dal SECOLOXIX |
Tre nuove rotonde in via Stalingrado. Sarà l'effetto più
immediatamente visibile del progetto Metalmetron
approvato l'altra notte dal consiglio comunale. I lavori
alla viabilità della zona, infatti, inizieranno
dall'impresa costruttrice in contemporanea alla
demolizione del vecchio manufatto, ossia a marzo 2006.
Le tre rotonde previste sono all'altezza di via
Chiavella e via Sant'Antonio e di via Vittime di
Brescia. Una rivoluzione viaria che consentirà di
eliminare gli attuali semafori in una strada di
scorrimento da sempre rallentata da lunghe code di
veicoli in attesa del "verde". Nella sistemazione sono
compresi anche la sistemazione dei marciapiedi e la
realizzazione di controviali. Il progetto è della
società"Tau" di Milano, già consulente per la
Milano-Serravalle e la tangenziale.
Nei prossimi quattro mesi i progettisti Metalmetron, ossia l'architetto savonese Enrico Caprioglio e lo Studio 5+1 di Genova, incaricati di seguire la vicenda, contano infatti di concludere definitivamente la parte burocratica, e quindi di partire con i lavori veri e propri. «Dopo due anni e mezzo di attesa - dice Caprioglio - con l'approvazione del consiglio comunale abbiamo finalmente messo un punto fermo». Sì. Ma i contrasti alla parte commerciale rimangono. «Con la sistemazione dello stabilimento, a nostre spese ne avranno beneficio tutto il quartiere di piazzale Moroni e pure la viabilità a ponente della città. Non mi sembra un intervento "a gamba tesa" sulla pianificazione urbanistica della città come qualcuno ha voluto far credere». Si parla sempre più insistentemente del trasferimento del supermercato "Famila" nella stessa zona. Alimentare e non alimentare assieme: sarebbe un secondo "Gabbiano". «Non ne sappiamo nulla, ma sarei contento se ciò avvenisse - dice l'architetto -. Il nostro progetto no-food sarà ultimato a dicembre 2007, cioè alla stessa data del gigante "Mondovicino" di Mondovì firmato guarda caso dalla Coop Liguria. Dico solo che la ex Metalmetron potrebbe essere un buon concorrente di quella grande struttura alimentare e non». Angelo Verrando 01/12/2005 |
Va verso la soluzione il problema dei cosiddetti giardini bunker di via Pietro Giuria. Sono da definire le aree verdi da mantenere e quelle pubbliche
che si potranno recuperare in seguito al piano di recupero presentato da un’azienda privata, e poi il progetto potrà avere il via ufficiale. Il soggetto privato
è l’impresa Abaton di Albissola-Savona, già titolare dell’Academie de beautè, che da tempo ha acquistato dalla Curia l’antico (e fatiscente) Oratorio dei Beghini
per realizzarvi un centro di body fitness. Un’occasione d’oro per il Comune che da decenni non riesce ad affrontare il degrado di tutto il sito alle
spalle della Campanassa e da anni quello degli adiacenti giardini bunker.
La pratica ancora una volta è arrivata ieri all’esame della giunta comunale in quanto la società Abaton ha presentato un nuovo progetto per la sistemazione
dell’Oratorio dei Beghini, al quale è collegata la vicenda dei giardini ormai diventati un deposito di spazzatura. «Con il primo esame in giunta del piano definitivo
— ha spiegato Salvatore Ferrara, assessore al patrimonio del Comune — ci siamo dati appuntamento a breve in quanto intendiamo concludere l’iter di
questa pratica entro un mese al massimo.
La società interessata alla ristrutturazione principale si è infatti messa a disposizione del Comune per effettuare tutti gli interventi necessari alla sistemazione
complessiva dell’area. Quindi daremo il via al più presto al progetto».
A. V.