02 Dicembre 2005 LA STAMPA
AMBIENTE. BLITZ DELLA POLIZIA PROVINCIALE NELLA FABBRICA DI VIA STALINGRADO Il magistrato sequestra le aree ex Metalmetron |
Ermanno Branca SAVONA La Metalmetron sotto sequestro. Il provvedimento è stato disposto dal sostituto procuratore della Repubblica Alberto Landolfi in seguito ad un esposto presentato dagli abitanti del quartiere. La polizia provinciale ha effettuato un blitz nelle prime ore della mattinata apponendo i sigilli all’area di via Stalingrado che si estende per oltre 45 mila metri quadrati fra terreni, capannoni industriali e palazzine degli uffici. Proprio lunedì sera il Consiglio comunale di Savona aveva approvato una variante al Piano regolatore per la trasformazione dell’ex fabbrica meccano-tessile in centro commerciale. L’operazione è stata effettuata dagli agenti della Polizia provinciale che hanno eseguito un provvedimento deciso dal sostituto procuratore Landolfi che intende accertare se all’interno della fabbrica siano stati stoccati materiali e sostanze tossico nocive, scarti di lavorazioni, olii esausti che avrebbero potuto finire nel terreno e nelle falde acquifere. Il magistrato ha inoltre conferito all’Arpal, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale, l’incarico di effettuare campionature su alcune porzioni delle aree dell’ex stabilimento. Il lavoro dei tecnici dell’Arpal ha preso il via già ieri mattina ma richiederà tempi abbastanza lunghi. Del resto il sito ex industriale su cui effettuare anlisi e verifiche è di notevoli proporzioni perchè si estende fra via Stalingrado, via Sant’Antonio, piazzale Moroni e via Chiavella su un’area di quasi 5 ettari in cui si trovano ancora numerosi corpi di fabbrica in condizioni fatiscenti. Al momento la proprietà è ancora della società Metalmetron srl che però ha ceduto un’opzione alla New Co. che dovrebbe perfezionare l’acquisto entro pochi mesi. Proprio la New Co. nel 2003 aveva presentato un progetto in Comune per la realizzazione del centro commerciale approvato dal Consiglio dopo due anni di polemiche. I vecchi proprietari hanno avviato anche un piano di «caratterizzazione del sito industriale», cioè hanno presentato un progetto di bonifica del sito industriale. «La bonifica spetta per contratto agli attuali proprietari - ha chiarito ieri Federico Barbano, il legale della New Co. -. Anzi una delle condizioni dell’acquisto è naturalmente la piena fruibilità del bene immobile». L’altra clausola del contratto era che il Comune consentisse il vantaggioso cambio di destinazione d’uso da fabbrica a centro commerciale. Da qualche mese in via Stalingrado era stato anche aperto un cantiere per la rimozione delle parti pericolanti della palazzina che si affaccia sulla strada. La pensilina all’entrata dell’ex fabbrica ad esempio è stata completamente smantellata e oggi resta solo lo scheletro di acciaio. L’area ex industriale è in pessime condizioni. Buona parte dei fabbricati sono stati sventrati a colpi di benna per prelevare il materiale, sono stati rimossi alcuni grandi serbatoi che contenevano olii esausti, il terreno è stato smosso dagli escavatori, mentre le palazzine uffici sono devastate. All’interno dell’area la polizia provinciale ha evidenziato la presenza di camion che erano stati provvisoriamente posteggiati nelle aree di manovra ma ora dovranno essere ospitati altrove. Gli agenti della Provincia dovranno anche chiudere i numerosi varchi aperti nella recinzione che nel lungo periodo di abbandono hanno consentito le incursioni di vandali e barboni. |