Osservatorio per la Qualità della Vita
Associazione Per Ferrania A.R.E. ValBormida
FERRANIA

 Le dichiarazioni di Gambardella (dal Secolo XIX): “Se non mi fanno fare la centrale a carbone, me ne vado. Sono qua per questo.”, hanno, se non altro, il pregio della chiarezza.

di Giulio Save
 

Se c’era ancora qualche dubbio residuo sulle reali intenzioni della nuova proprietà di Ferrania, siamo certi che l’ultima intervista di Gambardella avrà provveduto a dissolverli. Le sue parole (dal Secolo XIX): “Se non mi fanno fare la centrale a carbone, me ne vado. Sono qua per questo.”, hanno, se non altro, il pregio della chiarezza.

Sono venuti qua per questo. Fare una centrale devastante per arricchirsi rapidamente. Chiuso il discorso. Altro che salvataggio di un’azienda tecnologica! Altro che investimenti per l’innovazione! Altro che nuove attività compatibili con l’ambiente! Altro che prospettive di rilancio economico della Valbormida!

Non è nemmeno più un ricatto occupazionale. E’ un ricatto e basta.

Allestita per sfruttare una straordinaria occasione di fare rapidamente enormi guadagni senza badare al danno gigantesco e irreversibile provocato a tutta la popolazione, all’ambiente, alla salute, alle residue possibilità di sviluppo economico-occupazionale della zona ed anche agli stessi lavoratori che sono costretti a scambiare il proprio futuro per un posto di lavoro qualunque, questa squallida operazione mostra a tutti la sua vera faccia.

Il famoso e fumoso Protocollo d’Intesa di Luglio si rivela, dunque, per quello che è: una pasticciata presa in giro che penalizza un’intera comunità ad esclusivo vantaggio di alcuni imprenditori che hanno trovato la compiacenza del governo e la troppo morbida sponda di amministrazioni locali.

Ora, però, a queste ultime si presenta l’occasione per recuperare, dopo il tracollo etico e di credibilità causato dalla loro (subìta?) adesione al Protocollo Gran Pasticcio, la fiducia della popolazione. Ma per questo occorre, nella certezza di essere dalla parte dei tanti, dei più deboli, dalla parte giusta dei valori da difendere ed affermare, occorre respingere con decisione e coraggio questa inaccettabile imposizione e ridiscutere il Protocollo su nuovi e più seri fondamenti.

Sulla base di impegni programmatici che non possono essere  stravolti, abbiamo eletto i nostri amministratori per  rappresentarci là dove si prendono difficili ma fondamentali  decisioni. Ora debbono mostrare di possedere la necessaria  dotazione d’orgoglio di ruolo, l’intima vitale fierezza di  rappresentare la volontà di qualche decina di migliaia di  cittadini che di loro si sono fidati e dunque, di fronte ad atti  e detti di così smisurata tracotanza come quelli che  vediamo, devono avere la forza di far valere la volontà della  popolazione e il coraggio politico, civile e personale di  chiudere discorsi che si rivelino impossibili.

Perché se basta il ringhio di un ministro di riserva o la  minaccia di qualche imprenditore alla ricerca dell’affare  della vita per mandare in frantumi il programma, il mandato,  le idee, la passione, il lavoro per i quali abbiamo dato  fiducia ai nostri eletti, ebbene, allora siamo veramente mal  messi. 

Osservatorio per la Qualità della Vita

Associazione Per Ferrania

A.R.E. ValBormida