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Formazione della nuova giunta? Facciamoci del male. Ieri è
di nuovo cambiato il nome del secondo assessore della
Margherita, dopo l'inamovibile Franco Lirosi. Non più
Giampiero Aschiero, ma Rosario Tuvé. Con il risultato di
centrare un doppio risultato negativo: dopo essersi fatto
nemico il presidente della Provincia Marco Bertolotto, ora
Federico Berruti scontenta anche l'ala vincente dei Dl,
quella del coordinatore provinciale Alfio Minetti. Il quale
ieri ha chiesto le dimissioni in blocco della segreteria
(Scrivano, Manzi, Giraudo, Ferrari, Tabbò) dopo aver già
ottenuto la testa dello stesso Scrivano.
Non è solo una questione di nomi, perché se così fosse la
storia non meriterrebbe neppure di essere raccontata. La
scelta di Livio Giraudo, di Giampiero Aschiero o di Rosario
Tuvé risponde in realtà a logiche politiche diverse. La
scelta di Tuvè maturata ieri, infatti, è figlia di una
inedita e improvvisa alleanza del sindaco e dei suoi uomini
con Rosario Monteleone, coordinatore regionale della
Margherita che già aveva tentato di fare da terzo incomodo
nella "mano" ardita giocata dal suo partito nella partita
savonese.
C'è già chi ieri, negli ambienti politici della Provincia,
ha commentato causticamente la scelta caduta su Tuvé con una
significativa citazione da Tomasi di Lampedusa: «Tutto
cambia perché nulla cambi». Dietro all'inedita alleanza con
Monteleone ci sarebbe infatti un tentativo in extremis di
ricucire con l'ala rappresentata dall'assessore regionale
diessino Carlo Ruggeri, che al neosindaco aveva mandato
nelle settimane scorse più di un messaggio in codice di
insoddisfazione per i tentativi di "sganciamento" evidenti
dalla passata amministrazione e da tutto ciò che ha
rappresentato in tema di legami, rapporti e operazioni
condotte in porto.
Ora il neosindaco e la sua squadra rischiano di ritrovarsi
come una barca nella tempesta con le principali istituzioni
di riferimento già nemiche ancora prima di partire per il
mare aperto: la Regione, dove è tutt'altro che scontato il
tentativo di ricucire con Ruggeri e con il presidente
Burlando e sicuramente c'è un nuovo nemico giurato nel
vicepresidente Massimiliano Costa, grande sponsor di Marco
Bertolotto. In trincea c'è già la Provincia di Marco
Bertolotto che non rilascia dichiarazioni ufficiali, ma non
fa nulla per nascondere l'irritazione profonda. Chi gli sta
intorno non usa giri di parole e parla senza mezzi termini
di «carneficina politica in atto». Alla base della quale, si
lascia capire, ci sarebbe una sorta di «tradimento» del
patto tra gentiluomini che ha portato Federico Berruti sulla
poltrona principale della città, al termine di una lunga
marcia partita proprio dalla vicepresidenza della Provincia.
Insomma, Palazzo Sisto rischia di partire in salita e con la
frizione che slitta di brutto. La squadra. oggi, è la
seguente: Lirosi e Tuvé (con delega all'urbanistica, da
sottolineare) per la Margherita, Aglietto (in pole per la
cultura), Martino, Bacciu e Di Tullio per i Ds, Jorg
Costantino per Rifondazione, Caviglia vicesindaco per la RnP,
con Marco Pozzo alla presidenza del consiglio. E Nanni Ferro
per la direzione generale del Comune. Domani? Chissà.
In questo clima surreale, un appuntamento cruciale per la
costituzione del nuovo Partito Democratico che dovrebbe
mettere insieme tutte le anime riformiste del
centrosinistra: l'associazione Polis verso il Partito
Democratico, presieduta da Alessandro Schiesaro, organizza
alle ore 18, in Provincia, un dibattito pubblico con il
sindaco di Genova Beppe Pericu e con Stefano Zara.
Antonella Granero
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