28 Ottobre 2005 LA STAMPA

MA CHIEDONO ANCHE UN CONFRONTO URGENTE DI VERIFICA SUL PROTOCOLLO FIRMATO A LUGLIO
Ferrania, un allarme esagerato

I sindacati confederali gettano acqua sul fuoco

 
CAIRO M.
Chi ha interesse a fomentare il clima di tensione sulla Ferrania? A chiederselo sono i sindacati, dopo le rivelazioni di un ex dirigente. E se Francesco Rossello, della Cgil, sottolinea come «i problemi dell’azienda sono ben altri. E molto urgenti», Giorgio Cepollini, della Cisl, ammonisce: «Su Ferrania si sta parlando troppo e male. E forse non a caso. Evidentemente c’è chi vuole creare un clima allarmistico, gettando fumo negli occhi sui veri problemi». Ancora diversa, invece, l’interpretazione di Pino Congiu, della Uil, che parla di «un clima causato dai notevoli ritardi con cui si sta procedendo al protocollo d’intesa di luglio». Ma andiamo con ordine.
Arti Grafiche. Secondo l’ex dirigente, fra i segnali in netto contrasto con il piano di sviluppo, la vendita, agli asiatici, da parte della Fitra, di formule e brevetti sulle Arti Grafiche che avrebbero, quindi, ancora un mercato. Replica, Cepollini: «Nel piano industriale era chiaramente annunciato l’obiettivo di dismettere tale settore. C’è stato anche un tentativo per provare a renderlo nuovamente competitivo, ma i risultati non sono arrivati». Aggiunge Calvanico, sempre della Cisl: «A differenza dell’operazione che portò a cedere alla Kodak il business del digitale, operazione controproducente in prospettiva, ma legata alla necessità di dover, in quel momento, far cassa, l’operazione Arti grafiche si traduce nell’opportunità di cessione, a condizioni vantaggiose, di un settore che, per l’azienda, non crea più profitto e non può essere sviluppato in modo competitivo». Responsabile ricerca. Segnale negativo sarebbe l’incarico affidato al responsabile della Ricerca di seguire i corsi di formazione. Rossello: «Quello di seguire anche i corsi di formazione è un incarico aggiuntivo che ha una sua logica visto che la formazione, per essere davvero utile, deve basarsi non solo sulle produzioni del presente, ma anche sul futuro, legandosi al progetto di piattaforma tecnologica». Dimissioni del direttore del settore Radiografie. I sindacati: «La scelta del dottor Fumicelli si è basata su considerazioni personali, economiche e di opportunità di carriera, senza, a quanto ci è dato di sapere, alcun contrasto o polemica con l’azienda. Certo, si perde un esperto, e per questo diventa fondamentale la formazione». Decurtazione del 30% dello stipendio per i “quadri”. Sempre i sindacati: «Siamo all’equivoco totale o alla disinformazione in malafede: la formula del “salario variabile” che è ancora in via di discussione (oggi nuova riunione), così come non sono state ancora stabilite le percentuali, che riguarderanno tutti i lavoratori, dagli operai ai dirigenti, e non solo i “quadri”». Conclusioni. Pino Congiu: «L’invito a non creare inutile allarmismo con informazioni errate nasce proprio dal fatto che motivi di preoccupazione ci sono, e sono gravi. Ritardi ed incertezze sulla piattaforma tecnologica; sugli accordi di programma, per i quali finora si è solo arrivati a nominare i membri della commissione; perplessità su corsi di formazione che hanno ragione di esistere solo se finalizzati a maggiore competitività e rinserimento dei cassintegrati. Occorre, quindi, come abbiamo già richiesto unitariamente, un urgente tavolo di confronto, a livello di Governo, per verificare il protocollo d’intesa di luglio».\