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Genova Se questa settimana l'attività del consiglio
regionale resta ancora bloccata dal caso caccia, una
proposta di legge sul numero dei consiglieri fa discutere i
partiti. Tutto nasce dall'iniziativa di "Gente di Liguria",
la lista civica che ha sostenuto Claudio Burlando e ha
portato in consiglio Luigi Patrone (capogruppo) e G. B.
Pittaluga (ora assessore al Bilancio). La proposta di legge
è di Patrone e, se approvata, istituirebbe il consigliere
regionale a tempo. In un solo articolo, Patrone dice che il
consigliere eletto che diventa assessore deve essere
sostituito temporaneamente nel suo ruolo di consigliere e
quindi può lasciare il posto al primo dei non eletti durante
l'incarico assessorile.
La norma, se attuata, aumenterebbe di quattro posti il
consiglio: lo stesso Pittaluga lascerebbe il suo seggio a
Enrico Cavana, l'assessore Claudio Montaldo (Ds) farebbe
entrare Lorenzo Basso (Margherita), l'assessore Renzo
Guccinelli (Ds) offrirebbe spazio a Luigi Merlo
(Margherita), che peròè già stato ripescato come assessore e
quindi si aprirebbero le porte di via Fischi a Giorgio Brero
(Sdi). Non è chiaro chi beneficerebbe del posto lasciato
vuoto da Massimiliano Costa (Margherita), eletto nel
"listino" del maggioritario. A suo modo Carlo Ruggeri (Ds)
aveva già applicato la regola, dimettendosi da consigliere
appena avuto l'incarico e lasciando entrare Michele Boffa.
D'altra parte, dei 12 assessori in giunta, otto sono
esterni.
Per Gianni Plinio (An), «siamo davanti a una straordinaria
nuova edizione della moltiplicazione dei pani e dei pesci; è
un aumento mal nascosto degli stipendi in palio, persa ormai
traccia del buon senso, ora il centrosinistra ha smarrito
anche la decenza». Commenti simili nel resto della Cdl, ma
anche a sinistra l'idea non trova particolari entusiasmi.
Per Giacomo Conti (Rifondazione), «la proposta è sbagliata:
un conto è la proposta di aumentare il numero dei
consiglieri, possiamo parlarne anche se non siamo d'accordo;
altra cosa è dare una risposta parziale al problema con
questo stratagemma». E Moreno Veschi (Ds): «Il contenuto di
questa legge non mi convince, non ne abbiamo mai discusso.
Altra cosa sarà la revisione della legge elettorale, che a
nostro avviso non dovrà comunque aumentare il numero dei
consiglieri». Patrone prende atto: «Se è una questione di
costi possiamo trovare una soluzione, io mi sono mosso
perché mi sono accorto sulle mie spalle che un assessore non
ha la possibilità di svolgere le sue funzioni di
consigliere».
Se ne riparlerà. Anche perché, a microfoni spenti, un certo
consenso trasversale alla legge di Patrone esiste: nel
centrodestra e nel centrosinistra. Specie tra chi, oggi o in
futuro, potrebbe beneficiarne.
Giovanni Mari
02/11/2005
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