dal SECOLOXIX
Rifiuti urbani, no definitivo all'inceneritore La Provincia punta tutto su raccolta differenziata e trasformazione in combustibile. La spesa media pro capite per i cittadini salirà da 110 a 132 euro
Il Piano esclude anche l'impianto di biossidazione
 
Non si farà l'inceneritore, ma neppure la biossidazione. Dopo mesi di gestazione è finalmente chiaro. la strada della provincia di Savona per i rifiuti è la raccolta differenziata spinta (oltre il 50%) accompagnata dalla trasformazione di ciò che rimane in "cdr" ovvero combustibile da rifiuto. È quanto prevede il Piano provinciale dei rifiuti tornato ieri all'esame della maggioranza e della giunta di Palazzo Nervi. Ancora una volta non è arrivato il via libera, ma questa volta dovrebbe essere solo questione di giorni: l'approvazione formale arriverà infatti nella seduta di giunta del 15 dicembre.
I costi del nuovo piano - la cui mancata definizione era stato il motivo, la scorsa estate, di una dura polemica in Provincia e del rinvio sine die della pratica - sono stati finalmente quantificati. E sembrano tranquillizare i più timorosi: l'attuale gestione dei rifiuti pesa sulle tasche del cittadino per 110 euro pro capite all'anno. Il piano dei rifiuti Pesce (quello varato dalla passata amministrazione e che prevedeva l'inceneritore) andava ad attestarsi sui 160 euro pro capite all'anno. La soluzione del combustibile da rifiuto fisserà il costo medio per il contribuente a 132 euro pro capite l'anno.
La giornata non era iniziata sotto i migliori auspici. Di fuoco la telefonata del segretario provinciale dello Sdi, Paolo Caviglia, al segretario provinciale della Quercia, Giovanni Lunardon. «Tieni ben presente - ha scandito Caviglia - che la nostra posizione non è cambiata di un millimetro». Affatto un buon viatico per l'inizio della discussione che, alla fine, si è rivelata tuttavia meno tormentata del previsto. «I socialisti puntavano sull'inceneritore, d'accordo - ha liquidato la questione il presidente provinciale Marco Bertolotto - Vorrà dire che quando abbiamo siglato l'accordo elettorale che escludeva l'inceneritore erano distratti o assenti».
Fatto sta che il piano, ieri, è stato di nuovo rinviato. Ma solo dopo essere stato approvato nelle sue «linee generali». Il rinvio è dovuto alla mancanza della cartografia e della cosiddetta «valutazione strategico ambientale», oltre che per dare a tutti gli assessori la possibilità di studiare il voluminoso dossier che Mimmo Filippi ha presentato ai colleghi di giunta. Secondo radio fante il via libera arriverà certamente, tanto è vero che Filippi ha ricevuto mandato per presentare il Piano dei rifiuti domani, nella giornata di studi che la stessa Provincia ha organizzato per approfondire il tema e alla quale parteciperanno anche il noto meteorologo Luca Mercalli e l'ex assessore veneziano (e fratello dell'attuale sindaco della città lagunare) Paolo Cacciari.
Un altro punto chiarito ieri riguardo il destino del combustibile da rifiuto: l'assessore Filippi aveva sollevato un polverone, la scorsa estate, rivelando che tra le ipotesi prese in considerazione c'era anche quella di bruciarlo nella centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Dopo le polemiche, tale ipotesi verrà formalmente esclusa nel piano provinciale: «Sarà sancito per iscritto il divieto di vendere il cdr - spiega ancora Bertolotto - alle centrali elettriche. Sarà invece fornito ai cementifici, altoforni e impianti industriali dotati di proprie centrali.
Cima Montà e Magliolo rimangono aperte in regime di proroga per un massimo di un anno durante la fase di transizione.
Antonella Granero
06/12/2005