SAVONA LA STAMPA

Gennaio 2006

CULTURA LITI E POLEMICHE SUL FUTURO DELLA MUSICA A SAVONA . LA LIRICA SUL PRIAMAR E I TAGLI AI CONTRIBUTI HANNO MESSO IN CRISI I BILANCI
Giocosa e Sinfonica a un bivio 
Il Comune cerca la mediazione: Orchestra di Sanremo solo per quest’anno
Un anno solo con la Sinfonica di Sanremo (invece dell’annunciato accordo triennale), poi tutti attorno a un tavolo: Opera Giocosa, Orchestra Sinfonica savonese, Comune e Fondazione De Mari-Carisa per cercare di tenere assieme i cocci di quello che resta del Polo musicale. Si tratta di una soluzione-ponte, quella che la giunta comunale sta preparando e che tra pochi giorni verrà sottoposta a Opera Giocosa e Sinfonica dall’assessore alla Cultura Silvano Godani. Tito Gallacci e Claudio Gilio, i presidenti dei due sodalizi musicali, verranno invitati a firmare una tregua in modo da salvare i bilanci, non mettere a rischio i finanziamenti 2006 e garantire la prossima stagione lirica estiva sul Priamar. Non è detto che i due contendenti si mettano d’accordo. D’altronde non lo hanno (quasi) mai fatto in dieci anni di «collaborazione». Lo strappo annunciato venerdì scorso a Sanremo è sì frutto delle difficoltà economiche dovute a una riduzione dei finanziamenti, ai costi elevati degli spettacoli lirici e dal fatto che il Comune di Savona vuole a tutti i costi la lirica sul Priamar anche nel 2006.
Ma le radici affondano nella costituzione stessa del Polo musicale che politici e gran parte della società civile savonese in questi giorni stanno difendendo a spada tratta. Polo musicale che dovrebbe anche avere una propria sede nel complesso dell’Ex Magrini di Villapiana: la cosiddetta «Torre della musica». Istituito nel 1996, il «Polo» ha cominciato a perdere i pezzi già nel 2000 con l’abbandono della Renata Scotto Opera Academy, che doveva formare i cantanti. La Sinfonica invece avrebbe dovuto essere la culla degli orchestrali e l’Opera Giocosa il fulcro dell’intera operazione per l’esperienza, la tradizione, l’organizzazione e il ricco finanziamento ministeriale. Un matrimonio di interesse in cui l’armonia non ha mai regnato.
L’Opera Academy è subito emigrata ad Albissola e poi se ne sono perse le tracce. Sinfonica e Giocosa hanno vissuto sempre da separati in casa, sotto il tetto del Chiabrera. Ognuna per proprio conto, ognuna con il proprio botteghino. Per abbonarsi a prosa, sinfonica e lirica, i savonesi devono ancora oggi fare tre code nello stesso atrio. La Sinfonica, che il compianto Monacciani sognava quale fucina di talenti savonesi, non è un’istituzione «stabile». Lavora facendo spesso ricorso a turnisti provenienti da tutta Italia per brevi periodi di tempo. Musicisti che devono fare i pendolari e che per suonare insieme necessitano di innumerevoli sessioni di prova. Due elementi che aumentano i costi e le spese. L’Opera Giocosa, in quanto teatro di tradizione, deve lavorare in spazi chiusi, al Chiabrera (che da quest’anno è riaperto e non ammette deroghe) altrimenti il ministero non la può finanziare con i suoi 500 mila euro l’anno. Il Comune, invece, vuole a tutti i costi la lirica all’aperto nell’ottica del rilancio turistico del Priamar. Gli spettacoli lirici hanno però costi esorbitanti.
Spiega il presidente della Giocosa, Tito Gallacci: «Per accontentare il Comune quest’anno dobbiamo fare praticamente due stagioni con costi che raddoppiano e meno finanziamenti. Per sopravvivere dobbiamo far quadrare i conti. Ci mancavano 90 mila euro, abbiamo chiesto alla Sinfonica di collaborare in modo costruttivo e non solo di presentare il conto. Ci hanno detto di no. Siamo un ente morale e adesso tutti ci fanno passare per impresari da quattro soldi». «Purtroppo il rapporto tra le due istituzioni è sempre stato difficile - spiega l’assessore Silvano Godani - A dicembre era necessario trovare un accordo e invece c’è stata una lite. Dalla giunta ho avuto la conferma che c’è la volontà di mantenere i finanziamenti. Lo scorso anno abbiamo dato 130 mila euro alla Giocosa, 52 mila alla Sinfonica e altri 5 mila alla scuola di musica Ferrato Cilea. Per quanto riguarda il Polo musicale, si tratterà invece di andare a ridiscutere molti aspetti, il ruolo della scuola di musica e le componenti savonesi del progetto». Roberto Bosi, direttore del Teatro Chiabrera: «E' positivo che crescano nuove esperienze musicali locali, soprattutto se riuscirano ad attrarre ulteriori interventi pubblici e privati, ma è la tradizione di alta ospitalità nazionale ed internazionale che, ad esempio negli ultimi anni, ha reso possibile un progetto culturale di rilievo come quello che ha proposto, per la prima volta in città, un percorso organico dal gregoriano alla Passioni bachiane». Claudio Gilio, presidente della Sinfonica e direttore della scuola musicale Cilea-Ferrato: «Continuo a sostenere che il progetto del Polo musicale savonese sia valido e la cittadinanza in questi giorni credo si sia espressa in modo chiaro e inequivocabile. Occorre tornare alle origini del progetto a un lavoro di ricerca e valorizzazione della cultura a Savona. Se pensiamo solo all’aspetto commerciale, tanto vale comprare gli spettacoli e non produrre più nulla».