«Cremazioni sbagliate al cimitero di Zinola» Memoriale choc di una ex necrofora che si è dimessa l'estate scorsa per mobbing. «Ero una testimone scomoda, ora farò causa al Comune»
Messinscena per nascondere l'errore ai parenti di un defunto
IL SECOLOXIX
Scoppia un altro caso al cimitero di Zinola. È quello delle cremazioni "sbagliate". Non errori dolosi ma comunque errori. Basti dire che una famiglia savonese è in causa con un'agenzia di pompe funebri cui ha rifiutato di pagare il servizio proprio perché al cimitero hanno commesso un errore nella cremazione. «Dovevano cremare la salma in nostra presenza, quando siamo arrivati al cimitero era già tutto fatto e non abbiamo neppure potuto salutare il nostro caro», raccontano.
Un caso isolato? Un errore eccezionale? A quanto pare no. A quanto pare errori e disguidi nelle cremazioni se ne verificano. Di sicuro si sono verificati. E in un caso, il 24 febbraio 2005, una salma è stata addirittura cremata per finta per coprire un errore ai familiari. Un'anziana doveva essere cremata il 24 ma il necroforo per sbaglio l'ha cremata il 23. E quando il giorno dopo sono arrivati i parenti per assistere (è uso assistere guardando un monitor collegato col forno), per non ammettere l'errore gli è stato detto che la bara perdeva, quindi che non potevano aprirla, e l'avrebbero messa direttamente nel forno. E così nessuno ha saputo.
Questo particolare, insieme a tanti altri, è sul dossier che un'ex dipendente del Comune ha compilato nei mesi in cui ha prestato servizio come necrofora al cimitero zinolese. Un dossier dettagliatissimo e choccante. Sopra la dipendente ha segnato irregolarità, disguidi, e soprattutto le angherie subite durante il periodo di lavoro. Era stata assunta dal Comune nel 2004 come operaia specializzata. Aveva un contratto a tempo determinato al cimitero. Per lo stress e il mobbing si è licenziata prima che scadesse.
«Quei giorni a Zinola sono stati un incubo - racconta - licenziarmi è stata una liberazione. Non si può capire cos'ho subito. Ho fatto la necrofora fino all'estate 2005. Poi mi sono detta basta e me ne sono andata».
Motivo? «Le pressioni, le vessazioni, le brutalità che ho subito - prosegue - cose difficili da capire. Cose di cui ho parlato con i dirigenti del Comune ma invano. Figurarsi che un gruppo di necrofori il giorno dopo mi ha detto: "Qui ci prendiamo a pugni ma nessuno è mai andato in Comune a raccontare cosa succede al cimitero". Io l'avevo fatto per tutelarmi, non per fare la spia. Questo tanto per capire il clima che c'è».
Ora l'ex dipendente sta cercando di istruire la causa per mobbing che faccia giustizia e la liberi del peso. «Sembra incredibile ma neppure licenziarmi mi ha liberato di ansia e stress accumulati in quei mesi - prosegue - arrivare al lavoro e sapere di non essere gradita è una sensazione pesantissima. Un gruppo di necrofori che spadroneggia mi ha fatto la guerra dall'inizio. Ero l'unica che non aveva mai mansioni e quando le avevo erano le peggiori. E di tante cose avevo l'ordine di non occuparmi. E il motivo è semplice: sapevano che di me non avrebbero potuto fare ciò che volevano, che non li avrei coperti. Non a caso quelle rare volte che mi è capitato di occuparmi di cose non mie ho sempre scoperto magagne che non riferisco perché scoppierebbe il finimondo. Le cremazioni? L'unica volta che ho assistito è stato fatto un errore. Non dico altro».
«Mi hanno voluto allontanare perché ero scomoda - aggiunge - alla fine hanno vinto e mi sono licenziata. Ma ora con questo sfogo, anche se tardivo, voglio che la gente capisca cosa c'è dentro il cimitero. Io a Zinola avevo già lavorato dieci anni fa e mi ero trovata benissimo. Oggi ho trovato una situazione terribile, notevolmente peggiorata. Il clima è irrespirabile. Le cose non funzionano. Stupisce che nessuno faccia nulla».
Dario Freccero
03/01/2006

L'assessore DE CIA «Se gli episodi denunciati sono veri li affronterò con la massima trasparenza»    


L'assessore ai Servizi cimiteriali Roberto De Cia parla vagamente di «una possibile vertenza di lavoro». Negli uffici amministrativi c'è invece un ricordo di cattivi rapporti tra il personale del cimitero. In Comune è difficile parlare dei mali che vive la necropoli di Zinola. E meno che mai del caso sollevato dalla ex dipendente. Organico sottodimensionato del 50 per cento, aziende esterne che già si sono affacciate per occuparsi di pulizia e manutenzione del verde ma anche per i servizi generali. E nel frattempo c'è stata anche qualche avvisaglia di segno più incisivo. A fornire qualche aiuto alle agenzie di pompe funebri di Savona, negli ultimi mesi del 2005 sono arrivate alcune ditte specializzate dal Piemonte. Inizialmente per procurare manodopera e mezzi per i funerali, per poi proporre servizi sempre più articolati e preziosi oltre che professionalmente validi. Con un obiettivo che alla lunga è venuto a galla: gestire in proprio tutti i servizi cimiteriali di Savona tramite una specifica convenzione con il Comune.
«Più che colloqui con personale con contratto a termine - dice l'assessore De Cia - nel 2005 ne ho avuti diversi con i necrofori in pianta stabile. Di questo tenore: se continuiamo con la gestione diretta del Comune bisogna assumere altro personale. Diversamente bisogna fare presto per dare il servizio all'esterno».
Ma la signora contesta precisi disservizi e grande tensione tra gli addetti. «Se si tratta di una vertenza di lavoro, saranno altri e non l'assessore a decidere cosa fare. Ma se emergessero questioni diverse dal punto di vista dell'organizzazione del lavoro o con effetti sul servizio, sono intenzionato ad affrontarle con la massima trasparenza e sotto qualsiasi aspetto».
La situazione potrebbe migliorare con una gestione privata? «Io ci vado con i piedi di piombo su questa ipotesi. Il mio timore è che in questo caso le tariffe di tutti i servizi possano andare fuori controllo in breve tempo proprio per l'impiego di maggiore di manodopera. Ci sono esempi in altri comuni italiani che inducono a grande prudenza».