SAVONA LA STAMPA
CULTURA LITI E POLEMICHE SUL FUTURO
DELLA MUSICA A SAVONA . LA LIRICA SUL PRIAMAR E I TAGLI AI CONTRIBUTI HANNO
MESSO IN CRISI I BILANCI
Giocosa e Sinfonica a un bivio
Il Comune cerca la mediazione:
Orchestra di Sanremo solo per quest’anno
Un anno solo con la Sinfonica di Sanremo (invece dell’annunciato accordo
triennale), poi tutti attorno a un tavolo: Opera Giocosa, Orchestra Sinfonica
savonese, Comune e Fondazione De Mari-Carisa per cercare di tenere assieme i
cocci di quello che resta del Polo musicale. Si tratta di una soluzione-ponte,
quella che la giunta comunale sta preparando e che tra pochi giorni verrà
sottoposta a Opera Giocosa e Sinfonica dall’assessore alla Cultura Silvano
Godani. Tito Gallacci e Claudio Gilio, i presidenti dei due sodalizi musicali,
verranno invitati a firmare una tregua in modo da salvare i bilanci, non mettere
a rischio i finanziamenti 2006 e garantire la prossima stagione lirica estiva
sul Priamar. Non è detto che i due contendenti si mettano d’accordo. D’altronde
non lo hanno (quasi) mai fatto in dieci anni di «collaborazione». Lo strappo
annunciato venerdì scorso a Sanremo è sì frutto delle difficoltà economiche
dovute a una riduzione dei finanziamenti, ai costi elevati degli spettacoli
lirici e dal fatto che il Comune di Savona vuole a tutti i costi la lirica sul
Priamar anche nel 2006.
Ma le radici affondano nella costituzione stessa del Polo musicale che politici
e gran parte della società civile savonese in questi giorni stanno difendendo a
spada tratta. Polo musicale che dovrebbe anche avere una propria sede nel
complesso dell’Ex Magrini di Villapiana: la cosiddetta «Torre della musica».
Istituito nel 1996, il «Polo» ha cominciato a perdere i pezzi già nel 2000 con
l’abbandono della Renata Scotto Opera Academy, che doveva formare i cantanti. La
Sinfonica invece avrebbe dovuto essere la culla degli orchestrali e l’Opera
Giocosa il fulcro dell’intera operazione per l’esperienza, la tradizione,
l’organizzazione e il ricco finanziamento ministeriale. Un matrimonio di
interesse in cui l’armonia non ha mai regnato.
L’Opera Academy è subito emigrata ad Albissola e poi se ne sono perse le tracce.
Sinfonica e Giocosa hanno vissuto sempre da separati in casa, sotto il tetto del
Chiabrera. Ognuna per proprio conto, ognuna con il proprio botteghino. Per
abbonarsi a prosa, sinfonica e lirica, i savonesi devono ancora oggi fare tre
code nello stesso atrio. La Sinfonica, che il compianto Monacciani sognava quale
fucina di talenti savonesi, non è un’istituzione «stabile». Lavora facendo
spesso ricorso a turnisti provenienti da tutta Italia per brevi periodi di
tempo. Musicisti che devono fare i pendolari e che per suonare insieme
necessitano di innumerevoli sessioni di prova. Due elementi che aumentano i
costi e le spese. L’Opera Giocosa, in quanto teatro di tradizione, deve lavorare
in spazi chiusi, al Chiabrera (che da quest’anno è riaperto e non ammette
deroghe) altrimenti il ministero non la può finanziare con i suoi 500 mila euro
l’anno. Il Comune, invece, vuole a tutti i costi la lirica all’aperto
nell’ottica del rilancio turistico del Priamar. Gli spettacoli lirici hanno però
costi esorbitanti.
Spiega il presidente della Giocosa, Tito Gallacci: «Per accontentare il Comune
quest’anno dobbiamo fare praticamente due stagioni con costi che raddoppiano e
meno finanziamenti. Per sopravvivere dobbiamo far quadrare i conti. Ci mancavano
90 mila euro, abbiamo chiesto alla Sinfonica di collaborare in modo costruttivo
e non solo di presentare il conto. Ci hanno detto di no. Siamo un ente morale e
adesso tutti ci fanno passare per impresari da quattro soldi». «Purtroppo il
rapporto tra le due istituzioni è sempre stato difficile - spiega l’assessore
Silvano Godani - A dicembre era necessario trovare un accordo e invece c’è stata
una lite. Dalla giunta ho avuto la conferma che c’è la volontà di mantenere i
finanziamenti. Lo scorso anno abbiamo dato 130 mila euro alla Giocosa, 52 mila
alla Sinfonica e altri 5 mila alla scuola di musica Ferrato Cilea. Per quanto
riguarda il Polo musicale, si tratterà invece di andare a ridiscutere molti
aspetti, il ruolo della scuola di musica e le componenti savonesi del progetto».
Roberto Bosi, direttore del Teatro Chiabrera: «E' positivo che crescano nuove
esperienze musicali locali, soprattutto se riuscirano ad attrarre ulteriori
interventi pubblici e privati, ma è la tradizione di alta ospitalità nazionale
ed internazionale che, ad esempio negli ultimi anni, ha reso possibile un
progetto culturale di rilievo come quello che ha proposto, per la prima volta in
città, un percorso organico dal gregoriano alla Passioni bachiane». Claudio
Gilio, presidente della Sinfonica e direttore della scuola musicale
Cilea-Ferrato: «Continuo a sostenere che il progetto del Polo musicale savonese
sia valido e la cittadinanza in questi giorni credo si sia espressa in modo
chiaro e inequivocabile. Occorre tornare alle origini del progetto a un lavoro
di ricerca e valorizzazione della cultura a Savona. Se pensiamo solo all’aspetto
commerciale, tanto vale comprare gli spettacoli e non produrre più nulla».