Berruti si fa nemici in Provincia
Partenza difficoltosa per il nuovo sindaco che rompe vecchie alleanze. E Tuvé soffia il posto da assessore ad Aschiero
Le scelte per la giunta hanno irritato il presidente Bertolotto. Malumori anche in Regione
IL SECOLOXIX
 
Formazione della nuova giunta? Facciamoci del male. Ieri è di nuovo cambiato il nome del secondo assessore della Margherita, dopo l'inamovibile Franco Lirosi. Non più Giampiero Aschiero, ma Rosario Tuvé. Con il risultato di centrare un doppio risultato negativo: dopo essersi fatto nemico il presidente della Provincia Marco Bertolotto, ora Federico Berruti scontenta anche l'ala vincente dei Dl, quella del coordinatore provinciale Alfio Minetti. Il quale ieri ha chiesto le dimissioni in blocco della segreteria (Scrivano, Manzi, Giraudo, Ferrari, Tabbò) dopo aver già ottenuto la testa dello stesso Scrivano.
Non è solo una questione di nomi, perché se così fosse la storia non meriterrebbe neppure di essere raccontata. La scelta di Livio Giraudo, di Giampiero Aschiero o di Rosario Tuvé risponde in realtà a logiche politiche diverse. La scelta di Tuvè maturata ieri, infatti, è figlia di una inedita e improvvisa alleanza del sindaco e dei suoi uomini con Rosario Monteleone, coordinatore regionale della Margherita che già aveva tentato di fare da terzo incomodo nella "mano" ardita giocata dal suo partito nella partita savonese.
C'è già chi ieri, negli ambienti politici della Provincia, ha commentato causticamente la scelta caduta su Tuvé con una significativa citazione da Tomasi di Lampedusa: «Tutto cambia perché nulla cambi». Dietro all'inedita alleanza con Monteleone ci sarebbe infatti un tentativo in extremis di ricucire con l'ala rappresentata dall'assessore regionale diessino Carlo Ruggeri, che al neosindaco aveva mandato nelle settimane scorse più di un messaggio in codice di insoddisfazione per i tentativi di "sganciamento" evidenti dalla passata amministrazione e da tutto ciò che ha rappresentato in tema di legami, rapporti e operazioni condotte in porto.
Ora il neosindaco e la sua squadra rischiano di ritrovarsi come una barca nella tempesta con le principali istituzioni di riferimento già nemiche ancora prima di partire per il mare aperto: la Regione, dove è tutt'altro che scontato il tentativo di ricucire con Ruggeri e con il presidente Burlando e sicuramente c'è un nuovo nemico giurato nel vicepresidente Massimiliano Costa, grande sponsor di Marco Bertolotto. In trincea c'è già la Provincia di Marco Bertolotto che non rilascia dichiarazioni ufficiali, ma non fa nulla per nascondere l'irritazione profonda. Chi gli sta intorno non usa giri di parole e parla senza mezzi termini di «carneficina politica in atto». Alla base della quale, si lascia capire, ci sarebbe una sorta di «tradimento» del patto tra gentiluomini che ha portato Federico Berruti sulla poltrona principale della città, al termine di una lunga marcia partita proprio dalla vicepresidenza della Provincia.
Insomma, Palazzo Sisto rischia di partire in salita e con la frizione che slitta di brutto. La squadra. oggi, è la seguente: Lirosi e Tuvé (con delega all'urbanistica, da sottolineare) per la Margherita, Aglietto (in pole per la cultura), Martino, Bacciu e Di Tullio per i Ds, Jorg Costantino per Rifondazione, Caviglia vicesindaco per la RnP, con Marco Pozzo alla presidenza del consiglio. E Nanni Ferro per la direzione generale del Comune. Domani? Chissà.
In questo clima surreale, un appuntamento cruciale per la costituzione del nuovo Partito Democratico che dovrebbe mettere insieme tutte le anime riformiste del centrosinistra: l'associazione Polis verso il Partito Democratico, presieduta da Alessandro Schiesaro, organizza alle ore 18, in Provincia, un dibattito pubblico con il sindaco di Genova Beppe Pericu e con Stefano Zara.
Antonella Granero