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«Il carbone è anti-storico, basta con le centrali nelle
città, coprire i parchi a carbone è ridicolo, non serve a
limitare i danni alla salute causati dalle emissioni in
atmosfera». Agostino Torcello, ambientalista del Moda
(Movimento Opinione Difesa Ambiente) da anni in prima linea
nelle battaglie contro la centrale di Vado,
ora impegnato sull'ipotesi centrale a Ferrania, cita i dati
di un vecchio volantino datato 1985. «Sono sempre validi,
d'attualità. Nel testo una centrale a carbone da 1000
megawatt, secondo fonti di uno studio americano era sinonimo
di 25 decessi all'anno, 60 mila casi di malattie
respiratorie e 23 miliardi di vecchie lire per danni a cose
e strutture». Un punto di partenza sempre valido anche per
Virginio Fadda, sempre del Moda, che insieme a Torcello
rincara: «Si tenga presente che adesso siamo alle prese con
l'aggiunta dei danni causati dalle polveri sottili. Si
stanno analizzando dal punto di vista dell'inquinamento non
soltanto più le polveri sottili PM 10, ma anche quelle
sottilissime, le PM 2,5, la situazione non è cambiata, anzi
peggiorata». Secondo il Moda sono due i principali argomenti
di discussione anti-centrali e soprattutto anti- carbone:
«Perché costruire impianti di lavorazione e centrali in
mezzo alle case, nei centri abitati? L'inquinamento prodotto
dalla centrale Enel di Vado Ligure si spande per un raggio
di 80/90 km. E poi Ferrania non è a ridosso dei centri
abitati di Cairo e Carcare? Non si fanno centrali in città.
La provincia di Savona è un'area sola»è la prima obiezione.
La seconda riguarda i controlli: «Non sono certo controlli
fatti a regola d'arte, che possono tranquilizzare dal punto
di vista della salute». Torcello e il Moda rilanciano
l'emergenza salute: «I problemi tumorali causati dal carbone
non riguardano più soltanto l'ambito respiratorio, ma
vengono sviluppate malattie che riguardano anche l'apparato
cardio-circolatorio».
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