MARTEDÌ, 30 MAGGIO 2006 LA REPUBBLICA
Non c´è partita sotto la Torretta I Ds lanciano Berruti al 60%
Le liste civiche non sfondano e il centrodestra affonda
Avanza l´Ulivo, in calo Rifondazione, crollano Forza Italia e Lega

WANDA VALLI
SAVONA - Si trasforma di colpo, Federico Berruti, 39 anni, indipendente di area ds che, da ieri sera, è il nuovo sindaco di Savona. Con un successo che, a scrutinio quasi ultimato, è clamoroso, perché ha in pratica doppiato l´avversario del centrodestra, Vincenzo Delfino, con il 61 per cento dei consensi. Le due liste di sinistra, "Noi per Savona" dell´ingegnere Domenico Buscaglia e "A sinistra per Savona" di Patrizia Turchi ex prc ferrandiana, manderanno in Consiglio molto probabilmente solo la Turchi, che conquista come candidata a sindaco il 5,55 dei voti e li sostiene, sia pure con una percentuale più bassa, con il voto di lista. Mentre l´ingegner Buscaglia non riesce a superare lo sbarramento del 3 per cento. Questo a dati non definitivi. Che, però, garantiscono la vittoria di Berruti e dell´Unione, vedono il crollo del centrodestra con Forza Italia che quasi dimezza i voti conquistati alle Politiche poco più di un mese fa, la Lega ridotta al lumicino, poco più dell´1 per cento contro il 3, 17 delle Politiche. Dati confermati dal risultato delle Comunali del 2002: allora Forza Italia prese il 20 per cento, la Lega Nord il 4,1 come An che, unica e sola, regge.
Nell´Unione, l´ala ulivista, Ds e Margherita esce rafforzata, ridimensionata Rifondazione, male i Verdi. Federico Berruti, il candidato dell´Unione, per tutto il giorno non si fa vedere, resta a lavorare a Albenga. Solo alle nove di sera, arriva al point, ma non abbandona la prudenza. Si trasforma quando gli si chiede come è riuscito a convincere così tanti elettori (53.337 il totale), lui che proprio un grande comunicatore non pareva. «Dategli tempo, Federico è un diesel», commenta nel primo pomeriggio, nella sede dei Ds, giusto di fronte al palazzo del Comune, il segretario Giovanni Lunardon, e in Berruti ha sempre creduto Alessandro Schiesaro, il presidente del campus universitario, che non si perde le battute finali di questa, serratissima, gara. Allora com´è riuscito nel miracolo? Il neo sindaco tira fuori la passione, e spiega: «È il sogno della mia generazione, l´unire la Savona dei padri e dei nonni con quella dei figli. Questa è una città di grandi lavoratori, gente molto seria, dove l´aiuto reciproco non è mai mancato. La città dei figli dovrà essere molto aperta al mondo dell´innovazione, della ricerca, dell´Università. Noi possiamo contare su un passato di grandi valori e di capacità, per esempio nel lavoro portuale», e poi racconta l´ultima passeggiata, venerdì, sui moli, con il console dei portuali. «E´ lì con gente come il console Perotti che si vede quanto Savona abbia il lavoro nel suo Dna». E i momenti difficili della campagna elettorale, le accuse di cementificare e creare case per ricchi? «Meglio le asprezze che le censure, noi abbiamo risposto in modo serio e pacato. Serve un clima in cui si riconosce la buona fede ai nostri avversari». Le case popolari arriveranno, promette il sindaco: «Ho detto e ribadisco che vogliamo unire lavoro e solidarietà e la solidarietà prevede più case popolari, più posti negli asili, assistenza agli anziani, meno barriere architettoniche». Non si fa vedere Patrizia Turchi, che forse non avrebbe voluto sottrarre voti a Rifondazione. Ma è successo, lo ammette l´assessore regionale, Franco Zunino: «Risentiamo di una scissione, è un peccato perché, in questo modo non si è capito che a indebolirsi è l´ala di sinistra dell´Unione, comunque il programma è serio e condiviso, le critiche sul passato restano, le confermo, il futuro parla di altri progetti». Rifondazione tiene, comunque, molto peggio vanno i Verdi che non entrano nel nuovo Consiglio, mentre è incerto il seggio del Pdci, potrebbe sottrarlo proprio a Rifondazione, accreditata di tre consiglieri. Soddisfatto un altro trentenne, il segretario s, che ha voluto Berruti, lo ha sostenuto, ha vinto: i Ds sono un partito che supera il 26 per cento, «con la Margherita che va bene, è il progetto ulivista che si rafforza». E, nell´Ulivo c´è chi festeggia più degli altri: i socialisti che, con la "Rosa nel Pugno" raggiungono percentuali tra il 6 e il 7 per cento, e mettono un´ipoteca sulla carica di vicesindaco, per cui è in corsa Paolo Caviglia. Chi non nasconde la delusione è Domenico Buscaglia e, come lui, Vincenzo Delfino: «Credevo che Berruti avesse un bacino di voti meno ampio, perciò speravo nel ballottaggio». Invece ha vinto il bocconiano, e con lui la generazione dei trenta quarantenni che vogliono cambiare la politica.