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Chiamarli fantasmi in cemento è riduttivo pensando allo
spreco di risorse. Sono i pezzi di archeologia industriale,
sanitaria, scolastica, religiosa e ferroviaria sparsi per la
città. Mai riutilizzati, mostrano i segni profondi del
tempo. Per immobili spazi spesso ci sono progetti, date da
raggiungere, sentenze da attendere, tempi tecnici e
burocratici. Ma la fotografia rimane desolante. Ormai per
questi "scheletri" ci si chiede solo quando spariranno e non
più cosa si farà o quanto costerà.
Il simbolo più grave è il vecchio San Paolo abbandonato dopo
il trasferimento dell'ospedale al Valloria. Il comitato
civico "facciamo qualcosa ma subito" continua a far girare
il contagiorni sul vecchio portone. Il progetto c'è, ma è
bloccato da un ricorso al Tar di un'impresa arrivata seconda
alla gara d'appalto. Ma questa è una vicenda recente. La
storia del vecchio immobile è fatta di trascuratezza, lunghe
trattative tra Comune e Usl e Asl, infinite indicazioni
progettuali.
La storica centrale elettrica di Lavagnola è stata dismessa
dall'Enel negli Anni '60. Un immobile con 5 mila metri
quadrati di superficie coperta, con un terreno attorno di
seimila metri. L'edificio fu affittato a privati per il
lavaggio di motori, quindi acquistato tra il 1996-97
dall'Istituto case popolari per 4 miliardi di lire. Poco
dopo fu varato un progetto per costruirvi 88 alloggi di
edilizia sovvenzionata per i cittadini più poveri, ma non se
ne fece nulla. Nella primavera 2004 l'immobile e il terreno
furono sequestrati dalla magistratura perchè vi furono
scoperte sostanze inquinanti, facendo rinviare un progetto
da 12 milioni di euro dell'Arte (ex Iacp). Giovedì prossimo
l'Agenzia affiderà i lavori di bonifica. Il progetto
preliminare è previsto entro dicembre, la bonifica entro
giugno 2006 e l'appalto da luglio in poi. Parte del terreno
è stata nel frattempo venduta a privati che stanno
costruendo 24 alloggi a schiera.
La Squadra Rialzo delle Fs è stata acquistata da privati per
costruire case e uffici. Attualmente c'è un braccio di ferro
tra le aziende e il Comune per stabilire se ci sia o meno da
parte delle prime il pieno possesso di immobili e terreno o
se qualche porzione spetti anche all'ente locale. Il degrado
è l'unica cosa che rimane evidente.
Il Sacro Cuore invece è una classica incompiuta. I lavori
per realizzarvi un parcheggio sono "partiti" nel 1992-93 ma
non sono mai finiti. Se ne è riparlato un po' l'estate
scorsa, ma il silenzio è tornato rapidamente. La vicenda
delle ex scuole di via Cava (ne parliamo a parte) sta
diventando fondamentale: i 2,730 milioni in arrivo dal
ministero della Difesa sono l'unica "stampella" per il
bilancio del Comune di Savona. A Palazzo Sisto incrociano le
dita.
La vicenda della ex Metalmetron è forse quella più vicina
alla soluzione. Ci sono gli investitori, c'è l'ok del Comune
e pure un piano complessivo di zona. Manca il pieno accordo
con i commercianti della città preoccupati per il mega
store che vi vogliono ricavare.
Il complesso del Monticello, carcere Sant'Agostino compreso,
è il simbolo del degrado a un passo da via Paleocapa. C'è un
progetto per realizzarvi una casa di riposo, ce n'è un altro
per trasferire il carcere, ma tutto è ancora fermo. Identica
situazione al complesso di San Giacomo e all'ex caserma
Carmana nella stessa zona. In attesa della concessione
edilizia è l'area ex Balbontin in corso Rissi. L'Arte vuole
investire 25 milioni per 125 case in edilizia convenzionata
e 77 per il mercato libero.
Infine, tra le incompiute non bisogna dimenticare la
bretella di via Tissoni, sempre sul punto di ripartire.
Angelo Verrando
30/10/2005
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