MARCO MENSURATI
MILANO - Una rete tentacolare di finanziamenti sottobanco alla politica
per garantire l´assalto e il saccheggio di pezzi importanti del sistema
bancario italiano: e, a garantire questi rapporti e questo assalto, la
figura di colui che sulla trasparenza del sistema avrebbe dovuto
vigilare, il governatore della Banca d´Italia Antonio Fazio. Perché «la
rete di complicità» citata dal Gip Clementina Forleo - e l´allusione
sembra esplicita - riguarda anche «soggetti esterni e anche
istituzionali». E il riferimento è «a chi per anni, nonostante numerosi
e dettagliati esposti provenienti da qualificate associazioni di
consumatori e privati cittadini, è rimasto inerte».
È questo il quadro che emerge dagli atti depositati in queste ore dalla
Procura di Milano a corredo del mandato di cattura eseguito martedì sera
contro Gianpiero Fiorani, l´uomo forte della Lodi, e quattro complici
accusati insieme a lui di associazione a delinquere. Per la prima volta
viene messo nero su bianco da un giudice quanto, l´estate scorsa, faceva
parte della polemica giornalistica e politica: era Antonio Fazio a
coprire Fiorani. Fin dalla scalata alla Popolare di Crema, «sicura e
garantita - sono parole dello stesso Fiorani - in quanto coperta e
voluta dalla Banca d´Italia» fino all´operazione Antonveneta quando col
pretesto della «tutela dell´italianità» la Banca d´Italia protesse «per
evidenti e necessitate alleanze politiche chi solo dalla "italianità"
del sistema bancario avrebbe potuto continuare a fruire di tangenti ed
illeciti profitti».
Se la figura di Antonio Fazio - la cui iscrizione nel registro degli
indagati potrebbe diventare un atto inevitabile anche a Milano - nella
ricostruzione del gip Forleo sembra sovrastare l´intera ascesa di
Fiorani e della sua organizzazione criminale, il punto d´attacco più
immediato per la magistratura milanese appare quello dei finanziamenti
distribuiti da Fiorani ai politici. Qui la testimonianza di Donato
Patrini, il dirigente di Bpi che fungeva da braccio operativo di Fiorani
nel mondo della politica, ha trovato numerosi riscontri. Sono riscontri
che portano in due luoghi chiave della politica: da una parte gli uomini
di Antonio Fazio a Montecitorio e a Palazzo Madama, come Ivo Tarolli e
Luigi Grillo (entrambi di Forza Italia), dall´altra il cuore economico
di Forza Italia: con i soldi destinati a due pasdaran di Silvio
Berlusconi come Aldo Brancher e Paolo Romani, a lungo plenipotenziario
in Lombardia del presidente del Consiglio. Accanto al nome di Romani
compare nei verbali quello di un big della maggioranza di governo:
Roberto Calderoli, ministro delle Riforme. Soldi sottobanco per Romani e
Calderoli vennero stanziati da Fiorani per addomesticare la corsa
interna alla Casa delle libertà per la conquista del sindaco di Lodi.
«Patrini - scrive il giudice Forleo - ha parlato di finanziamenti ad
importanti uomini politici dai quali, evidentemente, i vertici di Bpi
ricevevano un tornaconto quantomeno in termini di copertura della
persistente illegalità operativa». Grillo viene definito dallo stesso
Fiorani, nell´interrogatorio del 31 agosto, l´addetto a un ruolo di «lobbysmo
puro» per conto della Popolare di Lodi e della sua scalata ad
Antonveneta. Sia Grillo che Tarolli vengono ricompensati da Fiorani con
conti privilegiati, come anche il ministro Calderoli. Più cospicuo il
ringraziamento riservato ad Aldo Brancher. Riferendo del conto di favore
intestato alla signora Luana Maniezzo, il giudice Forleo la definisce
«moglie di Aldo Brancher, componente della commissione Riforme
istituzionali, anch´egli chiamato in causa dal Patrini tra i politici
illecitamente finanziati dalla Bpl». È Brancher ad orchestrare
l´operazione che doveva portare un uomo di Fiorani sulla poltrona di
sindaco di Lodi.
Questi sono i nomi emersi finora dagli omissis con cui la Procura
milanese ha costellato i verbali del «pentito» Patrini. Ma c´è
sicuramente dell´altro, e c´è sicuramente un filone di inchiesta già
aperto su questo versante. Scrive ancora la dottoressa Forleo: «La rete
protettiva di Fiorani è ancora in atto, essendo in corso delicate
indagini volte a focalizzare ruoli ricoperti da personaggi di ben altro
livello, ed in particolare da politici di rilievo che avrebbero tratto
ingenti profitti» dalle spregiudicate operazioni di Gianpiero Fiorani. |