Presentazione del testo
“VIAGGI D’ISTRUZIONE ai CAMPI DI STERMINIO NAZISTI” di Margherita Pira |
E’ stato pubblicato, in questi ultimi mesi del 2005 anno del sessantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale e quindi della liberazione dei campi di sterminio nazisti, un importante volume “Viaggi di istruzione ai campi di sterminio nazisti”.
La pubblicazione è stata fortemente voluta dall’ANED ( Associazione Nazionale ex Deportati politici ) che si è impegnata con tutte le sue forze e a lungo per ottenere lo scopo. Grande è quindi la soddisfazione per il traguardo raggiunto degli iscritti all’Associazione e di tutti coloro che credono all’importanza del ricordo storico per costruire un futuro libero dagli orrori del passato e che nel contempo giudicano doveroso un omaggio alle vittime.
Il testo è presentato, oltre che dall’ANED, dall’ISREC ( Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea ) di Savona
Perché definire “importante” questo libro?
Perché “il futuro ha radici antiche” e questo libro esprime lo sforzo per tenere vitali queste radici.
L’ANED dal 1978 organizza viaggi di istruzione ai campi di sterminio nazisti in collaborazione con le scuole savonesi ( e, in qualche misura, imperiesi) e in tali occasioni viene richiesto ai giovani un lavoro di ricerca e di riflessione sul passato e lo sforzo di appropriarsi di questo passato perché diventi un punto saldo della loro cultura. Il materiale raccolto ( riflessioni, ricerche, temi, poesie, racconti ) è stato letto e analizzato dall’ANED che ha quindi, grazie anche al sostegno dell’ISREC e della Fondazione “A. DE MARI” Cassa di Risparmio di Savona, potuto realizzare la pubblicazione.
E’ importante il testo, perché è importante il lavoro a monte.
Gli incontri – dibattito con gli allievi delle scuole superiori danno inizio all’iter.
In collaborazione con gli insegnanti, la Presidente dell’Associazione, Maria Bolla Cesarini, assieme ai reduci, cerca di trasformare ciò che si può leggere sui libri di storia ( o ricercare in biblioteca o su internet ) in vita reale, quindi fruibile dai giovani e capace di toccare, oltre alla sfera razionale, quella dell’emotività.
I racconti senza retorica dei reduci, sempre più stanchi e sempre meno giovani, colpiscono l’attenzione dei ragazzi e vengono poste delle domande, a volte molto semplici, ma che ottengono l’effetto di portare la tragedia al livello della quotidianità presente.
“Cosa mangiavate?” “Dove dormivate?” “Faceva freddo?”
Questo il punto di aggancio.
Le risposte sono semplici ,come le domande.
“Il pane. Il pane è ciò che desideravo di più. Ancora adesso non posso iniziare il pranzo, se davanti al mio piatto non c’è una pagnotta”.
Nulla di più semplice, di più comprensibile, ma da questo si dipana un gioco psicologico in cui l’umanità violata dei reduci entra in rapporto empatico con la sensibilità degli allievi.
Quei corpi scheletrici e sformati, quegli sguardi vuoti, privati di ogni luce interiore, smettono di essere parole.
La ferita greve inferta al singolo diventa il terribile olocausto dell’umanità nel senso più ampio e profondo.
E i bambini? Piccole larve senza luce.
Allora i bimbi che ora muoiono per denutrizione o per l’impossibilità di avere anche le più elementari cure mediche smettono di essere spot caritativi delle associazioni umanitarie, ma entrano nel vissuto dei nostri ragazzi, spesso felicemente viziati.
Il passato si salda col presente.
E le minoranze? Zingari, omosessuali, Testimoni di Geova?
Ma l’ONU, la nostra Costituzione difendono le minoranze.
Forse la storia ha insegnato qualcosa che può essere un punto fermo; se continuiamo a tenerla viva in noi ci trasmette dei valori su cui fondare l’esistenza.
Libertà,democrazia, rispetto smettono di essere solo parole.
“Son morto con altri cento, son morto che ero bambino…”
Anche ora. Ma domani, se ci crediamo fermamente, forse non più
I ragazzi, anche se dapprima confusamente, lo capiscono.
A questo punto l’ANED e gli insegnanti razionalizzano l’emozione con la riflessione storica.
Analisi, studi, documentazioni visive sono il secondo gradino del percorso. Gli allievi ora sono in grado di produrre loro elaborati per partecipare al concorso che l’ANED indice tutti gli anni e che ha come premio la partecipazione al viaggio – pellegrinaggio a Mauthausen.
Il viaggio: l’altro choc emotivo
Poi, al ritorno, la condivisione dell’esperienza, la riflessione e la produzione di altri elaborati.
Nella coscienza etica dei nostri giovani rimarranno dei valori solidi in grado di sostenere anche il comportamento quotidiano.
Questo è lo scopo che l’ANED si prefigge.
Tutto ciò, a chi sappia coglierlo, traspare negli elaborati pubblicati nel volume.
Per questo il libro è importante ed è importante leggerlo con attenzione.
Come conclusione, è giusto dare la parola, come testimonial per tutti, ad una ragazza ( Stefania Ponzone ) che ha partecipato a un viaggio.
“Per i morti e per i sopravvissuti, per noi stessi, non dobbiamo dimenticare”.
Margherita Pira