TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

UOMINI E BESTIE

3: La macellazione 

Da tempo immemorabile gli animali son cacciati e mangiati, da almeno dieci millenni allevati, uccisi e mangiati; purché erbivori, si noti: nessuno ha mai consumato i consumatori secondari, ossia i carnivori. Ma l’homo necans sapeva di commettere un sacrilegio, talora un deicidio, onde elaborò dei complessi rituali di purificazione, che nella Grecia antica son noti col nome di sacrificio, come illustrerò nella scheda della prossima settimana. Il senso di colpa, che costituisce il nerbo delle tre grandi religioni indiane, l’induismo, il buddismo e il giainismo, s’incontra persino presso gli Ebrei: nel giardino dell’Eden i nostri progenitori non mangiano che frutta, e in Is. 11, 6-7 (CEI) si legge: 

Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue 

Passato dalle credenze cultuali al pensiero speculativo greco (Plutarco, De esu carnium; Porfirio, De abstinentia), tale senso di colpa giunse al mondo contemporaneo, ove si presenta negli aspetti del vegetarismo, o vegetarianesimo, e del vegetalismo. Tutti sanno che i vegetariani s’astengono da qualunque cibo che comporti l’uccisione d’un essere vivente. Il vegetalismo (vegan in inglese) è un regime alimentare piú draconiano, in quanto abolisce anche tutti i prodotti zootecnici, latte, formaggi, uova, miele: chi è interessato può scaricare gratuitamente da http://www.vegan.com un libro di Erik Marcus, Vegan: The new ethics of eating, 2000. Quanto alla storia, limitandoci ai fatti di casa nostra, in Italia, in forte ritardo rispetto ad altri stati dell’Occidente, la Società Vegetariana nacque ad opera di Aldo Capitini, allora docente di filosofia morale all’Università di Perugia, tramite un convegno sulla “Nonviolenza riguardo al mondo animale e vegetale” tenuto in quella città nel settembre del 1952 (su Capitini, che fu anche l’iniziatore del movimento dell’obiezione di coscienza, si v. A. C. tra socialismo e liberalismo, a c. di G. B. Furiozzi, 2001). Dopo la sua morte nel ‘68 la sede passò a Milano, la direzione a Ferdinando Delor e nel 1970 il nome cambiò in Associazione vegetariana italiana: chi vuol saperne di piú, naturalmente dal punto di vista dei convinti, legga il trimestrale “L'idea vegetariana” uscito sino al 2001, oppure consulti il sito dell’International Vegetarian Union (http://www.ivu.org/). Una piccola storia celebrativa in Eva Timbaldi, Il vegetarismo nel mondo e nel tempo, 1980, presso la Tip. Perusia.

In ogni modo, a parer mio si tratta pur sempre di parassitismo, anche se in molti casi, ad esempio quando cogliamo i frutti di un albero, non distruttivo (come chiarirò in un prossimo intervento): le uniche forme vitali autosufficienti del pianeta sono le piante, e neppur tutte. Chissà che fra alcuni secoli, quando di noi non “si conserverà memoria presso coloro che verranno in séguito”, qualcuno non si pieghi scandalizzato sulle testimonianze superstiti della nostra epoca e si chieda come potessimo essere tanto barbari da mangiare gli animali, esattamente come noi oggi lo stesso ci chiediamo, che so, degli spettacoli circensi o della schiavitú del mondo antico.

MISERRIMUS