Si potrebbero fare molti progetti per utilizzare gli spazi della “fortezza” e coinvolgere diversi privati ma noi Verdi di Savona crediamo che sia utile ricordare alcuni principi pur nell’ auspicabile coinvolgimento di soggetti privati nella gestione degli spazi espositivi e non solo della struttura.
…E ORA IL PRIAMAR…

Verdi Savona


 

Qualche giorno fa di nuovo i giornali locali si occupavano dei progetti di IPS per il Priamar in vista di un possibile affidamento ai privati della gestione.

Si potrebbero fare molti progetti per utilizzare gli spazi della “fortezza” e coinvolgere diversi privati ma noi Verdi di Savona crediamo che sia utile ricordare alcuni principi pur nell’ auspicabile coinvolgimento di soggetti privati nella gestione degli spazi espositivi e non solo della struttura.

Sul Priamar è nata la città di Savona.Qui si trovavano gli antichi edifici pubblici, la cattedrale, il palazzo del Podestà, gli oratori anche quando la città ha cominciato a occupare la piana sottostante.

Sul Priamar è facile vedere scolaresche, turisti, cittadini e semplici curiosi aggrirarsi fra i suoi spalti apparentemente abbadonati ma in  realtà se le pietre potessero parlare racconterebbero la storia di Savona, di  come Mazzini vi fu incarcerato, del dramma rappresentato per la città dalla distruzione del porto medievale e di tutti gli edifici pubblici per costruire questo pesante ed oppressivo bastione militare, nato principalmente per controllare Savona,…

Molte di queste storie sono leggibili nei resti conservati nel museo archeologico e negli scavi effettuati in questi decenni sulla fortezza per restituire una storia autentica alla città ed una dignità di sito archeologico di prim’ordine ad un luogo così intrecciato con la storia dei savonesi.

Nasce anche in questa logica il parco archeologico su Corso Mazzini, che riprende la antica via degli oratori, il complesso di San Domenico il Vecchio e soprattutto i resti di un’ antica conceria medievale , unica in Europa.

Allora perché il Priamar in primo luogo non diviene in primo luogo un luogo vissuto dai savonesi e dagli ospiti della città dotandolo di materiale promozionale?

Oggi guide e depliants sono disponibili solo presso il Museo Archeologico, gestito con grande sagacia dall’ Istituto Internazionale di Studi Liguri,…ma quando il Museo è chiuso?

E’ così difficile mettere a disposizione dei turisti e dei cittadini un depliants con l’ indicazione delle varie zone della  fortezza e dei suoi tempi di costruzione?

Il museo archeologico ospita importanti collezioni sulla storia della città ma perché non può essere ampliato divenendo un luogo rivolto alla ricostruzione della storia cittadina e soprattutto  non può assumere un ulteriore punto di rilancio dell’ immagine turstica e culturale della città?

Poi perché l’ antica cattedrale, le aree già studiate nei decenni scorsi, le zone alla base della fortezza,…non possono essere valorizzate diversamente con visite guidate , che darebbero pur eoccupazione stabile a guide e in genere a personale turistico qualificato ?

Infine perché non si pensa a sostenere nuove campagne di scavo archeologico volte progressivamente a rendere accessibili altre zone della fortezza alla scoperta della storia cittadina con un occhio particolare rivolto alla possibile nascita di corsi formativi e di lezioni sul campo per giovani archeologi medievali provenienti da tutta Europa? 

 Marco Brescia,   Danilo Bruno,  Carlo Vasconi,

 Verdi Savona