Bonus o malus?

Crediamo rientri nella capacità di autogestione economica di qualsiasi coppia, per quanto disadattata mentalmente, la possibilità di capire che mille euro una tantum non fanno decidere nessuno, che non sia già deciso, a mettere un figlio al mondo.

di GIULIO MAGNO

 

In riferimento all’iniziativa prevista dal governo di distribuire un bonus di mille euro ad ogni coppia che faccia nascere un figlio nell’anno finanziario, vale la pena cercare di fornire una possibile interpretazione.

Sicuramente non si tratta di un gesto che possa di per sé costituire un valido sprone alla procreazione, checché ne dicano i cattolici al governo (vantatisi di avere “spinto” per l’adozione del provvedimento): infatti, crediamo rientri nella capacità di autogestione economica di qualsiasi coppia, per quanto disadattata mentalmente, la possibilità di capire che mille euro una tantum non fanno decidere nessuno, che non sia già deciso, a mettere un figlio al mondo.

Critica banale, direte, ma il problema è che il vero motivo di quella decisione lo sanno anche i sassi, ed è quello elettorale. Soldi a pioggia e a tutti, belli e brutti.

Ancora una volta, si è scelto di non parlare chiaro, neppure là da dove ci si dovrebbe aspettare di rimanere sommersi dai commenti e dalle raccomandazioni, e cioè dalla parte di Santa romana chiesa.

Invece di continuare a parlare e scrivere dei problemi del relativismo (considerato un errare più diabolico che umano), del quale si preoccupano anche i presidenti delle Camere, che sembrano essere stati reclutati dalla Conferenza Episcopale Italiana, piuttosto che dai due rami del Parlamento (che di relativisti è pieno), i vescovi italiani dovrebbero invece, a parer nostro, tirare le orecchie ai loro boyscouts seduti a Roma, colpevoli di non aver avuto il coraggio di pensare a qualcosa di più strutturale e meno elettoralistico del bonus.

Qualche polemica in realtà c’è stata, sul tetto di reddito che si sarebbe potuto introdurre nel meccanismo distributivo del beneficio (qualcuno ha tirato in ballo il figlio di Totti. !? ), ma provenendo dalle stesse menti di chi aveva pensato il bonus, non è riuscita ad andare più in là dei confini dell’idea originaria.

Sarebbe bastato poco. Un segnale, neanche troppo eclatante, di una resipiscenza dei cattolici conservatori, sarebbe stato, per esempio, spendere gli stessi soldi previsti dal bonus per aiutare le giovani madri a lavorare qualche ora in meno al giorno, oppure a risparmiare sulle quote degli asili privati, ai quali sono costrette ad iscrivere i propri bambini perché quelli pubblici non sono in numero adeguato.

Invece niente. Inazione. La politica debole, quella che rincorre gli elettori, che è costretta ad inseguire, perché non riesce a correre davanti, ancora una volta ha trionfato.

Poi, con incredibile incoerenza, quella stessa piccola politica, ti dice che la vita va preservata a tutti i costi, che la politica non può dimenticarsi dei valori della famiglia.

Però, del reddito di quella famiglia non si occupa nessuno, salvo dichiarazioni generiche tipo “sostegno alle famiglie per rilanciare i consumi”.

In questo Paese, se fai un figlio, la questione rimane un fatto privato…mentre si perde totalmente di vista la dimensione sociale della procreazione, non solo intesa come mantenimento in vita di una nazione, ma come continuazione di un patto generazionale di mutuo sostentamento, e cioè, in ultima analisi, alla necessità di avere figli perché mantengano il paese con la loro attività lavorativa.  

La notizia di oggi è che le macchine di lusso (sopra i 60mila euro) hanno visto aumentare le vendite del 12/13 per cento nell’ultimo anno.

Con l’equivalente del bonus, chi può permettersi auto come quelle ci si cambia sì e no un treno di gomme, escluso quella di scorta, ovviamente…

Alla prossima settimana

Giulio Magno