Un panorama desolante sull'informazione della carta stampata

DE PROFUNDIS SULLA STAMPA LOCALE

Scelte redazionali: la pseudo-cronaca non sostituisce l'informazione

E' raro che si rintraccino commenti all'operato degli organi di informazione che operano nella realtà savonese.

Proviamo a cimentarci con l'argomento, partendo da un giudizio complessivo sulle pagine savonesi dei due principali quotidiani “Il Secolo XIX” e “La Stampa”.

In questo senso non si può far a meno di rilevare come sia emersa, in entrambe le testate, una decadenza dal punto di vista della qualità culturale e dell'approfondimento delle notizie. “Il Secolo XIX”, in particolare, ha registrato l'allontanamento per vari motivi di alcuni “mostri sacri” (Angelini, Muda, Zinola, Stella, Del Santo) ed appare aver perso, sia sul piano della “memoria storica” (che sembra proprio totalmente assente), sia sul piano della conoscenza concreta della Città (clamoroso lo svarione di qualche giorno fa: quando la chiusura del mercato di Piazza Bologna è stata annunciata, in locandina, come la chiusura del mercato di Lavagnola: che, oltretutto non esiste). Da parte del “Secolo XIX” appare sbagliato, inoltre, ridurre la prima pagina della cronaca savonese praticamente ad un  solo “annuncio” più o meno “strillato”, che non sempre corrisponde, poi, all'attualità vera ed addirittura irritanti le ricostruzione al computer delle futuribili trasformazioni della Città, avanzate dall'amministrazione comunale e che risultano alla fine del tutto campate in aria (il massimo poi, fu raggiunto con un titolo a tutta pagina dedicato a Bettino Piro, sulla ristrutturazione del San Paolo. Piro: voglio aprire le danze sul futuro di Savona! Se lo avesse detto “Gilera” al Bar Liro, sarebbe stato fatto lo stesso titolo? Eppure, dal punto di vista delle prospettive concrete le due dichiarazioni avrebbero avuto peso analogo...). Risultano poi debolissime le pagine culturali, ed in calo la capacità di quelle sportive di seguire l'insieme degli avvenimenti a livello giovanile.

“La Stampa” si difende meglio, a livello di conoscenza della Città, grazie alla presenza del “vecchio leone” Ivo Pastorino (ma servirebbe ancora lo stesso Nicolò Siri), ma appare insuperabile nell'appiattimento verso i potenti. D'estate, poi, la “Stampa” si trasforma in un bollettino di eventi, riducendosi al ruolo di “gazzettiera” per questa o quella discoteca o per questo o quello spettacolo i Darsena. Le pagine savonesi del quotidiano torinese risultano,poi, del tutto inesistenti sul piano della promozione culturale (confusa , appunto, con quella turistica) e modeste quelle sportive, quasi del tutto prive di originalità rispetto al seguire l'attività giovanile.

Nel campo della carta stampata, rimane da esaminare il ritorno in edicola, come mensile dell'organo della Curia “Il Letimbro”, che ha cercato di allargare i suoi spazi verso l'attualità politico – culturale: la lettura del Letimbro presenta però, per i non iniziati, una grossa difficoltà: la decriptazione degli scritti di Don Bof.

Non esistono, a Savona, altre testate, considerato anche il fallimento fatto registrare dai patetici tentativi operati dall'avvocato forzista Cerulli di alimentare la presenza di nuovi organi di stampa, in particolare attraverso l'operazione “Menabò” rilevato dalla funzionaria della Camera di Commercio, Anna Maroscia.

Tralasciamo, per ora, l'analisi delle testate radiofoniche e televisive, riservandoci una sola battuta finale. Poche sere fa una emittente genovese ha mandato in onda un servizio sui problemi savonesi: ebbene, ad una serie di questioni poste – frettolosamente – da cittadini intervistati per strada, hanno risposto in tre. Ruggeri, Canavese, Pasquale. La trimurti, insomma.

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