IL SECOLO XIX |
Metalmetron, è arrivata l'ora di decidere. Ad assistere al
consiglio comunale di oggi (ore 20,30) che dirà quale futuro
avranno i 35 mila metri quadrati dell'ex stabilimento di via
Stalingrado, sarà un piccolo esercito di contestatori. Non
meno di una cinquantina di persone, secondo le previsioni
per manifestare la propria opposizione a un progetto che,
dicono con forza, affosserà il commercio e l'economia
cittadina.
Ma, salvo ripensamenti dell'ultima ora, giunta e maggioranza compatta approveranno il piano di ristrutturazione urbanistica che vedrà sorgere nell'area dismessa attività commerciali e artgiane, un albergo e infrastrutture varie. Le opposizioni sono decise a suonare la grancassa per far rimanere il sito "produttivo", bocciando quindi ogni proiezione commerciale. La discussione si prevede che terminerà alle ore piccole. Trai "misteri" riguardanti la Metalmetron, ce n'è uno che intende svelare Roberto Cuneo (centrodestra). «Nel 1999 - dice - Federico Berruti, commercialista stimato, attuale vice presidente della Provincia, staccò un assegno da 17,4 miliardi di lire per l'acquisto dell'area con l'obietivo di realizzarvi un insedimento artigiano. E due giorni prima della firma, l'allora sindaco Ruggeri lanciò l'idea di costruirvi il carcere, che sostenne per oltre un anno. I proprietari, ritenendo che avrebbero potuto ricavarvi un prezzo maggiore, si fermarono. Possibile - si chiede Cuneo - che Berruti fosse stato così avventato da investire 9 milioni di euro per comprare un "buco nero"? E perchè oggi la giunta fa decidere sulla destinazione commerciale del sito, anticipando e forzando una decisione che appartiene al futuro dibattito sul Piano regolatore, a pochi mesi dal possible insediamento di Berruti sulla poltrona di sindaco?». Altre perplessità sul prezzo di vendita: «Il Comune - dice Cuneo - non ha comprato per 9 milioni e dopo cinque anni il valore è di 10, ossia solo un milione in più». Angelo Verrando 28/11/2005 |