IL PREMIER «LA MEDAGLIA PIU’
BELLA? A ME PIACCIONO GLI SPORT FATICOSI, IL FONDO MI HA APPASSIONATO» Fischi a Berlusconi: «Ci sono abituato» LA STAMPA |
Michela
Tamburrino TORINO E dire che il presidente Berlusconi era arrivato allo stadio tutto allegro, si diceva emozionato e pronto a godersi la serata. Se il suo buonumore non si fosse scontrato con salve di fischi, appunto da stadio. Fischi che alla fine commenterà così: «Che cosa vuole, ci sono abituato». Sono le 19,20 quando Berlusconi entra in una suite a lui riservata, subito dopo aver scambiato i saluti ufficiali con Rogge. Il presidente, accompagnato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta, si rilassa. Ha fame, non ha toccato cibo per tutta la giornata. «Non ho avuto tempo». Ha appena ricevuto la giacca olimpica in regalo e si sta gustando pizze rustiche e prosecco. Presidente, che ne pensa di queste Olimpiadi? «Ne sono orgogliosissimo, svolgimento ottimo, impianti perfetti. E dire che tutto era in salita, ma le cose difficili non mi spaventano». Perché difficili? Lo spiega Gianni Letta: «Le Olimpiadi le abbiamo riprese al volo, nel 2004 sembravano compromesse». Anche dal punto di vista sportivo? «Certo, anche da quello», prosegue il premier. Presidente, la medaglia più bella? «A me piacciono gli sport faticosi e il fondo di oggi mi ha appassionato, ho seguito Di Centa con il fiato sospeso». Non c’è più tempo per pizzette e chiacchiere, lo aspetta la prima fila in tribuna d’onore tra Letta, Rogge, Castellani, Montezemolo, Pescante. Ma è lì che qualcosa s’incrina. Annunciano il suo nome ed è un finimondo di fischi che lo sommerge. Si siede al suo posto e abbassa la testa. «C’è rimasto malissimo». Chi gli sta accanto dirà in un secondo momento che è il dispiacere ad avere avuto il sopravvento sul dispetto. «Ma perché, non c’entrava niente» ha bisbigliato. Eppure aveva già ascritto questa Olimpiade a una vittoria del Governo. Allora cambia tutto? E’ Piero Chiambretti a tentare l’esegesi critica dell’impasse: «Se il Paese è diviso 50 e 50, sentendo questi fischi vien da chiedersi dov’è il suo 50%. Adesso dirà che le Olimpiadi sono di sinistra. Oppure che è colpa della delegazione russa». Invece tace. Mentre qui si consuma il dispiacere, c’è chi nelle suite se la prende con più agio. Simona Signoracci, direttore generale della Fondazione Mediolanum, riceve gli amici nei tre salottini con balconata dove rifocillarsi. Ecco Sara Doris, la figlia di Ennio, Alessandro Profumo, Gabriele Galateri, Chiara Segafredo, Domenico Siniscalco, Alfredo Messina, Serge di Jugoslavia, Stefano Dominella, presidente di Gattinoni, che dall’alto controlla come butta il vestito di Evelina Christillin griffato dalla Maison. Qui si brinda e dabbasso Berlusconi non riesce a farsi portare un bicchiere d’acqua. Però canta l’inno. Saluta con la mano e quando Di Centa viene premiato dalla sorella si compiace. Dicono i suoi: «Tutto perfetto, quei fischi proprio non ci volevano. Ma il presidente è superiore». Ci si congeda. Presidente arrivederci, le è piaciuta la cerimonia? «Bellissima, perfetta». L’abbiamo vista fare i giochi di luce con la torcia, ma i fischi le hanno guastato la festa? Scuote il capo rassegnato: «Ci sono abituato». |