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Celle L'"ecomostro" di largo Giolitti a Celle, una struttura
realizzata nei mesi scorsi proprio a fianco della stazione
ferroviaria e all'interno della quale sono stati ricavati 18
appartamenti, 240 box auto privati e 150 pubblici, non verrà
demolita. Neppure in parte.
Il Comune della località rivierasca ha infatti approvato una
variante al Puc che ha consentito di evitare la demolizione
di tutte quelle opere che erano state realizzate durante
l'importante intervento, anche se in assenza di concessione
edilizia. I carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico)
hanno però denunciato all'autorità giudiziaria Pietro Pesce,
titolare dell'impresa "Ligurcelle immobiliare" che ha
effettuato l'intervento, il progettista e il direttore dei
lavori. E nei prossimi giorni dall'ufficio del sostituto
procuratore Giovanni Battista Ferro, che ha coordinato le
indagini e la relativa inchiesta, partirà la citazione a
giudizio diretta nei confronti dell'imprenditore di Cogoleto
e dei due professionisti per abuso edilizio.
Una conclusione dell'inchiesta che per certi versi ha del
clamoroso. Soprattutto se si considera l'importanza
dell'intervento edilizio eseguito e ancor più la lunga serie
di proteste da parte degli abitanti di Celle, con esposti
vari inviati nei mesi scorsi sia alle forze dell'ordine che
all'autorità giudiziaria. Al momento di mettere nero su
bianco, però, in molti si sarebbero tirati indietro. Non
confermando agli uomini del nucleo operativo ecologico dei
carabinieri le pesanti accuse che avevano invece mosso nei
confronti degli autori dell'intervento edilizio negli
esposti effettuati nei mesi precedenti. «Dal punto di vista
giudiziario - si limita a sottolineare il pm Giovanni
Battista Ferro - è una vicenda ancora aperta. Per cui non
posso esprimere alcun giudizio. Al massimo posso confermare
la scarsa collaborazione trovata dagli investigatori del Noe
tra persone che forse avrebbero potuto fornire elementi
decisivi per imporre un'altra svolta all'inchiesta».
La vicenda è nota. Tre anni e mezzo fa Pietro Pesce,
titolare della "Lci", acquista da Metropolis le aree di
largo Giolitti per 3 miliardi e 400 milioni delle vecchie
lire. Il Comune approva un progetto che prevede la
realizzazione di alcuni appartamenti e di numerosi box. Ma
durante i lavori, l'intervento edilizio assume proporzioni
maggiori. In sostanza, secondo quanto appurato dai
carabinieri del Noe, viene realizzato uno scavo, senza
peraltro che nessuno a Celle se ne renda conto (nè i tecnici
del Comune nè la polizia municipale), che consente di
costruire 84 box in più rispetto a quelli previsti nel
progetto originario.
03/11/2005
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