Si chiama Opera Giocosa, ma
di giocoso ha davvero poco per il modo in cui ha
"tagliato" l'Orchestra Sinfonica di Savona,
decretandone di fatto la scomparsa. Una
decisione maturata oltre un mese fa, motivata
con problemi di bilancio (mancano 100 mila euro)
e con un'affermazione davvero poco "giocosa" del
presidente Gallacci: "Savona ha investito poco o
nulla, io porto in dote 700 mila euro". Bambole
non c'è una lira, insomma.
Uno schiaffo in faccia alla
città, che si vede cancellare la "sua" Orchestra
Sinfonica a favore di quella di Sanremo (per le
produzioni liriche), e che in qualche modo
rinnega gran parte dei discorsi (teorici) sul
polo musicale savonese. Ma soprattutto un'altra,
l'ennesima dimostrazione dell'inerzia e
dell'incapacità dei resti di quella che fu la
squadra voluta e costruita dal sindaco Ruggeri,
ora nella dorata casa regionale.
Penose, usando un eufemismo,
le giustificazioni del vice sindaco
(auto)reggente Lirosi: "Giocosa e Sinfonica non
si sono messe d'accordo? Noi che potevamo fare.
Solo cercare di salvare il salvabile". Bravo,
bene, bis.
E la farsa continua. A quando
il tutti a casa? Bisognerà per forza aspettare
che la navi affondi definitivamente per un
dignitoso, dovuto e responsabile: "Scusate,
togliamo il disturbo".