TRUCIOLI SAVONESI
spazio
di riflessione per Savona e dintorni
Tira un'aria strana a Palazzo Sisto IV. Aria di elezioni. Spifferi che fanno volare i fogli delle delibere e gli stracci degli assessori. La ciurma già di capitan Ruggeri, ora affidata al nostromo Lirosi, non sa più che rotta tenere. Non c'è un vero e proprio ammutinamento, ma ognuno pensa a se stesso. Siamo prossimi al "si salvi chi può". L'obiettivo è chiaro: acquisire benemerenze che possono trasformarsi in voti. Al peggio, mettere in difficoltà l'avversario, sottrargli spazio, invadergli il campo.
Nel frullatore, per motivi diversi, sono finiti l'assessore ai Lavori pubblici Paolo Caviglia, il vice sindaco reggente Franco Lirosi, l'assessore allo Sport Roberto De Cia e quello all'Ambiente, Piero Casaccia. Ma il malessere è generale, soprattutto con i rappresentanti diessini. Tutti contro tutti, insomma. Dov'è finita la squadra tanto declamata dal fuggiasco Ruggeri?
Caviglia, aspirante vice sindaco in caso di vittoria (scontata o quasi) di Federico Berruti, uomo di punta dello Sdi savonese, è stato impallinato come un tordo sul cosiddetto "piano parcheggi". Era convinto di avercela fatta, di aver convinto al via libera i colleghi di giunta al termine di una faticosa illustrazione in commissione. Ma aveva fatto i conti senza i pruriti elettorali dei compagni (?) di viaggio, che gli hanno sbattuto il piano (parcheggi) in faccia. Primo fra tutti l'assessore Piero Casaccia (Ambiente), contrario per principio "a portare le auto in centro". Gli altri, diessini in testa, hanno scelto una strada più subdola: "Vogliamo conoscere meglio il piano". Come dire: "Caro Caviglia non ti sei spiegato e non ci hai convinto". Il danno e le beffe.
Il vice sindaco Lirosi, il cui indice di gradimento in città è sceso sotto quello di Bush negli Usa, ha capito da tempo di dover correre ai ripari. Alla ricerca di consensi si è affidato a tre pitbull, che ha deciso di salvare dalla soppressione perché mordaci, inviandoli alla modica spesa di 15 mila euro ad un centro di recupero e riabilitazione a Milano. Nobile quanto apprezzata (soprattutto dagli animalisti) decisione. Ma qualche malevolo collega di giunta insinua che Lirosi non sarebbe stato altrettanto "amico dei quattrozampe" se non ci fosse in vista la tornata elettorale.
Dagli amici degli animali, agli amici del Savona Calcio. A sorpresa il vice sindaco ha deciso di uscire allo scoperto anche per la riapertura dello stadio Bacigalupo. Dopo mesi di "niet" alla firma della deroga e di incontri-scontri con l'assessore allo Sport ha preso carta e penna e ha scritto alla Commissione di vigilanza per chiedere l'agibilità limitata a mille spettatori. Una vera e propria invasione di campo, come altro definirla?, ai danni del povero De Cia, che, pure lui in crisi da carenza di consensi, vede insidiato un suo presunto bacino elettorale tra gli ultrà biancoblù.
Ma De Cia non sta a guardare. Di fronte al rischio di essere ricordato come l'assessore allo Sport (e ai servizi cimiteriali) che seppellirà il Savona Calcio, va in giro con il cappello in mano per trovare qualcuno che paghi le spese di trasferta, pranzi e affitti di casa ai giocatori. Tifosi, ultimo patrimonio biancoblù in larga parte disperso, e qualche anima buona eviteranno che la totale, vergognosa latitanza di una parvenza di dirigenza (altro che Bettino Piro) costringa il Savona ad ammainare bandiera nel resto della stagione. Ma il futuro è nerissimo. Il Savona non si salva con le collette. De Cia sa benissimo che non deve andare troppo lontano per trovare risorse capaci di ridare futuro e dignità al Savona. E' sufficiente che si rivolga a qualche collega di giunta che in questi anni ha tenuto strettissimi contatti con gli imprenditori che stanno investendo centinaia di milioni di euro nella trasformazione edilizia della città.
Chi ha orecchie per intendere, intenda
IL BRUCO