Vorremmo, invece delle quotidiane notizie-e-basta su sondaggi e su comportamenti capta-voti, impegni chiari su un tema tanto importante
Sassuolo, forze dell'ordine(?), immigrati violenti ed asociali: puntualizziamo
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Sergio Giuliani    versione stampabile

S i fa presto ad avere le idee chiare: bastano i paraocchi dei cavalli ai funerali: poca e ristretta vista, nessuna irrequietudine mentale, scalpitio rumoroso ed inutile e nessuna possibilità di vedere un orizzonte. C’ è di tutto per gridare: extracomunitari violenti, forze dell’ordine esasperate, a ragione, cittadini che oliano i fucili e mirano dai balconi, giornalisti che soffiano sul fuoco elettorale e il nero di seppia è fatto!

Proviamo a discutere per punti, senza nessuna pretesa di arrivare a soluzione, ma almeno sgombriamo i cocci.

a)     Sassuolo, ovvero piastrelle e ceramica edilizia. Affari d’ oro: logico che nessuno voglia più andare in produzione, alle polveri e che si collochi più in alto, nella catena produttiva: TANTO la manovalanza c’è e a buon mercato!

Che si ammalino loro di silicosi, pur che piastrella viaggi.

b)     Regole per gli immigrati: sbarcati clandestinamente ( e come , altrimenti?), schivata la nostra società e schivati da essa, ritrovano una “solidarietà” etnica a bassissimi livelli, complicata dalla miseria del vivere in periferia italiana, davvero “stranieri”, e di aver perduto panorami, parenti, climi, amici, abitudini, preghiere etc etc abitano come un mondo parallelo che a stento vediamo. Difficile mettersi in regola senza avere un lavoro; più facile per tutti avere quest’ ultimo pressoché senza condizioni, manodopera svenduta e tanto, tanto utile.

c)     Regole e controlli vorrebbero che tutta Europa, in cui si muovono,vivono e lavorano si occupasse del fenomeno della fuga da condizioni di vita impossibili (e l’innocenza del colonialismo europeo ci pare, a dir poco, incredibile e sospetta) e del parallelo bisogno di regolamentare gli ingressi sui posti di lavoro possibili e non a sciame disordinato: ogni cittadino del mondo è libero di lasciare un paese, il suo, se è perseguitato politicamente o se non vi sia possibile guadagnarsi da vivere; da questo, però, all’ infingardaggine europea che lascia ai militari e ai volontari italiani il gestire la marea, c’è differenza. Si calcoli il numero dei posti di lavoro; una volta colmati, si dirotti l’ eccedenza. Fermo restando che chiunque deve esser trattato come portatore naturale di diritti, si pretenda anche che accetti in toto le leggi del  paese ospite e si faccia anagraficamente riconoscere, come noi tutti, del resto.

d)     Se questo non accade, sono possibili (ma,  per lo più,  gli immigrati accettano di integrarsi nel nostro sistema civile; soltanto che costoro non fanno cronaca) due tipi di “delinquenze”: una, lo sfruttamento esoso (affitti astronomici di tuguri, violenza a donne, lavoro non “nero”, ma “nerissimo”) da noi a loro; l’altro i cattivi comportamenti (droga, ubriachezza, violenza a persone e a cose, disturbo e danno a beni pubblici e privati etc etc). Tutto sommato, la classe politica ha sonnecchiato su problemi così  seri, demandando iniziative ai “poveri” poteri locali,all’assistenza privata ed ecclesiastica (lodevolissime; vero argine alla frana) e alle forze dell’ordine, poco numerose-per-risparmiare e probabilmente non allenate a compiti specifici di questo tipo. Davvero un incollerito ubriaco che impugna un collo di bottiglia, si divincola come un gatto e pronuncia parole che non si comprendono (quanti addetti ai lavori frequentano ormai indispensabili corsi di lingua araba? Si risparmia anche su questo?  Eppure sappiamo che certi lavori che i nostri più fortunati figli rifiutano andranno bene e utilmente svolti da manovalanza ed altro di colore) dev’essere trattato coi guanti?

In conclusione:

                     vorremmo, invece delle quotidiane notizie-e-basta su sondaggi e su comportamenti capta-voti, impegni chiari su un tema tanto importante.

Ad esempio: battere i pugni sul tavolo in sede UE per avere non soltanto sovvenzioni per strani corsi a strani addetti  (p.es. informatizzare non meglio definiti pensionati con relativo materiale gratuito e non l’amministrazione  della giustizia, ancor oggi condannata ai faldoni), ma per una seria assunzione di responsabilità sia militari (gli sbarchi clandestini) sia economiche (gli immigrati sono risorsa per tutti, ma scoppiano soltanto i nostri centri di accoglienza) e, invece di fare pericolose e in malafede manfrine con Gheddafi, perché  non convincerlo a trattenere i suoi e gli altrui?

Penso che nessuno rischi volentieri la pelle e paghi cifre per loro pazzesche a scafisti criminali per scappare da una miseria all’altra: non sarebbe meglio avere condizioni per restare?

 E ancora: assumere personale addestrato in numero sufficiente a stroncare l’impunità della microdelinquenza.  Altrimenti, poliziotti lasciati pochissimi e soli a farsi insultare e provocare, sbottano, come forse sbotteremmo in molti. In fondo, per la santità conviene attrezzarsi. Ritagliare immagini che riprovano un  atteggiamento forse stupidamente violentissimo contro un violentissimo è parziale e non aiuta a vedere tutto l’annodato problema.

     Sergio Giuliani