Il vero problema sta nell'impegno e nella capacità di uscire da schemi ingessati e precostituiti, di trovare tempi, modi e volontà per raccogliere le richieste, il disagio, le istanze che stanno montando dalla società civile. E che potrebbero essere racchiuse in una semplice parola: "Savona". |
S
trappo o meglio divorzio annunciato a sinistra. Patrizia Turchi, "pasionaria" di Rifondazione comunista, ha detto stop. Con lei si sono dimessi altri due esponenti del partito di Bertinotti: Silvia Poggi e Michele Brosio. E' l'epilogo di un estenuante braccio di ferro con il segretario Franco Zunino. Motivo del contendere la liaison del leader di Rc con il centrosinistra. Turchi lo ha detto chiaro e tondo. "Me ne vado perché non sono d'accordo sul "definitivo adeguamento di Rc ad una politica priva di qualsiasi potenzialità trasformatrice, che a Savona assume caratteristiche di soffocante incapacità di elaborazione ed eniziativa".Nulla di nuovo sotto il sole. Distinguo, polemiche, contrasti, voglie di rottura, divergenze su intese e strategie erano diventate pane quotidiano nei rapporti tra Turchi e Zunino. E nessuno si faceva più illusioni sulla possibilità di una ricucitura, a maggior ragione con l'irrompere sulla scena della cosiddetta "sinistra critica", poi diventata "A sinistra per Savona", l'associazione, ma si potrebbe già parlare di formazione che ha in Franco Astengo ispiratore e motore. Ed è illuminante l'affermazione programmatica della Turchi sulla "necessità di offrire ai savonesi una proposta alternativa, per la quale è necessario lavorare confrontandoci con quei settori di 'sinistra critica' attivamente presenti nella nostra realtà politica, con i quali Rifondazione ha ritenuto di non dover interloquire".
E il centrosinistra? Tutto tace mentre il candidato sindaco Berruti è impegnato ad anticipare la filosofia del suo progetto-città: più bambini, più lavoro, nuova politica della casa verso i giovani e i meno abbienti (finalmente, ma forse è tardi), reperimento di nuove risorse in un mix pubblico-privato, isole pedonali e restyling. Tutto lascia credere che, data per scontata la vittoria su un centrodestra tutt'altro che brillante (l'orafo-candidato Delfino ci perdoni il gioco di parole ), Ds e soci non si pongano il problema della (eventuale) più o meno significativa emorragia a sinistra. I giochi sembrano già fatti e il recupero di Rifondazione apre praterie nei confronti della Cdl. Non ti curar di lor, insomma. Ma il rischio (per l'Unione) di ritrovarsi con una spina nel fianco in consiglio comunale non è poi così remota. Gli scontenti, non solo nei Ds e non solo nella sinistra critica, forse sono più di quanto si possa sospettare. Insomma, il quadro, come si suol dire, è in movimento. L'uscita di Turchi, Poggi e Brosio più che sparigliare le carte di Rifondazione apre una prospettiva nuova. Fa emergere anche all'interno della sinistra un dissenso ormai trasversale nei confronti del governo della città e che va oltre la gestione-Ruggeri e il pasticciaccio che ne è seguito.
Ma sarebbe riduttivo interrogarsi o semplicemente
attendere di scoprire quale potrà essere l'eventuale capacità di
aggregazione del duo Astengo - Turchi e la forza d' urto di
"A sinistra
per Savona". Il vero problema sta nell'impegno e nella capacità di
uscire da schemi ingessati e precostituiti, di trovare tempi, modi e
volontà per raccogliere le richieste, il disagio, le istanze che
stanno montando dalla società civile. E che potrebbero essere
racchiuse in una semplice parola: "Savona". Che ne pensano Berruti,
Delfino e rispettivi compagni di viaggio?
LA REDAZIONE