18 Gennaio 2006 LA STAMPA
LA DEFEZIONE DI SANREMO |
[FIRMA]Pier Paolo
Cervone LA notizia è dei giorni scorsi. Sanremo dà l’addio all’aeroporto di Villanova d’Albenga e punta su Nizza. Ovvero riduce la quota azionaria da una parte e vara un’azione di marketing nello scalo della Costa Azzurra (il secondo in Francia dopo Parigi). Perchè, ragionano Comune e Casinò, i potenziali clienti arrivano più da quella parte che dall’altra. E poi volete mettere l’aeroporto di Nizza con Villanova? E’ come ragionare, calcisticamente parlando, della Juventus e del Treviso. Paragone imparagonabile. E scusate il bisticcio di parole. Ma è proprio qui che sta l’errore. Perchè il Panero di Villanova è lo scalo della Riviera ligure di Ponente. Cioè di tutti coloro (soggetti fisici e imprese, di qualsiasi natura) che vivono e operano tra Savona e Sanremo. Ignorarlo è miope. E, al di là degli schieramenti, politicamente sbagliato. Dieci anni fa come oggi. Anzi oggi è doppiamente sbagliato. Perchè se dieci anni fa tutti (Province e Camere di commercio di Savona e Imperia, 14 Comuni, Carisa, Riviera Trasporti, altre associazioni di categoria e società private) erano chiamati a sostenere gli sforzi per lanciare (o rilanciare, come preferite) l’aeroporto di Villanova, oggi il quadro è radicalmente cambiato. Perchè il «Panero», aeroporto di terza categoria, ha ottenuto in questi ultimi tempi tutto quello che voleva. Elenchiamo: nuova aerostazione, ripristino del servizio dei Vigili del fuoco, illuminazione della pista che consente anche il volo notturno, procedure strumentali e radioassistenza, fondi per il prolungamento della pista che consentirà l’atterraggio di velivoli di maggiori capacità, l’insediamento (tra due o tre anni, massimo) della Piaggio Aero Industries che, pagando un canone d’affitto, consentirà alla società di gestione di essere autonoma dal punto di vista finanziario. Quando è finalmente arrivato il momento di scommettere sull’aeroporto di Villanova, proprio dalla città regina delle scommesse e dell’azzardo arriva un categorico «rien ne va plus». Incredibile. |