Genova Domani verifica in giunta, lunedì nuovo vertice di
maggioranza. Claudio Burlando corre ai ripari dopo
l'incredibile colpo di scena di martedì in Regione. Gran
parte dei consiglieri del centrosinistra non conoscevano i
dettagli della manovra finanziaria che aumenta le tasse dei
liguri. Il presidente della giunta ieri ha sentito
nuovamente il suo assessore al Bilancio G.B. Pittaluga e gli
ha confermato piena fiducia. Ma adesso deve risolvere il
forte malessere esploso soprattutto dentro Rifondazione, ma
che ha colpito anche Verdi, Pdci, gran parte dei Ds. Senza
contare l'imbarazzo nello stesso gruppo consigliare di
Pittaluga.
Oggetto del contendere è questo: la manovra approvata con la fiducia in consiglio prevede l'imposizione di aliquote per classi di reddito. Quasi tutti i consiglieri avevano capito che si trattasse di un imposizione progressiva per scaglioni di reddito. Il primo vertice con tutti i consiglieri di maggioranza non ha del tutto sopito le critiche e ieri Rifondazione non ha affatto alzato bandiera bianca: i due consiglieri, Giacomo Conti e Marco Nesci, hanno preparato una serie di proiezioni e di stime che dimostrano, almeno in uno scenario, che il gettito non sarebbe modificato di molto in caso di applicazione progressiva. Se Pittaluga sostiene che il gettito scenderebbe da 71 a 27 milioni di euro, Conti e Nesci hanno in mano due fogli: nel primo il minor gettito sarebbe di appena 6 milioni; nel secondo salirebbe a 22. Tanto per dimostrare che ciascuno può disporre delle più svariate statistiche. E lo si capisce subito, ieri a mezzogiorno, quando è persino il consigliere dell'Udc Fabio Broglia a presentare una sua autonoma proposta che addirittura alzerebbe il gettito con imposizioni più leggere per i redditi bassi rispetto allo schema della giunta. Non c'è pace. E non la porteranno i diecimila manifesti che tutti i partiti del centrosinistra attaccheranno ai muri di tutta la Liguria con l'accusa al centrodestra: «Queste tasse sono colpa della gestione Biasotti che ha lasciato un buco da 200 milioni». Un manifesto lo farà anche la Cdl, ma tra i loghi dei partiti non ci sarà quello dell'Udc. La crisi nel centrodestra è ormai a un livello vicino alla rottura, con Broglia che prima non ha partecipato all'ostruzionismo, e ora tira dritto. «Credo sia necessario raffreddare i toni e soprattutto rispettare gli atteggiamenti di tutti i partiti della minoranza», dice Broglia. «L'obiettivo della Cdl è comune: fare opposizione e cercare di prendere il posto della giunta Burlando, ma è necessario che ciascuno proceda secondo coscienza con i modi che preferisce. Teniamo presente che il prossimo sistema elettorale porterà a rimarcare ancora di più le differenze tra i partiti. Il consigliere ha scritto ai capigruppo alleati per chiedere un incontro in modo da fare chiarezza dopo «una attenta riflessione». Broglia ha voluto sottolineare che l'Udc in consiglio regionale "resta collocato dove gli elettori lo hanno messo, cioè nella minoranza, come ha dimostrato il mio voto negativo alla manovra fiscale e la mia firma in calce al documento con cui si fa ricorso contro la procedura della fiducia». Sulla querelle riguardante l'imponibile, Broglia afferma «che con le nostre proposte si poteva evitare ogni equivoco e, facendo scattare gli aumenti a partire dai redditi oltre 15.490 euro, si sarebbe avuto un gettito superiore a quello attuale di circa 10 milioni, con cui avremmo potuto eliminare il ticket sui farmaci». Broglia spiega i suoi conti: «una aliquota aggiuntiva dell'1% su uno scaglione base imponibile compreso tra 15.490 e 25.000 euro darebbe un gettito di almeno 58 milioni. Una aliquota dell'1,25% per i redditi da 25.000 a 35.000 euro farebbe entrare altri 35 milioni e un incremento dell'1,40% per i redditi oltre i 35.000 euro altri 3 milioni». Giovanni Mari 01/12/2005 |