Savona,
ahinoi, naviga in fondo a tutte le
classifiche. E la Provincia, intesa come
Amministrazione provinciale, è in zona
retrocessione. In un recente sondaggio
il presidente Bertolotto si ritrova al
settantaseiesimo posto. Una delusione
(per lui), una conferma (per i più), un
allarme (per tutti).
A
Palazzo Nervi non l'hanno presa bene. I
sondaggi funzionano se ti danno ragione,
se ti premiano (chi non ricorda
l'esaltazione del bel Ruggeri, inserito
tra i sindaci più fascinosi d'Italia),
ma fanno bruciare il viso quando
rivelano uno scarso gradimento, che nel
caso di Bertolotto significa un cattivo
funzionamento della Provincia, una
bocciatura di fatto per l'azzoppata
(leggasi trasloco di Berruti a Palazzo
Sisto IV) giunta di centrosinistra.
Uno
schiaffetto, da intendere con un pizzico
di intelligenza e un po' di humor, come
uno stimolo. Da incassare con
nonchalance.
Invece
no. Bertolotto e il suo staff hanno
deciso di non stare al gioco e sono
passati al contrattacco. Con tanto di
comunicato stampa. Per dire che cosa?
Che i sondaggi, quel sondaggio, non sono
attendebili. Ma non solo. Palazzo Nervi
(nervi in tutti i sensi) per bocciare i
bocciatori ha anche scomodato il
presidente Ciampi, richiamando l'appello
del Quirinale alla moderazione. Che
c'azzecca?
Diciamolo, Bertolotto ha perso una buona
occasione per stare zitto. Risultato:
dal 76° posto lo retrocediamo all''80°.
Senza bisogno di sondaggi.