Metalmetron: «Il Tar bloccherà il piano» Mercoledì riunione con l'avvocato del comitato misto e il 28 novembre occupazione simbolica del Comune nella seduta di consiglio decisiva
Oppositori decisi alla battaglia legale contro il mega store
 dal SECOLOXIX
 
Si riuniranno per contarsi e per prepararsi a una battaglia legale senza precedenti per Savona. La Confesercenti con alcune associazioni di categoria aderenti alla stessa associazione, l'Unione piccoli proprietari immobiliari (Uppi) presieduta da Franco Fenoglio, alcuni Comitati di Via della città. Tutti contro la trasformazione della ex Metalmetron in un gigantesco mega store in grado di ospitare grandi gruppi commerciali, importanti marchi, insediamenti artigiani, un albergo e infrastrutture varie.
Una cittadella dello shopping con 12.500 metri quadrati di spazio commerciale messo a disposizione di aziende in arrivo da fuori Savona grazie a un'operazione da 12 milioni di euro di costo iniziale, altri tre milioni per la bonifica e le demolizioni, e infine 35 milioni per la nuova costruzione e gli investimenti collegati, comprese le opere e gli oneri di urbanizzazione. Un progetto che il prossimo 28 novembre arriverà in consiglio comunale per il "sì" definitivo di Palazzo Sisto dopo un lungo e tormentato iter.
Ma il piano rappresenta anche una riconversione osteggiata con forza da chi già adesso vi intravvede un colpo definitivo al piccolo commercio della città. Per mercoledì 23 novembre è convocata l'assemblea generale degli oppositori al piano. I promotori sono decisi già in quella sede a dare mandato all'avvocato Mariarina Dagnino per istruire un ricorso urgente al Tribunale amministrativo regionale e quindi bloccare il cambio di destinazione d'uso dell'area.
Per il giorno 28, inoltre, in concomitanza con il consiglio comunale sulla Metalmetron, il comitato contro il mega store ha annunciato di voler occupare simbolicamente il Comune a sostegno della piccola impresa. E per sostenere la stessa "vertenza", la riunione di presidenza della Confesercenti - con un gesto dimostrativo - è stata convocata alla stessa data proprio nella sala consiliare.
Oltre alla questione di fondo del commercio locale che rischia di essere messo in ginocchio a breve, i contestatori puntano su altri punti. «Siamo certi che il Tar bloccherà il piano di ricoversione - annuncia Francesco Zino, presidente della Confesercenti - perchè nel programma di governo del sindaco Ruggeri veniva assicurato che non sarebbe stata modifcata la "vocazione produttiva" delle zone Paip, ex Erg e Metalmetron. E un altro motivo è rappresentato dal fatto che gli stessi acquirenti hanno comprato l'area come industriale e quindi la loro pretesa di mutare la destinazione rappresenta una forzatura, comprensibile solo in ragione di un maggior valore commerciale, cui però non hanno titolo».

Angelo Verrando
21/11/2005
LA PROPOSTA «Con la piccola impresa avremo 400 posti di lavoro»
 
 

Artigianato e piccola industria nella ex Metalmetron per arginare lo squilibrio in atto a sfavore delle attività produttive e per combattere la recessione economica della città. La proposta contro il mega store è di Roberto Cuneo, consigliere comunale di opposizione (centrodestra) che per l'ex stabilimento dell'Oltreletimbro ipotizza insediamenti produttivi «in grado di garantire oltre 400 posti di lavoro i quali, oltre a rappresentare una possibilità di occupazione, possono essere decisivi per un rilancio dei consumi in città».
La teoria è esposta in un articolato documento inviato da Cuneo ai vertici delle associazioni del commercio e dell'artigianato, alla Legacoop, a quelli dei sindacati Cgil, Cisl, Uil. «Savona - argomenta in consigliere di minoranza - dispone ormai di pochissime aree sulle quali fare politica di territorio. E quella della ex Metalmetron è l'unica su cui si possano fare progetti per lo sviluppo della città».
Ma qualcuno obietta che non ci sia la domanda di un congruo numero di attività produttive. «In un sito come quello della ex Metalmetron, vicino all'autostrada, sulla direttrice del porto, non lontano dal confine francese, è l'offerta che crea la domanda. E, anche se i posti per la piccola impresa non fossero occupati da subito, sarebbe pur sempre una possibilità di sviluppo futuro per la città».


21/11/2005