampabile
Le statistiche ufficiali, riferite all'Italia, parlano di circa 120.000 soggetti, affetti da diabete di tipo 1 e di oltre due milioni di persone, portatrici di diabete di tipo 2.
Ma, al di là delle cifre ufficiali, il diabetologo Antonio Pontiroli ha recentemente evidenziato che esiste, in Italia, un notevole numero di soggetti ( stimato nell'ordine di 1.200.000) che sono affetti da Diabete Mellito, ma non sanno di esserlo; sono cioè, inconsapevoli del loro stato di malattia. Si ritiene, inoltre, che, nei prossimi venti anni, il numero dei diabetici, in Italia, aumenterà del 50%, soprattutto a causa dell'obesità dilagante, che, ormai, interessa anche i bambini.
Altri studiosi sono ancora più pessimisti; parlano, addirittura, di una vera e propria epidemia del Terzo Millennio, che porterà ad avere cinque milioni di diabetici, nell'intera penisola, attorno al 2025.
La Liguria non si sottrae certamente a queste drammatiche cifre; recentemente il Professor Marco Comaschi ha segnalato che questa malattia interessa oltre 100.000 cittadini liguri; in proposito, egli ha testualmente dichiarato:
" oggi, il diabete interessa il 5-6% della popolazione ed i casi sono legati, almeno per il 90%, al tipo 2, che si manifesta in età adulta e più avanzata ed è spesso collegato alle cattive abitudini, come sedentarietà e sovrappeso; la Liguria, che presenta un' elevata percentuale di over - 65, deve fare i conti con questa realtà."
Per una migliore della comprensione della situazione, è bene precisare che:
Il Diabete Mellito di tipo 1 coinvolge circa il 10% di tutta la popolazione diabetica ed interessa, in particolare, l'età infantile e giovanile; recenti dati mostrano una crescita dell'incidenza di questo tipo in età pediatrica; la fascia di età compresa tra gli zero ed i cinque anni appare la più colpita da questo trend negativo.
Occorre sottolineare che il Diabete Mellito di tipo 1 è il risultato della distruzione di origine auto-immune delle Cellule Beta del Pancreas; queste cellule hanno la funzione di produrre l' Ormone dell' Insulina.
La loro progressiva ed irreversibile distruzione porta ad un' insufficiente produzione d' insulina, con la conseguenza di un valore glicemico elevato. Il giovane diabetico necessita, per poter sopravvivere, di un regolare controllo glicemico e dell'assunzione giornaliera d'insulina per tutta la vita.
Il mantenimento del valore glicemico nei parametri fisiologici permette di prevenire complicanze acute ( scompenso cheto-acidosico) e tardive.
E' in atto, in gran parte del Nord del Mondo, un notevole impulso alla ricerca tecnico scientifica, in grado di aprire nuovi orizzonti preventivi ( da un lato) e terapeutici ( dall'altro lato); desidero segnalare, per quest' ultimo aspetto, la possibilità ( che si sta, oggi, concretamente realizzando) di trapiantare il tessuto pancreatico endocrino, derivato dalla riproduzione guidata delle cellule staminali ( sia embrionali che adulte).
Il Diabete Mellito di tipo 2 è il più frequente e riguarda 9 casi su 10.
La sua caratteristica è di manifestarsi dopo i 40 anni e di essere particolarmente subdolo; infatti, non provoca gravi sintomi, ma mina, in profondità l'organismo con complicanze ( spesso di notevole entità) a carico degli occhi, reni, apparato cardio-vascolare, sistema nervoso.
A causare questo tipo di Diabete è una inadeguata risposta dell'organismo all'azione dell' Ormone Insulina, unita ad una sua insufficiente produzione da parte del Pancreas; questo fa si che il corpo non sia in grado di utilizzare gli zuccheri come fonte di energia; di conseguenza, il glucosio si accumula nel sangue e la glicemia si alza sensibilmente.
Tutti, oggi, concordano sul concetto che " la migliore cura della malattia diabetica è LA PREVENZIONE"; ma, ancora una volta, va ribadito un altro concetto e cioè che la parola "PREVENZIONE" coincide con una " seria e razionale POLITICA SOCIO- SANITARIA A LIVELLO TERRITORIALE"
Esiste, in proposito, in Italia, la legge 16 marzo 1987 n° 115 che porta il titolo: " Disposizioni per la prevenzione e la cura del Diabete Mellito "; questa legge va rispolverata, riscoperta ed attuata compiutamente.
A diciannove anni di distanza dalla sua promulgazione, la legge 115/87 mantiene tuttora la sua importanza e la sua validità per le ragioni che brevemente desidero così sintetizzare:
Essa risponde, in modo completo e straordinariamente attuale, ai ripetuti richiami dell' Organizzazione Mondiale della Sanità, rivolti a pervenire alla PREVENZIONE ED ALLA DIAGNOSI DELLA MALATTIA DIABETICA;
La legge è indirizzata a migliorare le modalità di DIAGNOSI E CURA DEI CITTADINI DIABETICI, al fine, soprattutto, di pervenire all'ambizioso progetto di PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE, responsabili di gravi invalidità, e, purtroppo, di morti precoci;
Essa, inoltre, è rivolta a garantire I DIRITTI CIVILI DEI CITTADINI DIABETICI, attraverso il loro pieno accesso alla STUDIO, AL LAVORO ED ALLE ATTIVITA' SPORTIVE;
La legge contribuisce, in misura determinante, a favorire il PROGRESSO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DELLA DIABETOLOGIA, prevedendo, in proposito, da parte del Ministro della Salute, sentito l' Istituto Superiore di Sanità, una relazione annuale di aggiornamento sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche in tema di diabete mellito, con particolare riferimento ai problemi concernenti la prevenzione;
Essa, con grande lungimiranza, anticipa i principi e gli ideali della legge 266/91, assegnando alle Associazioni di Volontariato, decisivi compiti di collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali, in favore dei cittadini diabetici;
La legge 115/87 è perfettamente coerente con i recenti indirizzi in tema di decentramento amministrativo dello Stato, prevedendo la concessione alle Regioni di ampi poteri in campo legislativo, programmatorio e gestionale; in tal senso, inoltre, Essa corrisponde pienamente ai principi ed ai valori della legge 833/78 ( istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale);
Essa, infine, è in sintonia con l' ESIGENZA DI RIDURRE RAZIONALMENTE LA SPESA SANITARIA NEL NOSTRO PAESE; infatti, se è pur vero che l'applicazione della Legge comporta, in una fase iniziale, un aggravio di spesa per l' intera comunità nazionale, sia per quanto si riferisce alla parte corrente ( fornitura di presidi diagnostici e terapeutici), sia per quanto concerne la spesa in conto capitale ( istituzione di servizi specialistici diabetologici a livello territoriale), è altrettanto vero che, in una fase successiva, la maggior uscita iniziale sarà compensata dai consistenti risparmi che l'autogestione guidata della malattia verrà a determinare ( netta riduzione del ricorso agli esami di laboratorio ed ai ricoveri ospedalieri; abbattimento delle spese per la cura delle complicanze, le quali, da sole, assorbono i tre quarti della spesa sanitaria per il diabete).
Anche nel settore della malattia diabetica esistono, quindi, tutti i presupposti per giungere ad una assistenza socio-sanitaria più efficace, più umana e meno costosa; questa conclusione non è soltanto mia; la 23° Assemblea nazionale della FAND ( Federazione Nazionale delle Associazioni Diabetiche) ha concluso i suoi lavori, nell'aprile 2005, con la seguente affermazione: " Tutti i partecipanti hanno convenuto sulla grande valenza della legge 115/87, tuttora largamente disattesa, che, nonostante la vetustà degli anni rimane attuale e, quindi, piuttosto che rimaneggiarla, andrebbe sollecitamente approfondita e , soprattutto, applicata."
ALDO PASTORE