Rari, rischio ridimensionamento
Vertice a Palazzo Nervi. Il presidente della "De Mari", Pasquale: «Tra due anni piscina nuova, aiutiamo la società in una difficoltà straordinaria»
Sos dei campioni: l'esilio a Imperia "costa" 200 mila euro
dal SECOLOXIX
 
La Rari? Non solo un fatto di sport, ma il biglietto da visita di Savona: «Sarebbe un assurdo ritrovarci tra due anni con una piscina nuova, ma senza una società all'altezza della situazione», dice il presidente della fondazione "De Mari" Luciano Pasquale. Nessuno vuole usare la parola ridimensionamento, ma il concetto è quello. Senza giri di parole: la Rari bussa a quattrini come condizione per continuare a battersi ad altissimi livelli. La stagione "ballerina" tra Imperia e Albisola aprirà nella cassa dei campioni d'Italia di pallanuoto un "buco" da 200 mila euro. Ieri, per questo, si è tenuto un vertice in Provincia, al quale hanno partecipato l'assessore provinciale Carlo Scrivano, l'assessore savonese allo sport Roberto De Cia, il presidente del Coni Lelio Speranza e lo stesso Pasquale, oltre ai rappresentanti della società.
Non è stato un gran consulto al capezzale di un malato, ma ne è uscito comunque un grido di allarme. Proprio sull'aspetto promozionale e d'immagine ha puntato il padrone di casa, l'assessore al turismo Scrivano: «Non so cosa potremo fare, ma qualcosa va fatto: la Rari non è un fatto puramente sportivo, ma è la società che porta il nome della città e della provincia in giro per il mondo. La finanziaria impone drastici tagli ed il bilancio del mio settore, per lo sport, prevede zero lire. Ma vedremo di reperire qualcosa».
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente Pasquale: «Ci è stato illustrato un momento di difficoltà legato a condizioni straordinarie, proprio mentre la societàè chiamata a difendere il titolo e a giocare in Coppa Campioni». Che fare allora? Impegni precisi nessuno, per ora, ne prende. Si vedrà, anche perché al momento il portafogli piange. Ancora Pasquale, tuttavia, si dice possibilista, pur ponendo due condizioni. «Per quanto ci riguarda può esserci una disponibilità ad intervenire, nelle forme e quantità che vedremo, se l'intervento avrà un chiaro carattere di straordinarietà. E se c'è la volontà di intervenire anche da parte di chi già sostiene la Rari, cioè gli sponsor, e degli enti locali coinvolti come i comuni di Savona e Albisola. E, naturalmente, se c'è la valutazione positiva del Coni».
E la società? La società non si nasconde dietro ad un dito. «La straordinarietà degli eventi che dobbiamo fronteggiare ci ha portati a chiedere alle istituzioni una sensibilità altrettanto straordinaria. Per il resto siamo tutt'altro che una società sull'orlo di finire a gambe per aria».
È un Luca La Cava combattivo come ai tempi in cui era il capitano della Rari a fare il punto dell'incontro avvenuto ieri in Provincia. Il direttore generale del sodalizio biancorosso, insieme con il vicepresidente Giuseppe Gervasio, ha cercato di sollecitare la sensibilità degli interlocutori istituzionali sulla situazione della squadra.
«Ci stiamo muovendo anche con i nostri soci per riuscire a raggiungere una quota che definiamo "di sicurezza" - analizza La Cava - Purtroppo il ripiego su Imperia anche per le gare del torneo di A1 significa spendere solo e non incassare nulla. Basti pensare a quanto entra nelle casse societarie attraverso la cartellonistica. Nessun imprenditore savonese spende nella pubblicità a bordo vasca se dev'essere esposta a 70 chilometri di distanza». Ottenere un ulteriore sostegno dalle istituzioni, però, non sarà facile. Specie dopo i tagli subiti dalla Finanziaria e con i lavori della copertura dell'impianto di corso Colombo che stanno marciando a pieno regime...«Noi abbiamo soltanto lanciato un segnale - prosegue il direttore generale - Ci rendiamo conto benissimo della situazione e, anzi, siamo riconoscenti per gli sforzi che tutti stanno facendo per darci "una casa". Le difficoltà attuali non sono colpa di nessuno ma di una situazione del tutto imprevista. Non percepire, però, la Rari come un patrimonio dell'intero territorio, equivarrebbe ad avere un impianto ma non la sensibilità per utilizzarlo al meglio».

Raffaele Di Noia


Antonella Granero
25/10/2005