TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

ASTOR: UN'ALTRA OCCASIONE PERDUTA

Dove  passa la legge del profitto non cresce più erba, non c'è più storia, non resta testimonianza architettonica. Il martello pneumatico, impietoso, demolisce, distrugge tutto, talvolta anche muri  ricchi di storia, volte costruite con sapienza da uomini che hanno dato il volto alla Savona antica, cara non solo agli studiosi e agli addetti ai lavori. Gli anziani spiano dalle fessure delle transenne di cantiere, forse associando in modo inesorabile al rumore delle perforazioni la cancellazione di una parte di città legata alla loro memoria. Se poi non vogliamo soffermarci su queste considerazioni che qualcuno, che guarda al sodo,può definire "romanticismi" o "patetica filosofia", possiamo parlare di una Savona che, in barba ai problemi mai risolti di viabilità, di inquinamento atmosferico e acustico, di carenza di luoghi di aggregazione sociale e culturale, progetta e costruisce altri centri commerciali, parcheggi nel centro storico finalizzati al vero interesse: quello di costruire altre cubature abitative, con aumento del carico insediativo e tutto ciò che questo comporta. Si costruiscono centri commerciali abbattendo teatri, consci che la cultura non ingrassa nessuno, non riempie le tasche. Non si investe più sulla cultura che deve rimanere fine a se stessa, non dare profitto ma essere investimento sul futuro di una città che tenderà a disgregarsi se mancherà la consapevolezza della cultura come collante di una comunità. C'è da chiedersi poi quale concessione edilizia abbia potuto dimenticare le più elementari nozioni di storia dell'urbanistica, abbia potuto dimenticare gli annosi problemi di viabilità del centro, lasciando che si progettasse l'accesso ad un grosso parcheggio proprio nel cuore del problema.

Come si siano minimizzati o ignorati gli eventuali rischi di stabilità strutturale degli edifici circostanti la zona di cantiere, come non si sia tenuto conto dei problemi legati all' aumento del carico insediativo in centro città, anteponendo le scelte di profitto privato alla possibilità di proporre ai savonesi un progetto sostenibile di luogo pubblico di cultura e aggregazione sociale.

Abbiamo abbattuto con l'Astor  un contenitore culturale, un teatro, e con lui una parte del suo ruolo secolare di "civitas" di luogo urbano, inquinando i valori positivi di una città.
Savona sta correndo verso la cementificazione degli spazi rimasti e se non ci sono, si è bravissimi a ricavarli.

Savona sta correndo, lasciando testimonianza di una pessima qualità del costruito, con tipologie edilizie diverse e snaturate, orfane di un progetto comune che ne armonizzi l'architettura e la compatibilità ambientale.

Savona corre verso un progetto di sviluppo che dobbiamo ancora comprendere; ma quando saranno terminate le Torri Boffil, il "Centro ex Astor", il grattacielo della Margonara e tutte le altre zone di trasformazione, che estromettono il cittadino dall'uso pubblico del territorio: dove andremo a cercare (per citare Benigni) "la nostra montagna di neve da tenere all'ombra?". 

                                              ARCH. ANTONIA BRIUGLIA

                                                                                              Albissola M.