Sanità, tasse e commissario  La Repubblica
Il governo boccia la Liguria: "Venti giorni per mettersi in regola"
il crac
Padoa Schioppa ferma sei regioni inadempienti sull´orlo del fallimento
L´affiancamento volontario a questo punto potrebbe non bastare più
GIUSEPPE FILETTO

Una "dieta" rigorosa, per 6 regioni che presentano un disavanzo considerevole sulla sanità. Per Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania, Molise e Sicilia, sull´orlo del fallimento, il nuovo ministro dell´Economia, Tommaso Padoa Schioppa, impone l´aumento delle tasse. Non basta. L´affiancamento "volontario", chiesto dalla Regione Liguria, finora ha scongiurato il commissariamento, ma questo sarebbe dietro l´angolo, con l´affidamento della Sanità al presidente Claudio Burlando affiancato da un dirigente inviato da Roma, come prevede la legge. L´aumento di tasse è invece automatico. In Liguria si passerebbe dallo 0,3% di addizionale Irpef allo 0,5% per tutti, compresi pensionati e chi non supera il reddito di 13 mila euro; per arrivare comunque ad un 1,4%. L´Imposta Regionale sulle Attività Produttive (Irap) dal 4,5% salterebbe al 5,5%. Un innalzamento da applicare già da quest´anno.
Rimangono 5 giorni per scongiurare questo disastroso scenario: il 7 giugno si saprà se Padoa Schioppa si sarà accontentato della manovra messa sulla carta dal centrosinistra ligure. Se avrà fiducia nei numeri di Giuseppe Profiti, direttore dell´assessorato alle Finanze, professore di Economia: se sarà sufficiente il piano di rientro di circa 200 milioni di euro, la manovra in parte fiscale, ma anche di tagli ai servizi, ai posti letto ospedalieri e di vendita del patrimonio.
«Gli scatti Irap e Irpef sono l´ultimo regalo di Berlusconi - sottolinea il presidente della Regione - il Governo di centrodestra, prima di andarsene, per la prima volta ha introdotto la norma nella Finanziaria per chi ha superato il tetto di risorse destinate alla sanità». Il primo segnale del Consiglio dei Ministri sui conti pubblici, adottato con decreto, è chiaro, digerito male dalle Regioni. Tanto che ieri, alle 18, Burlando ha riunito la stampa e le televisioni. Con lui l´assessore al Bilancio, Giovanni Battista Pittaluga, in disparte Profiti e Domenico Crupi (direttore generale della sanità). Assente l´assessore alla Sanità, Claudio Montaldo.
Le cifre della Liguria: da un disavanzo di 317 milioni di euro trascinato dal 2004, aggiunto ai 244 del 2005, si giunge a 561 milioni. La Finanziaria del 2005 ne copre 54, quella del 2006 ancora 119, il bilancio regionale ne destina 19. Se tutto va bene, il rientro è di 192 milioni di euro, il residuo di 369 milioni. Burlando spera inoltre di recuperare 90 milioni dal Ministero della Ricerca per gli Ircss (Ist e Gaslini). Spera. Se le cose andranno così, comunque rimarranno 279 milioni in rosso.
«La nostra manovra prevede 200 milioni di rientro - assicura Pittaluga - e se, come dice il ministro Livia Turco, i finanziamenti del Fondo Nazionale sono sottostimati, possiamo contare ancora su 30 milioni di euro». Pittaluga è l´assessore che dal 2000 al 2002 era nella giunta di centrodestra, ma si dimise in contrasto con Sandro Biasotti. Il deficit della sanità ligure balzò da 18 milioni di euro del 2003 ai 317 del 2004. Pittaluga spiega che il disastro sarebbe iniziato allora, che il disavanzo del 2004 sarebbe "la conseguenza di una mancata correzione dei costi".
L´INTERVISTA
Il presidente: "Siamo ancora alle prese con la voragine lasciata da chi ci ha preceduto"
Burlando, promesse a bassa voce "Taglieremo, ormai è inevitabile"
"Non c´è dubbio: le stime sul fronte dalla spesa per il 2005 sono state superate"
"Abbiamo assunto soltanto dove era indispensabile: i servizi sono carenti"
ALBERTO PUPPO

Lo sguardo non è quello dei giorni migliori, le pause più sofferte del solito. Non prova neppure, Claudio Burlando, a rassicurare. Al massimo regala qualche spiraglio, con la consapevolezza che la partita sia appesa a un filo tutt´altro che robusto. E che, quasi certamente, toccherà a lui, dal prossimo 20 luglio, prendere in mano personalmente le redini della sanità.
Presidente, il suo predecessore si candida a commissario straordinario per risanare i conti della sanità. Una bella rivincita...
«Mi fa piacere. Sarebbe la persona giusta al posto giusto. Visto che è il primo ad avere la responsabilità di questo deficit. Noi siamo alle prese con un buco di 317 milioni di euro che risale al 2004. Quello del 2005 è di 244 milioni»
Ma su quella cifra pesava in maniera decisiva il rinnovo contrattuale, con tanto di arretrati.
«Vero, ma nessuno aveva pensato che, negli anni precedenti, fosse il caso di accantonare i fondi indispensabili per fare fronte agli aumenti. Se la giunta Biasotti si fosse comportata correttamente, tutti i bilanci sarebbero stati simili. Invece si è pensato di rimandare il problema in eterno. Fino a quando non era più possibile. Non hanno attivato in alcun modo la leva fiscale e, alla fine, hanno pensato bene anche di togliere i ticket»
D´accordo. Resta il fatto che oggi la crisi è profonda. E il piano di rientro che avevate annunciato lo scorso anno non si è rivelato sufficiente. Che cosa è successo?
«È evidente che le stime sul fronte della spesa, per il 2005, siano state superate».
Con un quadro del genere sarà difficile non mettere mano a una vera razionalizzazione. Non si può non pensare che, sulla spesa, pesi in modo decisivo l´enorme numero di ospedali. Paradossalmente, una situazione così grave crea meno margini di contestazioni Quando si toccherà il sistema?
«Ormai è inevitabile. Abbiamo chiesto l´affiancamento da parte del governo anche per questo. Certamente però i nostri tagli dovranno fare i conti con le esigenze della gente. Per essere chiaro: se arriva un infartuato, mica posso non ricoverarlo per risparmiare?».
Chiaro, ma voi siete accusati, tra l´altro, di avere continuato ad assumere dipendenti, nonostante il prossimo naufragio.
«Abbiamo assunto dove era indispensabile. Ma uno dei problemi più gravi è che, nonostante le spese, i servizi della nostra regione sono, in media, molto carenti. Tutti sanno che mancano gli infermieri, o quale sia la situazione della diagnostica. Per fare un esame spesso bisogna aspettare mesi. Eppure ci dicevano che le liste di attesa si erano ridotte. È bastato che Montaldo verificasse il metodo di rilevazione per capire che c´era un trucco. E non dimentichiamo che, proprio per questi guai, continua a crescere la fuga nelle altre regioni».
Biasotti: "Chiamatemi e vi salverò"
le reazioni
La Cgil: "La crisi è grave, ma lo si sapeva da tempo"

Il commissario? LO faccio io. Sandro Biasotti coglie la palla al balzo per lanciare la sua stoccata alla giunta di centrosinistra. «Mi candido, così Burlando capirà come ho fatto a governare cinque anni senza mai aumentare le tasse ma, anzi, diminuendo l´Irap, chiudendo i bilanci in pareggio per quattro anni e l´ultimo con 55 milioni di disavanzo, la metà di quelli ricevuti in eredità da Mori e 10 volte meno rispetto ai 550 milioni di deficit di un anno di Burlando. Oggi - spiega - sono triste per la mia Liguria portata al fallimento da Burlando. Purtroppo era prevedibile, con l´assessore Montaldo, che ascolta tutti ma non decide mai, con Pittaluga, che non controlla, e Burlando, che non ascolta, non controlla e non decide, ma pensa solo ai suoi viaggi ed ai suoi amici industriali. Poveri liguri, costretti a pagare le tasse al massimo, anche per le fasce povere e su tutte le attività produttive - prosegue l´ex presidente della Regione. Secondo Biasotti, Burlando «dovrebbe dimettersi per manifesta incapacità anche se, ora, cercherà, come ha già fatto, di addossare la colpa a me e a Berlusconi, o alla sua sfortuna».
Toni critici nei confronti dell´amministrazione anche da parte di Anna Giacobbe, segretario generale della Cgil Liguria. «Che la situazione fosse grave era noto. Si tratta di problemi che vengono da lontano, ma che questa giunta sino ad oggi, non aveva affrontato in modo sufficientemente efficace. Nei giorni scorsi si e´ avviato un confronto più stringente che da tempo avevamo sollecitato sulle azioni da intraprendere per affrontare insieme i problemi dell´equilibrio economico e di un miglior funzionamento del sistema sanitario. Solo 24 ore fa avevamo espresso la nostra preoccupazione per il rischio che questa situazione potesse precipitare in una decisione del Governo come quella di oggi. Ci auguriamo che tra la Regione e il Governo possa essere concordato un percorso che eviti queste conseguenze alle fasce più deboli della popolazione con l´aumento dell´Irpef e al sistema economico con l´aumento indiscriminato dell´Irap. In questo modo potrà proseguire un confronto impegnativo, ma sereno, per ricercare soluzioni durature per i problemi della sanità. Manteniamo quindi alta l´attenzione per ciò che accadrà nei prossimi giorni, riservandoci di valutare l´evoluzione degli atti».