Non si farà l'inceneritore, ma neppure la biossidazione.
Dopo mesi di gestazione è finalmente chiaro. la strada della
provincia di Savona per i rifiuti è la raccolta
differenziata spinta (oltre il 50%) accompagnata dalla
trasformazione di ciò che rimane in "cdr" ovvero
combustibile da rifiuto. È quanto prevede il Piano
provinciale dei rifiuti tornato ieri all'esame della
maggioranza e della giunta di Palazzo Nervi. Ancora una
volta non è arrivato il via libera, ma questa volta dovrebbe
essere solo questione di giorni: l'approvazione formale
arriverà infatti nella seduta di giunta del 15 dicembre.
I costi del nuovo piano - la cui mancata definizione era
stato il motivo, la scorsa estate, di una dura polemica in
Provincia e del rinvio sine die della pratica - sono stati
finalmente quantificati. E sembrano tranquillizare i più
timorosi: l'attuale gestione dei rifiuti pesa sulle tasche
del cittadino per 110 euro pro capite all'anno. Il piano dei
rifiuti Pesce (quello varato dalla passata amministrazione e
che prevedeva l'inceneritore) andava ad attestarsi sui 160
euro pro capite all'anno. La soluzione del combustibile da
rifiuto fisserà il costo medio per il contribuente a 132
euro pro capite l'anno.
La giornata non era iniziata sotto i migliori auspici. Di
fuoco la telefonata del segretario provinciale dello Sdi,
Paolo Caviglia, al segretario provinciale della Quercia,
Giovanni Lunardon. «Tieni ben presente - ha scandito
Caviglia - che la nostra posizione non è cambiata di un
millimetro». Affatto un buon viatico per l'inizio della
discussione che, alla fine, si è rivelata tuttavia meno
tormentata del previsto. «I socialisti puntavano
sull'inceneritore, d'accordo - ha liquidato la questione il
presidente provinciale Marco Bertolotto - Vorrà dire che
quando abbiamo siglato l'accordo elettorale che escludeva
l'inceneritore erano distratti o assenti».
Fatto sta che il piano, ieri, è stato di nuovo rinviato. Ma
solo dopo essere stato approvato nelle sue «linee generali».
Il rinvio è dovuto alla mancanza della cartografia e della
cosiddetta «valutazione strategico ambientale», oltre che
per dare a tutti gli assessori la possibilità di studiare il
voluminoso dossier che Mimmo Filippi ha presentato ai
colleghi di giunta. Secondo radio fante il via libera
arriverà certamente, tanto è vero che Filippi ha ricevuto
mandato per presentare il Piano dei rifiuti domani, nella
giornata di studi che la stessa Provincia ha organizzato per
approfondire il tema e alla quale parteciperanno anche il
noto meteorologo Luca Mercalli e l'ex assessore veneziano (e
fratello dell'attuale sindaco della città lagunare) Paolo
Cacciari.
Un altro punto chiarito ieri riguardo il destino del
combustibile da rifiuto: l'assessore Filippi aveva sollevato
un polverone, la scorsa estate, rivelando che tra le ipotesi
prese in considerazione c'era anche quella di bruciarlo
nella centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Dopo
le polemiche, tale ipotesi verrà formalmente esclusa nel
piano provinciale: «Sarà sancito per iscritto il divieto di
vendere il cdr - spiega ancora Bertolotto - alle centrali
elettriche. Sarà invece fornito ai cementifici, altoforni e
impianti industriali dotati di proprie centrali.
Cima Montà e Magliolo rimangono aperte in regime di proroga
per un massimo di un anno durante la fase di transizione.
Antonella Granero
06/12/2005
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