
21 Febbraio 2006
LA STAMPA
PROCESSO A TORINO I COMUNI DI ALBENGA,
VILLANOVA E ARNASCO SI SONO SCHIERATI PARTE CIVILE
Strage del Centa, oggi Dosse alla
sbarra
L’ex comandante
della Feldgendarmerie
ingauna condannò
a morte 12 persone
Romano Strizioli
ALBENGA
Questa mattina alle 9, presso il tribunale militare della zona
del Nord-Ovest, in via Accademia Militare, a Torino, si apre il
processo nei confronti di Gerhard Dosse, nell’inverno del
1944-1945 comandante della Feldgendarmerie di via Trieste, che
mise la sua firma sotto la condanna a morte di 12 ostaggi
innocenti e senza specifici capi di imputazione, trucidati
presso il bunker alla foce del Centa. Dosse ha oggi 96 anni e ha
trascorso tutto questo tempo come maestro elementare in un
paesino nella zona di Amburgo.
L’ex capitano tedesco, che agiva in combutta col il sadico «boia
di Albenga», Luciano Luberti, (si vantava di aver trucidato 200
persone nell’albenganese), era già stato rintracciato dalla
giustizia militare italiana (competente su questo tipo di reati)
quale testimone sulla strage di Chiusa Pesio. In quella
occasione cercò di togliersi la vita ingerendo dei barbiturici.
Ora però da testimone, Dosse (che Luberti aveva cercato di far
credere morto nel 1945 durante la ritirata verso la Germania)
sarà chiamato alla sbarra per rispondere del «reato continuato
di violenza con omicidio da parte di militari nemici contro
privati italiani in concorso».
Il procedimento contro Dosse è stato possibile poiché subito
dopo la guerra fu avviata la pratica relativa all’uccisione di
12 ostaggi. E ciò fu possibile grazie al fatto che i trucidati
avrebbero dovuto essere 13 ma uno di loro riuscì a fuggire,
attraversando un campo minato e, a nuoto, le gelide acque
invernali (era il 12 gennaio 1945) del fiume Centa. Il fuggiasco
si chiamava Bartolomeo Panizza, che ricostruì il drammatico
eccidio (uno degli episodi che causarono 59 vittime). La
pratica, avviata dai carabinieri, finì, con altri procedimenti,
nel cosiddetto «armadio della vergogna», che rimase chiuso per
considerazioni di «opportunità» per i buoni rapporti fra Italia
e Germania.
Questa mattina, a Torino, saranno presenti, quali «parte civile»
i comuni di Albenga, Villanova d’Albenga e Arnasco,
rispettivamente rappresentati dagli avvocati Giancarlo Salomone,
Claudio Bottelli e Nazareno Siccardi. La strage di Albenga sarà
ricordata a milioni di italiani da «Striscia la notizia» su
Canale 5.
Gino Michero, presidente dell’associazione culturale «Fischia il
vento», creata per ricordare i valori etici di Felice Cascione,
medaglia d’oro della Resistenza, autore delle parole dell’inno
nazionale della Guerra di Liberazione, afferma: «Non ci
interessa che il vecchio Dosse finisca in galera. Ci preme che
crimini come quelli commessi dal ‘boia di Albenga’ e dai suoi
compici non rimangano impuniti».
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