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«N on toglieteci la spiaggia libera! Vogliamo dialogare, ma
siamo anche disposti a clamorose proteste come il blocco
dell'Aurelia».
Questo è il grido di rabbia degli abitanti delle Fornaci
contro lo spostamento dello stabilimento San Cristoforo
(oggi alla Margonara) nell'attuale spiaggia tra i bagni
Sant'Antonio e Umberto (alle Fornaci), in uno degli ultimi
spicchi di "libera" rimasti nell'arenile ponentino. La
sollevazione di un intero quartiere è stata ribadita ieri
nell'incontro con l'assessore comunale all'urbanistica
Franco Aglietto nella sede della IV circoscrizione.
Sala gremitissima, clima teso. Il match ha visto residenti e
IV circoscrizione da una parte, Comune e Port Authority
dall'altra. Però della Port Authority non c'era nessuno: «Ho
invitato anche loro ma non sono potuti venire», ha spiegato
Emma Gallo. Così a "difendere" il trasloco dei bagni ha
provveduto il solo Aglietto che ha subito precisato: «La
ricollocazione dei bagni della Margonara deriva dalla futura
costruzione del "pennello" per evitare l'insabbiamento del
porto e non dall'eventuale realizzazione del porticciolo
turistico».
Ma aldilà delle motivazioni, la gente delle Fornaci ha detto
no e ribadito no. «Abbiamo elaborato controproposte (lo
spostamento dei San Cristoforo più a ponente, attigui agli
Umberto, per tutelare l'accesso all'attuale libera ndr) che
non sono state ascoltate - ha detto il consigliere della IV,
Vito Cafueri - e neppure la raccolta di firme, giunta ad
oltre 700 sottoscrizioni, ha sortito effetti. E visto che
protestando in modo civile non siamo arrivati a nulla, non
escludiamo blocchi stradali e altre iniziative dirompenti».
Soluzioni estreme per mali estremi. Ma anche proposte:
«Perché non metterli davanti al Famila, più a ponente?». «In
altre zone l'arenile non ha le dimensioni adatte per bagni
con oltre 100 cabine - ha replicato Aglietto - e comunque
tutta l'area demaniale rientra nelle prerogative
dell'Autorità portuale».
Allora il bersaglio si è spostato sull'Authority accusata di
troppa arroganza: «Canavese non è Dio in terra: si moderi o
blocchiamo tutto!» ha gridato qualcuno, anche in riferimento
alle dichiarazioni apparse ieri sul giornale. «Cercheremo di
bloccare il progetto - ha detto Anna Lippi - siamo
dispiaciuti dell'arroganza dell'Autorità portuale, un
atteggiamento di dialogo sarebbe stato più opportuno». «Sono
50 anni che abito alle Fornaci e se tolgono anche questa
spiaggia libera resta solo il lembo davanti alla clinica
Riviera» ha fatto eco Rosario Bellina.
«Non si può dare un bene pubblico, ad uso di tutta la
comunità, ad un privato» diceva Livio Noti. Mentre Giulia
Poggi ha aggiunto: «I San Cristoforo non li hanno collocati
dal Famila perché c'è la puzza degli scarichi del
depuratore: ma ci dobbiamo andare noi?».
«E i clienti dello stabilimento dove metteranno le auto? -
ha obiettato Bruno Bovio - il problema è grave, le libere
sono già stracolme, non si possono ancora ridurre». «Questa
è sempre stata una spiaggia libera, dobbiamo difenderla ad
ogni costo», commenta Aldo Rosasco. Così Assunta Ducato: «Se
non li mettono più a ponente ci metteremo noi per strada con
gli ombrelloni».
E ancora: «È l'unica spiaggia con accesso per i disabili ed
è usata anche per i campi solari - ha evidenziato Paolina
Pollero - Il blocco? Valuteremo se farlo con la speranza che
si trovi una soluzione senza azioni di forza». Su questa
linea anche Emma Gallo, presidente della circoscrizione:
«Chiediamo che un po' di libera sia tutelata: Aglietto si è
impegnato a parlare con Canavese e noi continuiamo la
battaglia: come non so, certamente con metodi legali».
L'assessore ha infatti concluso cercando un compromesso: «Ho
recepito le lamentele dei cittadini, vediamo se si può dare
una risposta. I lavori sono autorizzati e dunque procedono,
ma proveremo ad intavolare un dialogo con l'Autorità
portuale».
Marco Gervino
04/05/2006
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