DALLA PARTE DELLE BADANTI I primi problemi che incontra una donna immigrata sono ovviamente quelli primari ( permessi di soggiorno, casa, lavoro ) e per questi vi sono parecchi enti che hanno attivato sportelli specifici cui è possibile rivolgersi. Ora però vorrei trattare un altro aspetto, cioè quello psicologico
di
Margherita Pira |
La Provincia di Savona nell’ambito del programma URB –AL, un programma di cooperazione transnazionale, ha organizzato un tavolo di lavoro sul progetto “Donna immigrata”
A questo gruppo di lavoro partecipano, ovviamente, i rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale che è la promotrice e gli operatori di Associazioni o Enti pubblici che trattano questa problematica.
L’attenzione è focalizzata sulle donne perché è in netto aumento l’immigrazione al femminile.
I primi problemi che incontra una donna immigrata sono ovviamente quelli primari ( permessi di soggiorno, casa, lavoro ) e per questi vi sono parecchi enti che hanno attivato sportelli specifici cui è possibile rivolgersi.
Ora però vorrei trattare un altro aspetto, cioè quello psicologico che, tra l’altro, riguarda le più fortunate, cioè le donne che si sono già inserite nel mondo lavorativo e, almeno in apparenza, sono integrate.
Vorrei raccontare la storia di Nora, una ragazza peruviana di 22 anni.
E’ poco più di una bambina, con le caratteristiche somatiche tipiche delle peruviane: carnagione ambrata,occhi e capelli nerissimi, una statura medio – bassa e una corporatura robusta. Non è certo il tipo modella anoressica che va di moda ora, ma è una bella ragazza.
Si occupa, come badante, di un’anziana signora che abita vicino a me; per questo conosco Nora. La incontro, a volte, per le scale e mi sorride con timidezza, ma vedo che mi è grata quando le rivolgo la parola.
Lentamente, con cautela, nei nostri incontri si è aperta e mi ha raccontato la sua storia. E’ la terza di cinque sorelle; la madre è invalida e il padre… qui devia il discorso. Forse morto, forse sparito; non è chiaro.
Una vita di miserie e di stenti. Un giorno Nora ha deciso: “Vado via. Ci sarà un posto nel mondo in cui vivere meglio!”
E’ venuta in Italia.
In apparenza è uguale alle nostre ragazze: pantaloni a vita bassa, ombelico scoperto, cellulare a portata di mano. Dietro a questa facciata però c’è un abisso di solitudine e di amarezza.
Una ragazza giovanissima che trascorre tutte le sue giornate accanto a una vecchietta, non sarà certo molto felice. L’anziana è gentile e non crea particolari problemi ( per questo Nora è fortunata ), ma ha tutte le limitazioni e le manie che l’età comporta. Ripete cento volte le stesse cose e non vuol mai essere lasciata sola. Sicuramente la ragazza penserà alla propria madre, anche lei bisognosa di cure, di cui non si può occupare. Lo faranno le sorelle, ma non è la stessa cosa.
Aveva un fidanzato in Perù, ma non l’ha voluta aspettare.
Nelle ore di libertà aveva trovato un fidanzato italiano, ma anche questo dopo un po’ di tempo si è eclissato.
A Nora resta la casa calda e la tenera compagnia della vecchietta. A volte non esce neppure quando ne ha diritto e resta in camera sua da sola.
Le sud – americane, fra l’altro , sono quelle che hanno minori problemi di integrazione perché la lingua è simile alla nostra e ci uniscono le tradizioni religiose, ma le donne che giungono dall’Asia o dall’Africa devono provare un senso di sradicamento totale.
Per lo più provengono da piccoli paesi e per loro anche Savona ha la struttura della grande città.
Nel periodo del boom economico, era lo stesso problema degli immigrati che giungevano dal Meridione per far gli operai alla Fiat.
Queste badanti sono un po’ le sorelle di “Mimì metallurgico”!
Soprattutto però alcune cose penso che producano effetti devastanti.
L’immigrata deve scegliere: o mantenere i propri usi, le proprie tradizioni ed essere spesso emarginata per questo, oppure adeguarsi alla nuova cultura e civiltà e rimanere emarginata rispetto ai suoi e a se stessa.
Penso cosa deve essere, ad esempio, per una donna immigrata la gestione della salute che in Italia, giustamente, è fortemente medicalizzata
Una donna del Centro Africa ad una visita ginecologica. Deve essere un trauma!
So quanto gli immigrati creino dei problemi e spesso anch’io provo un senso di fastidio quando li trovo a questuare con insistenza presso la cassa automatica di piazza del Popolo.
Inoltre ci sono tutti i problemi di ordine pubblico e di criminalità. E’ vero e qui il problema diventa una valanga.
Tuttavia quando vedo Nora non posso non provare un senso di tenerezza!
Margherita Pira