LA CULTURA MUSICALE A SAVONA
di Aldo Pastore versione stampabile
Francesco Giambrone, sovrintendente al Maggio
musicale Fiorentino, ha recentemente dichiarato:
La situazione attuale è molto complessa; solo attraverso un’ accurata
gestione siamo riusciti a trovare un equilibrio nei conti del 2006, a spese,
però, di tagli alla programmazione.
Il prossimo Governo deve finalmente capire che le spese per la cultura sono una
necessità per il bene del Paese.
Abbiamo bisogno di un ministro forte e competente che sappia di cosa si sta
parlando e rappresenti per la cultura un interlocutore vero.
Analoghe considerazioni sono state svolte in questi giorni da Gioacchino Laura
Tomasi, sovrintendente al San Carlo di Napoli e da Maurizio Pietrantonio,
sovrintendente della Fondazione teatro Lirico di Cagliari.
Parallelamente, centinaia di Associazioni di tutta l’Italia, in data 23 aprile, hanno esplicitamente richiesto al nuovo Governo una legge innovativa, che riconosca ufficialmente il jazz, il pop ed il rock italiani come parte integrante delle attività musicali nazionali e, di conseguenza, venga loro concessa una pari dignità culturale.
Esiste, quindi, in tutta l’ Italia, una grande attenzione per le attività musicali; questa constatazione, altamente positiva, dovrebbe farci sorridere e guardare ottimisticamente al futuro.
Ma, sul piano politico, le cose non stanno
affatto in questi termini; da almeno dieci anni, stiamo assistendo all’assurdo
percorso della “musica verso il silenzio” ( terminologia adoperata dal
sottoscritto in un articolo giornalistico, datato 20 giugno 1996).
E’ necessario ed urgente invertire questa tendenza, sottolineando quanto segue:
l’attuale indifferenza rischia di fra finire la nostra tradizione culturale, umilia gli artisti e penalizza la gente che è, invece, assetata di musica, piena di entusiasmo e competenza;
tale indifferenza incide negativamente anche sulla situazione economica complessiva del Paese, poiché la cultura, se opportunamente gestita, può diventare nella nostra Italia una autentica e duratura ricchezza;
l’assoluta mancanza della nostra scuola rispetto alla cultura musicale; nel 1995, Maurizio Pollini faceva rilevare che quasi i tre quarti del pubblico italiano della musica classica è compreso tra i 40 e i 70 anni; siamo ben lontani dai livelli dell’ Austria, dell’ Ungheria, della Germania, dove “far cantare i bambini a cominciare dalle elementari” è fatto assolutamente normale e unanimamente condiviso;
l’insufficiente apporto dato dalla TV
all’evoluzione culturale del nostro Paese; assistiamo, quasi costantemente,
a programmi deteriori ( o violenti, o mediocri, o stupidi); i pochi eventi
musicali trasmessi sono collocati, generalmente, nelle ore notturne e,
quindi, in fasce di ascolto assolutamente impossibili e quasi irridenti per
tutti i tele-spettatori.
La situazione savonese è esattamente sovrapponibile a quella nazionale, con
la sostanziale differenza ( in negativo) che la nostra città ha visto
sfumare, a causa di ben precise responsabilità politiche , la possibilità
della creazione di un innovativo “ Polo Musicale”; desidero ricordare, in
proposito, che, nel 1999, era stata preparata una bozza di convenzione
triennale che doveva aprire la strada alla collaborazione tra la “ Renata
Scotto Opera Academy”, l’ “opera Giocosa” e l’ “orchestra sinfonica di
Savona”, pur nel rispetto della personalità giuridica di ogni singolo
componente.
Nei primi anni 2000, abbiamo assistito al progressivo disimpegno della “
Renata Scotto Opera Academy” ( e, questo, non certo per responsabilità
diretta della nostra concittadina, la quale, al contrario, rappresenta, a
livello mondiale, una ricchezza d’immagine per l’intera nostra comunità)
Successivamente l’”Opera Giocosa” è venuta meno alla sua ragione d’essere;
doveva, infatti, valorizzare il lato minore dei grandi compositori,
riscoprire il lavoro di musicisti dimenticati, recuperare opere sparite dai
cartelloni; invece si è dedicata alla rappresentazione di opere di notevole
livello, ma eseguite anche in altri teatri.
Di fatto, l’opera Giocosa non ha rispettato gli impegni che si era assunta
di fronte agli Enti Pubblici Savonesi.
Infine, l’Orchestra Sinfonica Savonese è stata abbandonata al proprio
destino, pur godendo della stima e dell’affetto dell’ intera nostra
collettività.
Ora, è necessario modificare radicalmente l’attuale situazione, nel
superiore interesse ( anche economico) di tutta la città.
Mi permetto, allora, di suggerire alcune proposte programmatiche:
A) Individuazione, nel contesto del Piano Urbanistico Comunale, di spazi, strutture, edifici, destinati all’incentivazione ed al sostegno di attività teatrali e musicali, utilizzando l’apporto delle Associazioni di volontariato esistenti nel nostro comprensorio;
B) Recupero dell’attività dell’ Auditorium e del Teatro di Monturbano;
C) Verifica della possibilità di recupero e di riutilizzo dell’antico teatro Sacco;
D) Previsione della realizzazione di un Teatro – Auditorium, nel contesto dell’ ipotizzato Progetto Globale della Rocca del Priamar;
E) Creazione di una scuola di vocalità, con particolare riferimento ai settori dela musica jazz e della lirica; collocare , all’interno di questa scuola, il settore della musicoterapia;
F) Revisione dell’attuale rapporto convenzionale con l’Opera Giocosa;
G) Pieno sostegno all’attività dell’ Orchestra Sinfonica Savonese e dei Gruppi Corali, tradizionalmente esistenti nella nostra città.
Aldo Pastore