Berruti approva seppure con riserva, ma Minetti minaccia di
uscire dall'Unione sbattendo la porta. Il toto-giunta del
Secolo XIX di ieri ha suscitato reazioni contrastanti
all'interno del centrosinistra che ufficialmente si dice
impegnato "solo" sul programma di governo della città, ma in
realtà non intende trascurare nessun dettaglio per la
composizione della futura squadra di Palazzo Sisto.
«I nomi citati nell'articolo - è il commento di Federico
Berruti, candidato sindaco per il centrosinistra - sono
tutti all'altezza di un eventuale incarico in giunta, ma ci
sono altrettante persone non citate che sono molto brave. In
questo momento l'attenzione è tuttavia rivolta al programma.
Dobbiamo elaborare una piattaforma che serva come proposta
della coalizione che mi ha candidato a sindaco. Voglio
trovare un accordo con Rifondazione Comunista e penso che
ciò possa avvenire sui contenuti del programma. Qualunque
ragionamento sulla giunta può essere fatto solo dopo le
elezioni che, è bene ricordarlo, non sono mai scontate.
Decidono gli elettori chi sarà il nuovo sindaco così come a
loro spetta la nomina dei consiglieri. Il resto viene dopo».
Le proiezioni di ieri, non hanno invece soddisfatto Alfio
Minetti, segretario della Margherita. Anzi, i "c'è" e i
"fuori"lo hanno proprio colto di sospresa. «La trattativa
sulla squadra - dice non è ancora iniziata e quindi ritengo
ogni ipotesi sui nomi assolutamente prematura. E, comunque,
se qualcuno dovesse pensare che quello indicato possa essere
l'organigramma, si sbaglia di grosso».
Tra papabili, riconferme e passaggi di poltrone, la
Margherita, almeno nelle ipotesi fatte ieri, in effetti, non
sembra uscirne bene. «Speriamo di essere in presenza di
fantasie personali di qualcuno e non di ipotesi politiche
lanciate dal centrosinistra - prosegue Minetti - perchè
diversamente non saremmo neppure disposti a cominciare a
discuterne ma, anzi a spaccare l'Unione e ad andarcene
immediatamente».
Per quale motivo? «Perchè in virtù del suo peso elettorale,
ritengo che la Margherita debba essere rappresentata nella
prossima giunta comunale con assessorati qualificanti. E
precostituire una situazione come quella indicata sarebbe
molto grave per tutti. Peccherei io stesso di presunzione se
dicessi adesso quali sono gli uomini del nostro schieramento
sui quali punteremo. Infatti nella coalizione stiamo
parlando solo di programmi».
A bruciare particolarmente nella Margherita soarebbero state
le rivelazioni su un accordo Ds-Sdi per consentire a Paolo
Caviglia, attuale assessore ai Lavori pubblici, socialista,
di occupare la poltrona di vicesindaco. L'accordo con
Berruti sarebbe stato siglato all'indomani dell'investitura
dell'attuale vicepresidente della Provincia.
«Noi continuiamo a pensare che contestualmente al Comune sia
necessario rivedere anche gli assetti della Provincia. La
vicepresidenza lasciata da Berruti deve comportare
compensazioni tra gli alleati e il ruolo di "supertecnico"
assunto da Berruti in Comune dovrà essere una cambiale da
pagare in futuro da parte dei Ds».
Angelo Verrando
07/01/2006
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e lo schema proposto dal
vostro giornale è anche solo parzialmente vero, si capisce cosa ci mettiamo
noi elettori del centro sinistra nel prossimo governo della
città. Non le idee, perché nessuno ce le ha chieste,
non i programmi, perché nessuno li ha verificati con noi,
nemmeno gli uomini, espressione di quel partito
che ci ostiniamo a votare. Infatti il candidato sindaco, è un
giovane di cui politicamente si conosce solo
una militanza giovanile nel Psi e la stima per "i grandi
socialisti milanesi degli Anni ’80". Il secondo è l’orgoglioso
e spigoloso segretario dello Sdi. Il terzo, in ordine di potere,
è una new-entry democristiana. Noi, la
stragrande maggioranza del popolo del centro sinistra ci
mettiamo il sangue, nel senso dei voti. E basta. Dispiace
che il candidato sindaco veda solo rosa (purtroppo non in senso
femminile) nel costruire il gruppo
che lo aiuterà a gestire il potere. Dispiace che sembri
dimenticare che Savona è la città dei Magliotto, dei
Morachioli, della Resistenza e della lotta al terrorismo.
Abbiamo cambiato pelle, non abbiamo ancora cambiato testa. Ma è
ancora il nostro cuore fatto di volontariato,
di curiosità culturale tanto diffusa quanto ignorata,e non solo
di mattoni e business, che diventa voti
e fonda la legittimazione a governare. Non siamo però solo voti,
e a sinistra bisogna convincere per vincere.
Speriamo che il dottor Berruti lo tenga presente mentre forma il
suo "staff" per il programma e quando domani
(speriamo) formerà la sua giunta.