Le idee di Berruti per Savona  LA STAMPA
Il programma del candidato sindaco all’esame della coalizione di sinistra
 
[FIRMA]Ermanno Branca
SAVONA
Federico Berruti da martedì sera è il candidato dell’intera coalizione di centrosinistra allargata a Rifondazione comunista. Tutti i partiti hanno espresso apprezzamento per il candidato indicato dai ds che si è presentato al primo incontro con una bozza di programma che verrà poi elaborata. Avversario di centrodestra permettendo (dovrebbe essere l’imprenditore Vincenzo Delfino), queste sono le idee di Berruti per governare la città nei prossimi cinque anni.
DEMOGRAFIA «Noi savonesi siamo troppo pochi, e i giovani sono ancora meno. Una città che voglia porsi come capoluogo deve avere una dimensione che consenta di mobilitare una massa critica minima di risorse finanziarie, umane, intellettuali.Inoltre, siccome lo sviluppo di qualità si fonda su innovazione è chiaro che il motore dello sviluppo sono i giovani, in particolare quelli con molte idee e pochi soldi in tasca, che devono inventarsi nuovi percorsi di vita, aprendo così nuove strade per se stessi e per chi viene dopo».
LAVORO «Il futuro di Savona dipende da quanto in città si offriranno opportunità di lavoro. Il ruolo del sistema pubblico è quello di programmare e favorire una crescita economica di qualità, basata su fattori di competitività. Un sentiero di crescita economica così si può innescare: si tratta in parte di continuare quello che è già stato avviato con lo sviluppo del porto degli ultimi anni, allungando la filiera verso la logistica; in parte di aiutare il riposizionamento e la modernizzazione del sistema del commercio, dei servizi e delle imprese artigiane; in parte di inventare quello che non c'è ancora, un polo di eccellenza della ricerca e dell'innovazione tecnologica e industriale, una vera e propria cittadella dell'innovazione».
URBANISTICA«La riqualificazione urbana della città deve progredire offrendo spazi pubblici di qualità a tutta la città, seguendo temi architettonici legati all'identità e alla vocazione dei diversi quartieri. La valorizzazione del Priamar e della sottostante area ex Italsider possono completare il recupero della Darsena con una forte valenza di usi pubblici; il fronte mare fino a Zinola, può essere valorizzato sviluppando una ‘’promenade’’ di qualità; nei quartieri che hanno un rapporto forte con l'entroterra come Santuario, Lavagnola, Valloria, si deve tutelare e proteggere l'ambiente, e sviluppare un disegno urbano che valorizzi il territorio offrendo nuove occasioni di sviluppo legate all'ospitalità e al tempo libero; a Legino si può sviluppare una nuova identità, legata alla ricerca, all'innovazione e all'Università. Tutto questo senza dimenticare l’esigenza di migliorare la pulizia e il decoro generale».
CASA«Centrale il tema della casa. La difficoltà nell'accesso alla casa è uno degli ostacoli che i giovani incontrano nella creazione di un proprio nucleo familiare autonomo, e quindi è indispensabile avviare una politica abitativa inclusiva, rilanciando i programmi di edilizia sociale e promuovendo accordi per abitazioni a canone di locazione e prezzo calmierato. Il proseguimento della fase approvativa del Piano regolatore è l’occasione per un ridisegno urbano, economico e sociale della città nel quale sia centrale l'interesse pubblico in tutti gli interventi urbani di maggiore rilevanza, ponendo il Comune nelle condizioni di programmare effettivamente le scelte di sviluppo, e dando priorità ad opere pubbliche ed interventi di interesse pubblico».
MOBILITA’«Una fruizione serena della città si scontra con la difficile mobilità nei giorni e nelle ore di punta. Pensare di avere la bacchetta magica è ingenuo, però bisogna lavorare sul problema, studiando come si potrebbero valorizzare le aree di Piazza del Popolo destinate alla proprietà pubblica, valutando, tra le altre, anche l'ipotesi di un city park sotterraneo, elaborando un piano di nuovi parcheggi distribuiti in tutti i quartieri, valutando le opportunità di migliorare il trasporto pubblico da un lato, di ampliare, anche al di fuori del centro, le aree pedonali dall'altro».
COMUNICAZIONI «Un'ipotesi è quella di sfruttare tutte le occasioni di manutenzione dell'illuminazione pubblica per dotare la città di dorsali di trasmissioni dati ad alta velocità ed alta capacità, con priorità alle zone strategiche di sviluppo, quali quelle del campus universitario, dei nuovi insediamenti produttivi, del porto e dell'incubatore, combinando dorsali fisse e spot wi-fi».
ACQUA E RIFIUTI «A Savona è oggi nostro interesse preservare un ruolo centrale delle società pubbliche nel settore dei servizi, dal servizio idrico alla gestione dei rifiuti, per evitare che si rafforzino rendite di posizione private a scapito della collettività. Possiamo farlo lungo un sentiero di crescita dimensionale delle aziende pubbliche, che deve avvenire con progressive integrazioni, a scala comprensoriale, nel quadro fissato dalla programmazione provinciale, che conduce tra l'altro ad un prossima chiusura della discarica di Cima Montà».
RISORSE «Per realizzare progetti ambiziosi bisogna essere in grado di attivare grandi capitali. Una parte di essi deve essere pubblico, perché Savona ha bisogno di grandi progetti pubblici, però il bilancio del Comune è ogni anno più difficile, e non è semplice intervenirvi. Uno dei motivi di difficoltà è che le regole della valorizzazione urbana favoriscono la rendita, spesso a discapito dell'interesse generale: quando si trasforma una parte di città si crea da un lato un aumento del valore immobiliare e dall'altro un costo per la realizzazione delle infrastrutture e degli spazi pubblici. Il gioco è però diseguale: il primo è a favore del privato e il secondo a carico del pubblico, e il riequilibrio che dovrebbe avvenire tramite gli oneri dovuti dai proprietari a favore del Comune è spesso insufficiente. Sulla base di criteri il più possibile trasparenti, ogni trasformazione urbanistica deve essere discussa e decisa sulla base di una chiara enunciazione del bilanciamento tra i vantaggi privati da un lato, i costi e i benefici. In parallelo, il Comune deve contribuire a contrastare l'evasione fiscale. Parte della ricchezza che si forma nel mercato immobiliare sfugge al fisco, erariale come locale: bisogna correggere tale distorsione in modo da poter rivedere, nel senso dell'equità, la fiscalità immobiliare, compresa l'Ici, e aumentare le risorse disponibili per spazi ed infrastrutture».