dal SECOLOXIX |
Cairo Discarica della Filippa: in vista della sentenza del
Consiglio di Stato, prevista per il 13 dicembre, la
Provincia prova a riaprire i giochi sulle autorizzazioni. Ha
chiesto al Ministero dell'Ambiente di rifare la Via,
valutazione di impatto ambientale ed ha chiesto alla ditta
di non andare avanti nei lavori, in attesa degli esiti delle
analisi idrogeologiche sul sito da parte delle agenzie dello
stesso ministero.
Così la Provincia prova a fermare in extremis la discarica per rifiuti speciali della Filippa, in località Ferrere alle porte del centro di Cairo. Il primo lotto-vasca è già stato realizzato dalla Ligure-Piemontese Laterizi. Una strategia annunciata l'altra sera dall'assessore provinciale Mimmo Filippi (rifiuti e ambiente) nel corso di un'affollata assemblea pubblica organizzata dall'associazione "Salute, Ambiente e Lavoro" nella sala consiliare del Comune. «Ho già inviato una lettera alla Lpl- ha spiegato alla platea e al sindaco Osvaldo Chebello- in cui chiedo che l'azienda non si muova, prima di avviare ulteriori verifiche. Adesso attiverò il Ministero per vedere se ci sono spazi per una nuova Via». Infatti l'iter dei controlli sull'idoneità del sito Filippa «è ancora da completare, visto che manca l'autorizzazione di un privato per monitorare una frana su un territorio confinante». Nel corso della serata il presidente di "Salute, Ambiente e Lavoro" Mino Ferrari ha chiesto alla Provincia di inserire nel piano dei rifiuti solidi urbani, che verrà discusso lunedì, «un vincolo di distanza, di almeno 1500 metri tra case ed impianti per rifiuti speciali». Il comitato ha anche chiesto di congelare l'iter di collaudo e gestione. «Il collaudo deve ora passare al vaglio dell'Arpal». Nel corso della serata è stato contestato anche il Comune, reo di non essersi opposto all'autorizzazione concessa con delibera dello scorso ottobre dalla Regione sulla continuazione delle attività estrattive nell'ex-cava della Lpl, ora destinata a discarica. «Il Comune non ha partecipato alla Conferenza dei Servizi dove si è data l'autorizzazione, non esprimendo alcuna contrarietà»è l'accusa dell'avvocato Giorgia Ferrari, portavoce del comitato che ha esibito gli atti. «Non siamo stati invitati perché siamo contrari» ha ammesso il sindaco Chebello che ha accolto la richiesta dei legali di impugnare gli atti della Conferenza. Intanto il comitato anti-discarica ha annunciato una mobilitazione su Roma, con due pullman, in occasione dell'udienza al Consiglio di Stato. Alberto Parodi 03/12/2005 |