Tra gli osservatori più attenti della vicenda c'è, senza
dubbio, Aldo Pastore, politico di lunghissimo corso, ex
deputato, melomane irriducibile ed autore di un gustoso
libro sui personaggi femminili del melodramma, Donne sul
pentagramma. Pastore ha seguito, passo dopo passo, tutta
la recente vicenda che ha portato l'Opera Giocosa di Savona
a scegliere, per le proprie produzioni, l'Orchestra
sinfonica di Sanremo.
Onorevole, sul "Polo musicale", siamo dunque arrivati
alla resa dei conti?
È così. E purtroppo sono stato un facile profeta.
In che senso?
Nel senso che avevo previsto tutto fin dall'inizio. Basti
pensare che nel 1999 era stata preparata una bozza di
convenzione triennale che doveva aprire la strada alla
Renata Scotto Opera Academy per il riconoscimento della
personalità giuridica. Be', neppure quel passo fu possibile
fare.
Però le cose andarono avanti lo stesso. Si parlò molto
del "Polo musicale" che doveva collegare la scuola di Renata
Scotto, l'Opera Giocosa e l'Orchestra sinfonica di Savona.
Si andò avanti, ma le avvisaglie di quello che sarebbe
successo c'erano tutte. Un "polo"è come un coro polifonico,
o lirico. Diceva il maestro Acquarone, grande didatta: «In
un coro la voce singola non deve mai emergere». Così non è
stato.
Ovviamente, dietro ad una situazione del genere ci sono
delle responsabilità.
Le più grandi sono da imputare all'amministrazione comunale.
Non c'è stato, né in passato né ora, un assessore alla
Cultura capace di coordinare le diverse realtà.
Attualmente, oltre all'assessore Godani, nell'occhio del
ciclone è finita l'Opera Giocosa di Tito Gallacci. Quali le
sue responsabilità?
L'Opera Giocosa è venuta meno alla sua ragion d'essere.
Doveva valorizzare il lato minore dei grandi compositori,
recuperare opere sparite dai cartelloni, oppure riscoprire
il lavoro di musicisti dimenticati. Invece si è dedicata ad
opere sì meravigliose, ma che si possono vedere dappertutto.
È il difetto più grande dell'Opera Giocosa: non aver
rispettato gli impegni.
Perché, ce ne sono altri di difetti?
Sì, ce n'è un altro e non meno grave. È quello di non aver
valorizzato le forze locali, i nostri cori, che hanno una
grande tradizione, e poi l'Orchestra sinfonica, che la città
ha fortemente voluto, e le voci singole, quelle che
avrebbero dovuto uscire dalla Renata Scotto Opera Academy.
Se questo fosse accaduto, come era previsto dal progetto
originario, si sarebbero risparmiati un sacco di soldi.
L'Orchestra sinfonica di Savona ha subìto un duro colpo.
Cosa pensa della scelta di utilizzare l'Orchestra di Sanremo
nelle produzioni savonesi?
Io non capisco come sia possibile fare scelte di questo
genere e penalizzare un'Orchestra che ha avuto come
presidente onorario Carlo Maria Giulini e che è stata voluta
da tutti, quando è nata. Tuttavia, bisogna dire che il
"divorzio" tra Orchestra di Savona e Opera Giocosa non è una
cosa recente, ma dura da anni.
Ora è necessaria una via d'uscita. Ne vede una?
Bisogna ridiscutere tutto da capo, rimettere tutti intorno a
un tavolo, rivedere i conti e le risorse disponibili. Potrà
farlo, ragionevolmente, solo la prossima amministrazione
comunale.
Ferdinando Molteni
25/01/2006
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