Il caso Nan: «Il licenziamento dell'Orchestra? È colpa di un Comune privo di guida»  
IL SECOLOXIX

È il tema del momento nelle stanze della città che conta e non solo. Anche gli onorevoli savonesi - Massimo Zunino, diessino, da un lato, ed Enrico Nan, azzurro, dall'altro - si schierano contro il "licenziamento" dell'Orchestra sinfonica di Savona decretato, nei fatti, dalla decisione dell'Opera Giocosa di convenzionarsi per tre anni con l'Orchestra Sinfonica di Sanremo. Il ruolo dell'Opera Giocosa, il suo reale grado di legame con il territorio, appaiono nel frattempo sempre di più nel mirino. Ed è facile ormai prevedere che quello che è iniziato come un banale regolamento di conti tra parti private - Orchestra e Opera Giocosa - finirà per trasformarsi in una revisione completa dell'intero Polo musicale e dei suoi meccanismi di finanziamento.
Enrico Nan punta il dita contro la situazione di vuoto di potere a Palazzo Sisto: «Purtroppo, un anno di assenza gestionale della città provoca anche conseguenze di questo genere. Un sindaco nella pienezza dei suoi poteri avrebbe impedito fatti così gravidi di conseguenze per la città e la provincia». Prosegue Nan: «L'impressione è che in questa vicenda abbiano prevalso interessi privati sulla regia pubblica. In un'occasione del genere invito le istituzioni a riappropriarsi del loro ruolo». Massimo Zunino sottolinea invece che «occorre capire le motivazioni vere che hanno portato a quanto accaduto». Aggiunge l'onorevole diessino: «Una cosa è certa: si sarebbero dovute cercare tutte le alternative per tutelare ciò che viene prodotto a Savona. Non è e non può essere un fatto puramente economico». Conclude Zunino: «C'è molta amarezza, ma spero anche che si possano rimettere le parti intorno ad un tavolo. Questo può avvenire solo se le istituzioni mantengono il polso saldo, mantenendo tutti i loro orientamenti e i loro impegni verso l'Orchestra di Savona e facendo capire a chi di dovere che di lì non si scappa. Dietro all'Orchestra c'è la scuola, c'è un percorso di formazione, c'è produzione di cultura che non si può ridurre a puro calcolo economico».
Durissima la presa di posizione anche di Roberto Cuneo, consigliere di minoranza in Comune. «Non si possono considerare le valenze strategiche e sociali solo quando si chiedono contributi e disponibilità, per poi dimenticarsene quando si acquistano le collaborazioni», osserva rivolto all'Opera Giocosa. Cuneo osserva che «dal 1999 a oggi passi significativi hanno scandito la collaborazione nel polo musicale. Andrebbe contro gli interessi della città disperdere tanta fatica, tanti costi sostenuti, tanta carica progettuale». Cuneo chiede all'amministrazione e all'assessore Godani cosa intendano fare e conclude con una domanda: «Se si adottasse come criterio delle scelte quello esclusivamente economico, siamo sicuri che l'Opera Giocosa sia la scelta migliore?».



A. G.
24/01/2006