ACCADDE  A SAVONA NEL FEBBRAIO DEL …
1430

LEGGI SUNTUARIE

per limitare le spese voluttuarie  dei cittadini 

L’ agiatezza delle famiglie  che ricavavano lucrosi guadagni dalle attività commerciali contrastava  con le condizioni di buona parte del popolo che continuava  a raccogliere magri guadagni con duri e pesanti lavori manuali. La povertà si faceva sentire  e la classe ricca  era portata a fare sfoggio  della propria condizione  privilegiata circondandosi di agi e lusso.

 Per contenere  questi squilibri il Comune dovette emanare  nel corso del secolo varie norme, soprattutto per frenare  l’immoderato lusso delle donne.

Tra le norme troviamo quella del febbraio del 1430 in cui  si consentiva alla sposa  una veste di qualsiasi prezzo , ma per 5 anni  consecutivi non poteva farne altra simile pena 50 lire di multa.

 Con altre  norme, alcune del 1300, si disponeva che:

- ai pranzi di nozze non potevano esserci più di 20 persone, poi per 10 giorni consecutivi al matrimonio non si poteva fare inviti pena lire 40 di multa;

- Nessun  savonese dovrà vestire un  drappo costoso e dovrà proibire alla moglie e alle  figlie  vestiti troppo ricchi di panno;

-  tipo di  vesti, berretti, ornamenti e altri abbigliamenti  dovevano indossare le donne;

- le donne  non  potranno indossare   vestiti  costati più  di 4 lire la canna ( circa 2 metri) se senza guarnitura o 6 lire con guarnitura ;

- Le donne non dovranno sfoggiare oggetti preziosi che superino il valore di 200 ducati.

Le leggi suntuarie servirono anche a frenare  l’eccessivo lusso degli ecclesiastici.

Tratto da STORIA DI SAVONA di Nello Cerisola ( editrice LIGURIA)