Marzo 2006
LA STAMPA
SAVONA IL CAPOGRUPPO REGIONALE DEI VERDI CHIEDE NUOVA LEGGE E GARANTE PER I DETENUTI NELLE CARCERI «Il Sant’Agostino? Uno dei peggiori» |
[FIRMA]Alessandra Pieracci GENOVA «Il carcere di Savona è uno dei peggiori d’Italia, tant’è vero che finalmente ce ne sarà uno nuovo. Ma anche quello di Marassi scoppia, con una presenza di detenuti oltre il limite che rende difficile, se non impossibile, la funzione riabilitativa della pena». Cristina Morelli, capogruppo dei Verdi in consiglio regionale, ha illustrato così la necessità di una nuova legge per l’istituzione di un garante regionale per i detenuti. La proposta è stata presentata ieri mattina dalla stessa Morelli con il consigliere Carlo Vasconi e il rappresentante dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Alessandro Rosasco. «La nostra associazione ha formulato una proposta di legge che era stata consegnata alla Regione Piemonte e oggi viene riproposta in una diversa versione dai ds piemontesi ed è indiscussione - ha detto Rosasco - In Lazio il garante esiste già, istituito nel 2003 dalla giunta Storace, sta per essere istituito anche in Sicilia». La proposta mira alla creazione, presso il Consiglio regionale, di un nuovo organo di garanzia per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e cioè detenuti negli istituti penitenziari o negli istituti penali per minori, nonché stranieri rinchiusi nei centri di prima accoglienza e di assistenza temporanea. L'obiettivo è quello di contribuire a trasformare le carceri da luoghi di punizione a sedi di riabilitazione. «Non è possibile - ha sottolineato Rosasco - che di notte in carcere ci sia un solo medico per tutti i piani della struttura occupata da centinaia di detenuti: che succede se si sentono male in due?». Fra i compiti previsti per il garante: assumere iniziative volte ad assicurare che le misure di restrizione della libertà personale siano attuate in conformità dei principi e delle norme stabiliti dalla Costituzione, dalle convenzioni internazionali sui diritti umani, e siano finalizzate al recupero, alla reintegrazione sociale e all'inserimento nel mondo del lavoro; segnalare agli organi regionali eventuali fattori di rischio o di danno per le persone; proporre interventi amministrativi e legislativi volti ad assicurare il pieno rispetto dei diritti delle persone detenute. «Vorremmo - ha detto Cristina Morelli - che la gente uscisse dalle carceri migliore e non peggiore di quando vi è entrata». |