Non sono convinto che, pur nell’estrema bontà di programmi ed intenzioni politiche, una forza politica possa accampare il diritto di dirsi, definirsi e mostrarsi come assoluta espressione del meglio, e del meglio del meglio, per la città di Savona.

LA DISCONTINUITA’ CHE E’ NECESSARIA

Non sono convinto che, pur nell’estrema bontà di programmi ed intenzioni politiche, una forza politica possa accampare il diritto di dirsi, definirsi e mostrarsi come assoluta espressione del meglio, e del meglio del meglio, per la città di Savona. Una convinzione che mi deriva dall’osservazione proprio dei testi e delle parole che in queste settimane hanno pervaso i giornali e i siti internet e che sembrano volerci consegnare la purezza e, soprattutto, la giustezza delle proprie posizioni a prescindere da un confronto con quelle degli altri, quasi questi ultimi fossero dei perduti nell’insano mare della compromissione continua al solo scopo di una perpetuazione di poltrone, cariche e altro ancora.

Sono fra coloro che giudicano il programma di Federico Berruti certamente un buon testo, fin troppo buono e bello. Per questo, rispetto alle prime righe di questo mio scritto, conservo un certo scetticismo in così tanta bontà e bellezza. I percorsi attuativi di un programma sono la prova del nove di una amministrazione che veramente sia aliena da interessi di parte, ma che guardi – almeno nella sufficiente decenza che il sistema concede a tutti in questi frangenti – alla definizione e alla soluzione delle problematiche che Savona incontra oggi e che, se irrisolte, incontrava ieri in un tempo lungo e tendente alla non finitudine.

Federico Berruti ci ha consegnato un testo molto ben strutturato, che guarda ad uno sviluppo di Savona con un particolare accento sui piani del sociale, estendendo questa osservazione peculiare ai temi, ad esempio, della casa, dello sviluppo dei quartieri, della riqualificazione sociale della stessa città, e della partecipazione dei cittadini alla “cosa pubblica”.

Come Rifondazione Comunista abbiamo insistito proprio sul “bilancio partecipativo”, così da rendere evidente e necessaria una imprescindibile comunicazione e discussione tra l’amministrazione e la Città, chiedendo che venisse recisa la barriera che si crea ad ogni rinnovo di consiglio comunale e di giunta tra chi amministra e chi è amministrato.

Non si tratta di estremizzare il concetto e di creare a Savona il sovietismo: non solo perché i soviet non erano delle semplici assemblee di quartiere, ma perché oggi la costruzione di una soddisfazione generale e singolare dei bisogni passa attraverso anche un rapporto differente tra la dogmatica sacralità delle “Istituzioni” e la per troppo tempo bistrattata “opinione pubblica”.

Questo nostro messaggio è stato supportato anche dalle altre forze della sinistra presenti nella coalizione e inserito nel programma. E’ un passo avanti.

Purtroppo però non è così facile intravedere nel programma di Federico Berruti quella traduzione nel concreto che meriterebbe. La stessa formulazione delle proposte resta sospesa nella indefinizione dei condizionali verbali. Certo, si tratta di un progetto politico che abbraccia un quinquennio e, come è facile dedurre, in un lustro le stesse buone volontà di una giunta possono subire condizionamenti inimmaginabili, torsioni negative o positive sul fronte delle maggioranze e delle minoranze, ribaltini e ribaltoni, improvvise presentazioni di problemi che non ci saremmo attesi. Tuttavia, e tutto ciò premesso, ad esempio sul Puc si poteva uscire da questa distensione delle parole e degli intenti e imbracciare l’arma della decisione evitando le generiche volontà di rimessa in discussione dei passaggi più controversi. Medesima valutazione ci sembra di poterla dare in merito alla formalità degli impegni. Ne citiamo uno per tutti: la gestione delle acque. Di certezza ne resta una, lo diciamo per amor del vero, molto definita e quindi difficilmente condizionabile anche da futuri avvenimenti: l’impossibilità della costruzione di un termovalorizzatore nel comune di Savona.

Voglio portare all’attenzione ancora una tematica: Rifondazione Comunista ha nel suo programma un esplicito accenno alla tutela e all’ampliamento dei diritti sociali. Un riferimento non residuale, ma che intende dire alle forze del centrosinistra che anche a Savona occorre dare seguito all’evoluzione laica e civile delle convivenze, alla concretazione di un rapporto non più meramente occasionale con queste tematiche, ma una definizione ultima e precisa. Il riconoscimento delle unioni di fatto non è solamente un’ esigenza di civiltà, che non intacca in nessun caso lo “status quo”, e non mette a dannazione lo “status quo ante” della millenaria istituzione familistica, è semmai il completamento di una lacuna, poiché è e resta uno di quei bisogni sociali che non possono non trovare una risposta proprio da tutti noi, dalla società stessa.

Le tematiche da discutere sarebbero moltissime: dal lavoro, alla presenza industriale, dalle dinamiche evolutive della zona portuale alla cura della cintura ambientale che copre una vasta area del territorio comunale. Così come potremmo parlare di un tema che sembra sempre superficiale ma che non è tale: come tutelare in meglio i diritti degli animali, a cominciare da una sistemazione decorosa e vivibile per il canile di Savona.

L’impressione complessiva è che, senza perdersi dietro ai condizionamenti dei c.d. “poteri forti” di Savona, una nuova amministrazione di centrosinistra possa in qualche modo dirigere la propria rotta in netta discontinuità con il passato, recente e meno recente.

Per fare questo, la presenza di Rifondazione Comunista è necessaria e diviene un valore aggiunto per nulla disposta ad alcun tipo di condizionamento, ma leale nel patto siglato.

Permetteteci di mantenere le nostre perplessità con uno spirito propositivo e, per questo, non votati all’osservazione dalla finestra, ma inseriti nel contesto scelto proprio per garantire una discontinuità reale, concreta e visibile già dai primissimi atti della futura nuova amministrazione Berruti.

Marco Sferini     Direzione provinciale PRC Savona

3 marzo 2006

 



 

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